Cronache da Gerusalemme

Nella mia carriera lavorativa ho avuto a che fare con ebrei israeliani e palestinesi: a volte li ha apprezzati, a volte sono stato tentato di prenderli a ginocchiate sulle gengive.

Però, una cosa ho notato: nei pregi, difetti e pregiudizi si somigliano ben più di quanto essi stessi sospettino.

Non possiamo che sperare che prima o poi anche loro se ne rendano conto… Probabilmente anche Guy Delisle, l’autore di Cronache di Gerusalemme, condividerà la mia opinione, almeno sospetto questo, ammirando le sue tavole.

Perchè Cronache di Gerusalemme, non è solo un diario a fumetti su un anno vissuto in Terra Santa, ma una rappresentazione disincantata sulla follia e stupidità umana, che tanto più ferisce, quanto più è lieve il sorriso che l’accompagna

Il Mandarino

Ieri sera, nonostante la stanchezza arretrata, sono andato a vedere Iron Man III.

Giudizio sintetico: americanata nel senso migliore del termine ossia film fracassone e divertente, utile per distarsi da malinconie e pensieri e ingozzarsi di pop corn.

Lato positivo, il Tony Stark del cinema è mille volte meglio di quello del fumetto che, sia nella versione miliardario precisino, sia in quella di ubriacone, non mi hai appassionato

Lato negativo, preferivo il Mandarino dei fumetti, geniale, crudele e inquietante…

Meglio Ming il crudele o Fu Manchu che Truman Burbank…

Bellezza

Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre.

È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.

Peppino Impastato

Presentazione di Olonomico e de Il Canto Oscuro

Dal 10 al 12 Maggio il CSOA ExSnia, a Roma, in via Prenestina 173  ospiterà Inerzia Art Sharing il primo festival di condivisione di Fuoco, Flow e Arti Performative della capitale, evento capace il circo e il fuoco tramite spettacoli e laboratori, con attività di ricerca e sperimentazione, tramite l’aggregazione sociale, lo scambio e la condivisione gratuita delle conoscenze.

In tale occasione, sabato 11 maggio, alle ore 19.00, Sandro Battisti e Alessio Brugnoli presenteranno i loro ultimi romanzi, Olonomico e Il Canto Oscuro e si confronteranno dello stato attuale e delle prospettive della narrativa fantastica in Italia.

In Olonomico, pubblicato da Ciesse Edizioni, Sandro Battisti narra le vicende e gli intrighi dell’ Impero Connettivo – uno Stato, modellato sull’esempio dell’Impero Romano, il cui dominio si estende sia sullo spazio sia nel tempo.

Ne Il Canto Oscuro, edito dalla Kipple Officina Libraria, Alessio Brugnoli affronta il genere steampunk, scrivendo un giallo ucronico, ambientato in una Roma dove lo Stato Pontificio non è mai caduto.

Autori di stile e tematiche diverse, accomunati dalla consapevolezza che la Fantascienza non è un gioco letterario, ma lo specchio straniante del nostro contemporaneo, l’occasione per evidenziare e riflettere le contraddizioni con cui ci confrontiamo ogni giorno.

La presentazione sarà accompagnata da una performance artistica e seguita dal grande evento fire-night: “A Rota de Foco”, spettacolo di fuoco, concerto e dj set.

Sandro Battisti è nato a Roma nel maggio 1965.

E’ una pietra miliare della SF italiana, nonché uno dei fondatori del movimento letterario del Connettivismo.

Autore di racconti pubblicati da vari editori, collabora con il sito Fantascienza.com, ed è tra i cofondatori della fanzine NeXT, che ora dirige. È sceneggiatore di fumetti per la Cagliostro ePress e, assieme ad altri connettivisti, ha scritto il cortometraggio La trentunesima ora, partecipandovi come attore non protagonista.. Nel 2010 entra a far parte della Kipple Officina Libraria come coeditor, insieme a Francesco Verso, della collana Avatar.

È anche editor della collana Connectiva per la Edizioni Diversa Sintonia. Conduce un programma radiofonico, Tersicore, su radionation.it.

Alessio Brugnoli, nato nei turbolenti anni Settanta a Roma, ingegnere e giramondo, è stato tra i fondatori dell’avanguardia Neofuturista.

Per anni si è occupato d’Arte, organizzando mostre e scrivendo critiche e collaborando allo start up del progetto Quaz Art, il portale web che si pone come erede di Lacerba. Ora ha cominciato a dedicarsi alla scrittura, nell’ambito del fantasy e della fantascienza.

Persepolis

Una delle letture di questi giorni è stata Persepolis di Marjane Satrapi, volume da sbattere in faccia a tutti coloro che definiscono il fumetto cosa da bambini o da nerd.

Persepolis è qualcosa di più e di diverso di un reportage da quell’ircocervo che l’Iran che, giova ricordarlo, nonostante le sue grandi contraddizioni e ipocrisie, in termini di democrazia e di diritti civili è sempre più evoluto degli stati vicini. E’ un romanzo di formazione che affronta tutte le tematiche della vita, i successi, l’acquisizione della consapevolezza del sè e della propria libertà interiore, e i fallimenti, la caduta delle proprie illusioni.

Non è giornalismo, ma un ritratto interiore: proprio questo rende i suoi testi e i suoi disegni universali,capaci di parlare a qualunque Uomo.

La felicità della ricerca

In questi giorni di solidarietà, oltre a dedicarmi a qualche lavoretto di casa e alle incombenze burocratiche e a raccogliere materiali per i prossimi racconti o romanzi, mi sono messo a leggere La Felicità della Ricerca di Edelman che tenevo sul comodino da troppo tempo.

Libro dal titolo autoesplicativo, basato su un’idea computazionale del cervello, ossia che la mente sia un computer finalizzato a sfruttare l’esperienza accumulata in passato per prevedere il futuro, grazie all’inferenza statistica, basata sul Teorema di Bayes.

E la felicità è nel verificarsi di tali previsioni

Scrive l’autore:

“Tale inferenza va dalla semplice estrapolazione di poche variabili grazie all’analisi dei dati disponibili fino alla costruzione di modelli complessi di realtà virtuale, che simulano il comportamento di oggetti e il dipanarsi di eventi, ivi comprese le altre menti e i rapporti sociali. Per la ricerca dell’esperienza al servizio di questi bisogni computazionali, i sistemi soggetti a pressione evolutiva come la mente umana sono ricompensati, sia in tempo reale sia sul lungo periodo. Questa, dunque, è la storia completa della felicità della ricerca”

Il dubbio che però mi pongo è nell’assunto stesso di Edelman, ossia l’idea che il cervello umano sia un sistema “verticale” e gerarchico, finalizzato alla predizione.

L’emergere dell’intelligenza è forse più il frutto di un sistema caotico di processi cognitivi, a volte in cooperazione, a volte in concorrenza.

E che tali processi possano strutturarsi secondo catene di Markov Montecarlo, mi lascia perplesso…

Altro punto debole, è il mancato approfondimento dell’errore e della sua gestione: anche perchè, nel quotidiano, sono più le previsioni sbagliate che quelle giuste… Eppure, nonostante questo, continuiamo a illuderci di essere felici