Preoni e Maxoni

Sempre nell’ambito del tema idee strane della fisica che possono fungere da ispirazione per la fantascienza, oggi mi dedico alle particelle elementari

Partiamo da un presupposto, ostico ai più: l’Universo odia essere semplice. Può sembrare strano, eppure basta riflettere sul modello standard che dovrebbe descrivere gli ingredienti base dell’Universo.

Elettromagnetismo, forza nucleare forte e debole sono veicolate dallo scambio di bosoni. La gravità non si sa bene da cosa salti fuori, visto che il gravitone è come l’araba fenice

che vi sia ciascun lo dice,
dove sia nessun lo sa

La materia, invece è costituita da fermioni: i quark che compongono i protoni e i neutroni e i leptoni, come gli elettroni

Se questo vi sembra complicato, non leggete il resto. Protoni e neutroni sono costituiti da due tipi di quark, gli up e i down. I primi hanno carica elettrica pari a 2/3 mentre i secondi a -1/3

Teoricamente basterebbero solo loro due la materia, ma all’universo piace abbondare: esistono esistono altre 4 tipi di quark, dalla stessa carica dei precedenti, ma di massa maggiore.

Un fenomeno analogo avviene per i leptoni. Gli elettroni hanno cugini più pesanti, il muone e il leptone tau, l’obeso di famiglia.

Un fenomeno analogo si riscontra per i neutrini. Tale regolarità, sta facendo riflettere vari fisici, portandoli a formulare un’ipotesi estensiva del modello standard: ossia che fermioni sia a loro volta costitui da altre particelle “più” elementari.

Per semplificare il discorso, sarebbero costituite da un preone, con carica 1/3, un antipreone con carica -1/3 e un maxone, privo di carica, ma capace di interagire con il bosone di higgs, per dare massa alla particella

Secondo questo modello avremmo ad esemio:

1) Il quark up costituito da due preoni e un maxone
2) Il quark down costituito da un antipreone e un maxone
3) Il quark charm, versione più massiva dell’up, costituito da due preoni e due maxoni e così via

Teoria simpatica ed elegante, ma che gode di un piccolo, insignificante problema. Non è dimostrabile concretamente, perchè mancano strumenti capaci di spaccare un quark, per vedere cose c’è dentro….

Ma prima o poi ci arriveremo, per poi scoprire qualcosa di totalmente diverso…

L’Arte e l’Italia

Due piccole segnalazioni dal mondo dell’Arte. La prima è sullo stipendio del direttore degli Uffizi. E’ assurdo che prenda meno di me.

E’ una cosa che mi fa vergognare di essere italiano: in una nazione dove i politici fanno la cresta sulla nutella e nominano i loro amici ladri ai vertici delle banche, la cultura, che dovrebbe essere necessaria come il cibo, è considerata un lusso inutile.

Bersani, invece di twittare banalità del tipo

La #cultura è un diritto ma anche un’opportunità di crescita economica

sarà la milionesima volta che la sento da politici di ogni genere e risma, abbia il coraggio di affrontare il problema.

Meno soldi a film pallosi, diretti dagli amici degli amici, e più ai musei. E soprattutto, una seria politica fiscale a favore dell’Arte e della Cultura.

La seconda, è la solita sparata sui critici e curatori brutti e cattivi.

Ora, che negli ultimi venti anni, vi sia stata una rottura tra arte e vita e innegabile: ma questo non dipende da critici e curatori, il cui ruolo è troppo spesso mitizzato.

Critici e curatori, fanno, se bene o male, su questo se ne può discutere vita natural durante, il loro mestiere: promuovere gli artisti e avvicinarli al grande pubblico.

Se però il loro messaggio non entra in sintonia con lo spirito del tempo, non è certo colpa loro, nè dei linguaggi utilizzati: l’arte futurista rompeva con le convenzioni dell’epoca, eppure le mostre erano piene di operai.

Perchè sintetizzavano la fame di futuro, il sogno di cambiare il mondo, il fascino demiugico della tecnologia che animava un’intera generazione.

Il vero problema è che gli artisti si sono isolati dalla vita: si sono chiusi nel loro empireo, isolandosi dai drammi e dalle angosce del contemporaneo.

Se non recuperano il rapporto con il Mondo, con la carne e con il sangue, con la gioia e la tragedia, saranno condannati al mutismo.

Terza (ehm) analisi dei sondaggi

Come tradizione, dovrei dedicarmi alla mia analisi settimanale dei sondaggi: il problema è che il campione dati è totalmente inaffidabile.

Per prima cosa, Bersani, seguito a ruota da Berlusconi, ha cominciato a diffondere sondaggi farlocchi: ora, capisco che in campagna elettorale tutte le balle siano lecite, ma qualcuno del PD dovrebbe ripassare l’aritmetica. Se la somma totale delle percentuali dei partiti è del 107%, c’è qualcosa che non quadra.

Insomma, spero che chi abbia tirato fuori quei numeri non diventi sottosegretario all’economia di un eventuale governo di Centro Sinistra.

Seconda cosa, la questione MPS. Parte dei sondaggi che considero sono stati fatti prima dell’esplosione dello scandalo che, nonostante gli scongiuri di parecchi esponenti del PD, qualche effetto in termini di spostamento di flussi di voti lo sta avendo.

Terza, i numeri ballerini di Fermare il Declino. Non l’ho mai considerato nelle analisi, perchè la media delle sue percentuali dei sondaggi è tra l’1 e il il 2%.

Il problema è che alcuni lo danno al 0,8%, altri al 6%. Il che fa sospettare come vi sia una forte non consistenza dei campioni analizzati dai sondaggi.

Quarta, la percentuale degli elettori pallisti, ossia coloro che si vergognano di dire che votano PDL o M5 e mentono quindi sulle loro intenzioni. Percentuale che nessuno riesce a stimare

Detto questo, a occhio, senza alcuna pretesa di esattezza, possiamo dire: coalizione Bersani avanti, ma con un picco negativo rispetto al trend di erosione del consenso evidenziato nelle scorse settimane.

Per la coalizione Berlusconi sta rallentando il trend di crescita dei consensi.

Grillo guadagna voti, Monti li perde, Ingroia, ma mancano i dati a valle della polemica sul Falcone e Borsellino stabile.

Speriamo che la prossima settimana lo scenario sia più stabile e comprensibile

Roma con altri occhi

Vincenzo è un pensionato dell’Atac. Non è un gran lettore e soprattutto, un appassionato di fantascienze. Per colpa o merito, a seconda dei punti di vista, di un mio prozio, si è trovato tra le mani Il Canto Oscuro.

Ha cominciato a leggerlo. Poi a costretto anche la moglie a farlo. Infine, a deciso di cominciare a passeggiare per il centro di Roma, per riscoprire i luoghi dove è ambientato il romanzo.

E i suoi complimenti, sono tra i più belli che ho ricevuto.

“Mi hai fatto vedere Roma con altri occhi”

Così mi ha detto…

Xenobiologia IV

Tornando all’argomento Xenobiologia, una vita base carbonio può svilupparsi anche senza utilizzare nè RNA, nè il DNA nelle sue diverse forme. Secondo le ricerche le ricerche di Vitor Pinheiro del Medical Research Council di Cambridge, esiste una classe di acidi nucleici: gli xna (xeno-nucleic acids) con le stesse caratteristiche e funzionalità di dna e rna.

Gli xna sono varianti della ricetta molecolare originale: hanno uno scheletro costituito dalle stesse basi azotate (adenina, guanina, citosina e timina) e dai cosiddetti gruppi fosfato, ma non usano gli stessi zuccheri. Al posto del deossiribosio del dna e del ribosio dell’rna, infatti, possono incorporare uno di 6 zuccheri differenti. In particolare, c’è arabinosio (ANA), 2-fluoro-arabinosio (FANA), treosio (TNA), un analogo “bloccato” del ribosio (LNA, locked nucleic acid) anidroesitolo (HNA) o cicloesene (CeNA)

Questi acidi nucleici, che potrebbero svilupparsi in Natura, possono replicarsi con un’efficienza maggiore del nostro DNA, arrivando al al 99,6% di accuratezza, con un tasso di mutazione e di deriva evolutiva minore della nostra.

Il metabolismo non sarebbe coincidente con quello delle specie a DNA, non potremmo mangiare organismi del genere, ma al contempo Virus e Batteri a XNA non potrebbero infestarci.

Infine, sarebbero nucleasi, cioè gli enzimi biologici che attaccano e distruggono gli acidi nucleici: tradotto in termini pratici, il ciclo vitale degli organismi a XNA sarebbe molto più lungo del nostro

Il gioco del Tempo

tempo

 

“Il gioco del tempo”
mostra personale di Alessandra Carloni
a cura di Togaci Arte

progetto comunicativo
Francesca Mariani

Special Guest
Nicoletta Salvi
Mestrella Femminista 
ore 21.30

All’Hula Hoop, luogo cardine dell’Avanguardia romana, sito in via de Magistris 91/93, si inaugura l’otto febbraio, alle 19,30, la personale Gioco del Tempo di Alessandra Carloni, artista che con il horror vacui e il suo sguardo onirico sulla realtà, può definirsi erede spirituale di una visione dell’arte che comincia con Bosch e prosegue nel Novecento sino a Depero

Di seguito, la presentazione della mostra

Nelle città che si frammentano come caleidoscopi, spazi urbani e mentali, si muovono figure stilizzate simili ad automi, guardiani del tempo con le ali ripiegate, personaggi presi nel vortice frenetico del quotidiano o addormentati in enormi pesci volanti.

Un limbo di sogno meccanico, fatto di ingranaggi, spicchi di luce, geometrie esistenziali che invitano lo spettatore a ri-conoscersi in questi spazi temporali d’attesa.

E’ il colore, spesso tenue, a contrasto con il caos delle linee spezzate – che ricordano la preziosa lezione del futurismo – a suggerire la dimensione onirica che si combina con quella reale, in cui il tempo gioca un ruolo beffardo, ribaltando la clessidra, aumentando o decelerando il ritmo.

E ciascuno di noi è parte agita e attiva di questa meccanica immaginifica.
Città che sono in nostro involucro, il nostro abitare emotivo e che possono diventare ugualmente paesaggi desolati e desolanti, scenografie stilizzate piene di “vuoto”.
Siamo “esistenze molteplici e complesse smarrite nella caoticità di un vivere metropolitano e solitarie dentro il desolante scorrere del tempo delle nostre città”(A.Morino).

Esistenze in bilico in città sospese, seppur ciascuno di noi è elemento necessario del puzzle, una domanda in continua ricerca di risposta.

Il lavoro artistico di Alessandra Carloni coglie poeticamente i disagi della contemporaneità, dandone un’impronta fantastica: un racconto pittorico immaginifico della dimensione apocalittica che stiamo vivendo in questo periodo storico, in cui, seppur il caos sembri inevitabile “destarsi è possibile…è solo necessario volerlo”(C.Garro).

testo a cura di Francesca Mariani, illustratrice

Call Center e interviste

Dopo una mattinata passata a spiegare ai miei capi quale sia il mio lavoro, capita anche questo, e a litigare con le poste francesi che non hanno un’idea chiara di dove sia finito un mio pacco e i cui impiegati parlano un inglese che, incredibile a dirsi, è peggiore del mio, mi dedico a un paio di segnalazioni interessanti.

La prima è l’uscita del nuovo racconto di Michele Nigro, Call Center. Visto che sono pigro, Michele mi perdonerà, copio la sinossi da Amazon

Call Center” è un racconto social fantasy: alcune scomode verità socio-economiche e culturali riguardanti i nostri tempi evolvono in una specie di realismo magico lovecraftiano crudele e inesorabile. Partendo da temi caldi quali il lavoro, la precarietà, la mancanza di sicurezza economica in un futuro nebbioso, l’Autore cerca di descrivere la condizione ambigua dell’uomo moderno e ne approfitta per toccare il cuore dell’inganno consumistico: il lavoro è diventato un prodotto e i lavoratori-consumatori sono dei complici più o meno consapevoli. L’informazione, la conoscenza dei desideri, diventano risorse preziose per un Sistema che non lascia scampo. La libertà è un’utopia luminosa ma per conoscere la verità (e quindi riscattarsi dalle regole del Sistema) bisogna avere il coraggio di scendere in zone oscure.

Una ‘non storia’ didascalica scritta utilizzando un tempo presente invadente e caratterizzata da una struttura testuale eterogenea (stralci poetici frammisti a “corsivi mentali” e brevi dialoghi) che segue una precisa logica di decostruzione della narrazione classicamente intesa. Howard Phillips Lovecraft, William S. Burroughs, Marc Augé, Karin Boye, Noam Chomsky, Marshall McLuhan, Jorge Luis Borges, Dylan Dog: questi, e molti altri, gli ispiratori del racconto.

Per dirla tutta, il racconto di Michele è la migliore risposta a chi definisce la narrativa fantastica come una fuga dal Reale: è invece lo strumento migliore per sezionarlo, per vedere sotto altri occhi i paradossi a cui il Sistema ci abituato, per evidenziarne tutta l’assurdità.

E la sua prosa, in un panorama letterario sempre più banale, invece recupera il vero motivo della sperimentazione: non un gioco intellettuale, ma la presa d’atto del dissolversi della Cultura e della Società in un caos informe

La seconda segnalazione è l’intervista che il buon Simone Ghelli mi ha concesso per Quaz Art.

Anche se in forme differenti, c’è una cosa che accomuna Michele e Simone: l’idea che in un Mondo fondato sulla Menzogna, la Verità sia ancora una forza rivoluzionaria

In Memoriam

Oggi è uno di quei giorni che cancellerei dal calendario. In cui non mi va di fare polemiche su Monti, sul MPS o sulle altre cose strane che succedono in questo folle mondo.

In cui non voglio parlare di fantascienza o di arte digitale. E’ un giorno strano.

E’ l’anniversario della morte mia nonna. Sì, mi manca tanto. Però, quando giro per casa, guardo i mobili, i suoi gingilli, le cose a cui era affezionata, la sento ancora accanto a me.

Per questo, forse, nonostante cadano a pezzi, ho difficoltà a liberarmene. Perchè mi sembrerebbe dirle addio definitivamente.

Poi c’è Massimo. E’ passato un anno dalla sua morte e non riesco ancora a crederci. Quando sono sovrappensiero, mi viene sempre la tentazione di digitare il suo numero.

Mi scuoto subito e mi rendo conto del vuoto che mi ha lasciato. Ho nostalgia delle nostre chiacchierate, dei suoi consigli, delle serate trascorse a bere vino.

E’ brutto non sentire più la sua risata, ammirare le sue foto, essere stupiti dai suoi gesti generosi.

Stasera brinderò alla sua memoria. Massimo, sono stato fortunato ad averti come amico. Ti ho voluto bene, tanto.

Aperitivo Illustrato

riba

 

E’ in uscita il nuovo numero di Aperitivo Illustrato: in particolare le cover story saranno:

  1. Inarrestabile, eclettico e fuori dalle righe: Massimiliano Gioni enfant prodige del panorama culturale italiano
  2. Fermare la realtà al momento dello scatto: intervista a Giuliano Borghesan
  3. Il paradiso perduto di Gauguin di Gian Ruggero Manzoni
  4. Il mondo di Ezekiela Riba
  5. Il vincitore della selezione del progetto architettura: la forma ed il colore di Enrico Muscioni
  6. Brain party e sofisti: l’editoriale di Alessandra Morini