Da Parigi a Pechino

Tutto è cominciato sabato: causa freddo, ho deciso di comprarmi un cappello.

Secondo molti miei amici, il suo stile è lievemente retrò. Addirittura, uno, guardadno la mia foto, mi ha paragonato ad uno dei passeggeri dell’ passeggero dell’Itala nel raid Pechino Parigi.

Per chi non la sapesse, il quotidiano Matin organizzò questa gara, nel 1907.

L’impresa era epica: non vi era assistenza e le strade dell’epoca erano disastrate. Il percorso certo non aiutava, visto che passarono persino nel deserto del Gobi.

Ma il successo dimostrò come con l’automobile si potesse andare ovunque.

Il vincitore dell’impresa fu l’equipaggio romano costituito dal Principe Scipione Borghese, dal suo autista Ettore Guizzardi e dal giornalista Luigi Barzini.

Il successo fu figlio della superiorità meccanica del mezzo, l’Itala, la loro macchina, pesava una tonnellata e mezza e aveva una potenza di 40 cavalli, superiore a quella dagli altri concorrenti.

Poi Scipione Borghese, data la sua esperienza come esploratore, fu meticoloso nell’organizzare il tutto: aveva ispezionato una prima parte del percorso a dorso di cammello e a cavallo, misurando con un’asta della stessa lunghezza della carreggiata dell’Itala i passi più angusti.

Si era occupato di organizzare gli aspetti logistici nei minimi dettagli, preparando i depositi di benzina e le scorte durante l’intero percorso.

Ebbe anche delle idee geniali lato meccanico: sostituì i parafanghi dell’Itala con delle assi asportabili da impiegare come rampe per gli ostacoli e rese pneumatici anteriori e posteriori delle stesse dimensioni in modo da renderli intercambili e ridurre le scorte.

Che c’entra tutto questo con Il Canto Oscuro ? L’idea è che Andrea e Beppe, tornati dall’America e ottenuto il perdono dal Cardinal Colacchia, siano coinvolti dal Principe Padre in un’impresa analoga, che avverrà nel mio 1909, per dimostrare al mondo la superiorità delle automobili prodotte dalle fabbriche Conti.

Così su un infernale catorcio, partiranno da Parigi diretti in Cina, Andrea, Beppe a fare da pilota, Rapagnetta a raccontare l’impresa per La Tribuna e il povero Marco Ajello, trascinato a forza dagli amici

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