Ieri sera non sono riuscito a finire di Quello che (non) ho, più per la stanchezza del giorno, che per noia.
A dire il vero, ho trovato il tutto discontinuo: a degli interventi, come quelli di Saviano e di Avati, che hanno rappresentato l’irruzione del Reale nel Mondo, di tutto ciò che distrugge le certezze a cui ci aggrappiamo per sopravvivere al Quotidiano, si sono alternati altri, celebrazione cortigiana dell’intellettualume più bieco.
Sono state le frasi fatte e le parole logore a indurmi allo sbadiglio. Detta tutta, ogni volta che guardavo Fazio, mi tornava in mente un brano del romanzo d’esordio dello scrittore cinese Han Han
Il signor Lin amava i libri più della vita, peccato che amasse solo l’oggetto libro e non la lettura. In casa aveva migliaia di volumi, giusto per far figura, perchè in genere non venivano toccati.
Se qualcuno sta a lungo in un cesso, finisce per puzzare di piscio, per analogia, se si vive circondati dai libri, alla lunga si emana cultura
E secondo te Saviano è uno che i libri non li legge, ma li colleziona e basta? Potrebbe essere, consocendo il soggetto.
In realtà pensavo più a Fazio… A lui non serve collezionare libri, ma ospiti che ne parlano 😀