Rino Gaetano è stato qualcosa di diverso da un cantautore. E’stato uno dei grandi interpreti dell’avanguardia futurista italiana.
Rino partiva dal principio, di cui prima o poi ognuno di noi diviene consapevole, che il dramma dell’Italia è la sua astoricità: noi tendiamo sempre a perpetuare nel Tempo i nostri difetti. Così, ciclicamente, ci ritroviamo davanti sempre alle stesse tragedie.
Rino cercava di rompere con le parole e con la musica questo circolo vizioso. Per questo elaborava testi che sotto certi aspetti, sono tra i più scomodi della sua generazione.
Però era convinto, conoscendo i suoi polli, che la denuncia pura e semplice avrebbe lasciato indifferente noi italiani, capaci di abiutarsi a tutto.
Decise quindi di utilizzare le armi più sottili e feroci: l’ironia e lo straniamento, figlio dell’utilizzo di giochi linguistici marinettiani e delle performance sul palco, ispirate a Carmelo Bene.
Tutto questo associato con ritmi semplici e orecchiabili: perchè l’avanguardia, per essere efficace, non deve essere qualcosa di ermetico, per circoli di iniziati, ma deve entrare nella vita quotidiana.
E da questo punto di vista, Rino ha vinto la sua battaglia: dopo quarant’anni le sue canzoni continuano a essere attuali e a farci riflettere