Lo Pseudo Dionigi l’Aeropagita affermava come l’Arte non fosse imitazione del reale, ma specchio dell’ideale, con il compito di mostrare la verità delle cose, oltre l’apparenza dell forme.
Ciò avviene grazie alla sensibilità dell’artista che deve cogliere ciò che della Realtà sfugge allo sguardo distratto che le dedichiamo ogni giorno.
E questa sensibilità, tesa al Trascendente, genera la bellezza, figlia di consonantia e claritas, armonia e luce.
Bellezza che nutre l’arte digitale di Dorian Rex.
In Crux Lux essa rappresenta l’esperienza primaria del Sacro che precede qualsiasi religione rivelata: l’irrompere del numinoso nella Vita, del totalmente Altro che genera fascinazione e terrore, facendoci riflettere su ciò che siamo, sui limiti che ci definiscono e sulla possibilità di oltrepassarli