Prima di partire per le vacanze, mi è arrivata la lettera di uno dei tanti editori a pagamento che mi proponevano mirabolanti condizioni per la pubblicazione del seguito de Il Canto Oscuro… Mirabolanti, tengo a sottolinearlo, soprattutto per le loro tasche.
Riflettevo, anche pensando ai furbetti che pur non dicendolo apertamente, nei contratti ti invitato a comprare delle copie del tuo libro, per sostenere l’investimento, come tutto ciò rappresenti sia perfetto specchio del crollo della cultura imprendtoriale che è uno dei tanti motivi della crisi italiana.
L’imprenditore tende ormai a privatizzare i profitti e socializzare le perdite. Nel caso specifico dell’editore, il rischio d’impresa è scaricato non sul lettore, ma sullo scrittore stesso.
DImenticandosi però di un piccolo particolare: in tal caso, lo scrittore da fornitore di servizio diviene socio d’impresa, caricandosi dei costi e quindi ha diritto ad una retribuzione maggiore del semplice diritto d’autore.
Ma ovviamente tale ragionamento non fa presa ai furbetti dell’editoria…
Rischio d’impresa tendo poi a sottolinearlo che ha scarsa presa anche tra gli auturi, visto la scarsa diffusione del self publishing.
Detto fra noi, sono stato fortunato… La mia casa editrice non sarà perfetta, ma almeno dal punto di vista dei contratti editoriali sono dei signori…