I Conti, duchi di Poli e Marchesi di Guadagnolo. Perchè, tra le tante famiglie nobiliari di Roma, ho scelto proprio questa ? Chi mi conosce, risponderebbe con ovvio…
Sono i feudatari di dove i tuoi hanno la casa delle vacanze… Sei cresciuto tra le loro memorie e le loro rovine.
Sì, è anche questo, ma in verità ci sono motivi meno istintivi e più razionali. Quella famiglia, discendente dalla gens Anicia e dai Conti di Tuscolo, riflette alla perfezione la storia di Roma.
La loro vicenda è stata una continua, fallimentare, eroica lotta contro la decadenza. Sono stati papi, cardinali, capitani di ventura.
Ma nonostante tutti i loro sforzi, la loro vicenda si conclude con il pavido Michelangelo che muore di crepacuore dopo che i francesi gli avevano occupato il palazzo…
Nel romanzo, ho deciso di dar loro una nuova possibilità… Immaginando che Michelangelo abbia più carattere e riesca a guidare i sanfedisti contro Napoleone, ottenendo così la nomina a Principe di Tivoli, e che abbia dei figli.
Nel Principe Padre, Torquato III Conti, vi sono pregi e difetti della famiglia, come l’audacia, l’amore per la tecnologia, l’avidità.
Altri, come l’amore per l’arte o l’indolenza, vivono in Andrea. E nel loro contrasto si riflettono luci e ombre di secoli di vite, sogni e disillusioni.
Nella foto, il salone di Palazzo Conti a Poli..
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