Con un colpevole ritardo, parlo de L’uomo a un grado Kelvin di Piero Schiavo Campo, il premio Urania di quest’anno.
Sgombro subito il campo dagli equivoci. Ho letto il libro tutto di un fiato.
Sarei bugiardo se dicessi che è una pietra miliare della fantascienza: ma è un’opera che diverte, fa divertire e interessa, avvicinando il lettore medio italiano ad argomenti esotici come la meccanica quantistica e la teoria delle stringe, facendolo con garbo e leggerezza.
L’unica obiezione, molto soggettiva, che mi sento di fare all’opera è che forse l’assassino si capisce troppo presto, ma per il resto, il meccanismo narrativo e ben oliato.
Detto, questo dico la mia su alcune critiche che ho letto sui vari blog
1) Troppo esterofilo: è un libro pieno di speranza sull’Europa. Benchè io la pensi diversamente, tra qualche mese uscirà un racconto su tale argomento, Schiavo Campo ha fatto bene, partendo da questo presupposto, a a dare un respiro internazionale al romanzo
2) Troppi tecnicismi: diavolo, i coprotagonisti sono fisici e parte della vicenda si svolge in un laboratorio. Cosa pretendete ? Mi pare la stessa obiezione fatta al protagonista de Il Canto Oscuro…. Un professore universitario mica parla soltanto di briscola e tressette !
3) Troppo infodump: la solita contraddizione dei blogger italiani. Da una parte si lamentano se la descrizione del mondo in cui è ambientata la vicenda è poco dettagliata. Poi, se qualcuno fa il contrario, subito a strapparsi le vesti
4) Fantascienza vintage: sicuramente L’uomo a un grado Kelvin è un’opera “neoclassica”, per quello che può significare nell’ambito fantascientifico; secondo la lettura, assai personale, che do io al termine, è dedicata alla rappresentazione del mondo pre-singolarità, ossia prima della mutazione antropologica indotta dalla fusione tra l’Uomo e la Macchina.
Un mondo in cui vale l’assunto
Non aspettatevi troppo dalla fine del Mondo
ossia in cui, in forma differente, i problemi che deve affrontare l’Uomo sono sempre gli stessi. perchè connessi alla sua natura biologica
Però, a volte non è male mantenere lo stupore delle origini…
Dopo tutte queste chiacchiere, la conclusione è: se vi capita leggetelo, non rimarrete delusi
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