Una dei principali difetti dell’editoria italiana è la spocchia.No, non solo da parte degli editori nei confronti degli scrittori, ma anche il contrario
Da parte degli autori, convinti ognuno d’aver scritto un capolavoro, e che scambiano l’editore per un benefattore.
Non è così: l’editore è un imprenditore che vive della vendita dei libri. Internet può aver ridotto i costi d’attrito e cambiato le modalità pubblicitarie, ma non ha modificato di una virgola questo concetto.
L’editore non cerca capolavori chiusi nel cassetto, ma libri che possano avere un successo di vendita. Successo che deriva dalla sua stima dei gusti del pubblico, dalla qualità dell’opera e da un buon lavoro di comunicazione e marketing, ma che è totalmente aleatorio.
Una soluzione a tale incertezza, come spiegava Luca Oleastri in una sua intervista è puntare sulla
teoria della “coda lunga”, ossia vendere anche solo poche copie al mese per titolo di una vastissima raccolta di titoli è più redditizio che vendere migliaia di copie di pochi titoli.
E forse questa è la soluzione migliore per fronteggiare la crisi del sistema…
L’immagine è di Luca Oleastri
La teoria della “coda lunga”, ossia vendere anche solo poche copie al mese per titolo di una vastissima raccolta di titoli è più redditizio che vendere migliaia di copie di pochi titoli.e sicuramente valida per gli editori, meno per gli autori che costituiscono la massa critica della “coda lunga”… 🙂
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