Due paroline sul Montilive. Benchè il mio barista cinese preferito lo abbia definito un’immonda pagliacciata propagandistica, degna del Mao dei tempi migliori, d’altra parte il poverino si sogna Equitalia pure la notte, io non sarei così drastico.
E’ sempre da apprezzare il fatto che il potente di turno cerchi di uscire dalla sua torre eburnea, per dialogare con il resto del mondo.
Il problema è che forse Twitter non è lo strumento più indicato. Per prima cosa, come è successo, si rischia di essere travolti dalle interazioni.
Ciò implica la necessità di qualche filtro, non si può rispondere a tutti, anche se visti i tempi di reazione dello staff di Monti, un tweet ogni cinque minuti, e dalla tipologia di domande affrontate, rimane il sospetto che il professore abbia evitato scientificamente di affrontare temi per lui imbarazzanti.
Inoltre, il popolo di Twitter non è molto rappresentativo dell’italiano medio, con i suoi problemi e le disgrazie causate da questo governo… E’ questo è un bene per Monti, perché probabilmente il dialogo sarebbe stato molto, molto meno educato.
Infine, nel numero limitato di caratteri del tweet, sono possibili sono risposte sintetiche, non riflessioni articolate, con cui argomentare e difendere scelte e posizioni.
Insomma, non si è andato molto al di là di una lunga chiacchierata da bar, che poco ha dato agli elettori.
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