Ieri sera ho finito di leggere Le Fontane del Paradiso di Clarke. Probabilmente verrò linciato, però, con massimo della sincerità, non mi è sembrato il capolavoro di cui tutti mi hanno parlato.
Se l’idea dell’ascensore spaziale è affascinante e la storia del tentativo di costruirla arricchisce l’immaginazione, gli altri subplot somigliano al ghiaccio e agli ombrellini dei cocktail.
Il primo, quello dell’antico re, mi ha dato solo l’impressione di allungare il brodo.
Il secondo, quello del contatto alieno, inutile ai fini della trama: sarò strano io, ma sospetto che il contatto con una civiltà non terrestre abbia effetti molto più dirompenti di qualche discussione sull’esistenza e sulla natura di Dio
Insomma, libro senza infamia e senza lode, che avrebbe reso di più come racconto lungo