Dalle basi dell’Africa settentrionale, la mattina del 19 luglio 1943 si levano in volo ben 662 bombardieri statunitensi, scortati da 268 caccia. Gli aerei volano a ventimila piedi di quota, per evitare il fuoco della contraerea italiana.
Arrivati sopra Roma, sulla verticale dello scalo merci di San Lorenzo, da 6000 metri d’altezza cominciano a piovere bombe da 500 libbre, 250 chili.
Il primo aereo a sganciare fu il B-17 “Lucky Lady”. Lo seguirono “Arkansas’ Travellers”, “Pretty Boy”, “Dark Lady”, “Winnie Oh Oh”, “Geronimo II” e gli altri B-17 della prima formazione. Sono le 11, un minuto e cinquanta secondi.
Il primo stick di otto bombe tocca terra alle 11.03, dopo un minuto e 10 secondi dal lancio: è quello mirato da Owen Gibson, il puntatore della “Lucky Lady”. Centra in pieno i binari, due vagoni e un capannone dello scalo merci San Lorenzo.
Una parte degli ultimi stick sganciati investe in progressione il Viale dello scalo San Lorenzo e il viale del Verano che ne costituisce il proseguimento, le due strade che costeggiano sulla destra l’area ferroviaria. Quella prima raffica tocca anche largo Talamo, via dei Liguri, via degli Enotri, via dei Piceni. Almeno otto palazzi sono centrati, su queste strade; un altro è colpito all’inizio di via Porta Labicana.
Arrivano altre formazioni, quelle che seguono il flight leader. Arrivano gli Squadron del 319° e del 54° che nel fumo, non identificando più obiettivi, cominciano a sganciare bombe a caso.
Colpiscono le case di via dei Volsci, via dei Sabelli, via dei Sardi, via dei Marrucini, via dei Vestini, via degli Enotri, via degli Equi, piazzale Prenestino, via di Villa Serventi, via Casilina. Cortili, loggette, ballatoi, tutto è sventrato.
In via dei Marsi è colpita la “Casa dell’infanzia” di Maria Montessori. A via dei Latini due palazzi sono completamente distrutti. Passeggiando per San Lorenzo, ancora se ne vedono le rovine.
In via dei Marrucini una bomba penetra sino alla cantina dove si erano rifugiate diverse persone, in maggioranza donne e bambini. Ne muoiono 97. Anche l’orfanotrofio di via dei Sabelli è colpito, e dopo trentasei ore di duro lavoro i vigili del fuoco estraggono i cadaveri di 78 bambini e 6 suore.
Il pastificio Pantanella, vicino a Porta Maggiore, brucia per tre giorni Lo stesso cimitero del Verano subisce grandi devastazioni, con le tombe divelte e le salme dei defunti che si mescolano ai cadaveri della gente, sorpresa dai bombardamenti, mentre si trovava al cimitero per pregare sui sepolcri dei loro cari. La Basilica patriarcale di San Lorenzo, una delle sette basiliche della tradizione giubilare, subisce gravissimi danni.
Un mio zio, allora bambino, era andato con la bici alla SNIA Viscosa, per portare il pranzo a un suo cugino. Si è salvato per puro miracolo, correndo tra le bombe che esplodevano.
Alla fine della giornata, si contano 3.000 morti e 12000 feriti
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