Uno dei feudi della famiglia Conti era Poli, dove avevano la splendida villa di campagna, in cui Annibal Caro tradusse l’Eneide e il Palazzo Baronale. Entrambi i luoghi, per le vicissitudini della storia e il disinteresse di chi amministra la cosa pubblica, ridotti ai minimi termini.
Ad esempio, nel Palazzo Baronale, gli affreschi a grottesco stanno cadendo a pezzi e diventano sempre più scoloriti.
Oppure la splendida fontana, progettata Lupidio Fontanero, probabilmente un ingegnere spagnolo, visto che fontanero significa idraulico, nel 15 ottobre 1599 e realizzata forse da maestranze lombarde, è spesso coperta di muschi e alghe.
Ne Il Canto Oscuro, nè Torquato, nè Andrea Conti bazzicano il loro feudo. Perchè da buoni nobili romani, preferiscono le feste del Carnevale alla quiete delle campagna.
Anche se forse Andrea non apparirà nel seguito, con tutto ciò che ha combinato nel romanzo, un periodo lontano dall’Urbe gli è sicuramente salutare, forse utilizzerò come luogo Palazzo Conti.
Perchè uno delle idee che mi stanno venendo è di rappresentare il lato esoterico di inizio Novecento: con l’interesse per lo spiritismo e la diffusione di gruppi come la Golden Dawn… E Palazzo Conti, i cui affreschi pare fossero stati pagati da Rodolfo II, l’imperatore di Praga, appassionato di alchimia, potrebbe tranquillamente associarsi a Villa Stuar e Villa Palombara
Sono i grotteschi rovinati dal tempo e dall’incuria
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