CCA WARSAW: FUTURE PERFECT. Contemporary Art from Germany

FUTURE PERFECT.

Contemporary Art from Germany

curated by Angelika Stepken and Philipp Ziegler

Artists: Nairy Baghramian, DAS INSTITUT (Kerstin Brätsch & Adele Röder), Mariana Castillo Deball, Cyprien Gaillard, Dani Gal, Annette Kelm, Jutta Koether, Armin Linke, Antje Majewski, Henrik Olesen, Yorgos Sapountzis, Nora Schultz, Nasan Tur, Danh Vo, Clemens von Wedemeyer.

CCA | Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle Warsaw

February 1 – April 21, 2014
opening: January 31, 2014, 6:00 PM
press conference: 
January 31, 2014, 11:00 AM

 

From the 1st of February to the 21st of April 2014, at the CCA Ujazdowski Castle in Warsaw, there will be an opportunity to view the works of noteworthy artists who are creating the contemporary German art scene. Curated by Angelika Stepken and Philipp Ziegler, the exhibition Future Perfect. Contemporary Art from Germany has been put together by sixteen artists – being a part of the middle and younger generations – mainly based in Berlin, but originate from various countries such as France, Norway, Greece, Vietnam, and Mexico.

The exhibition is trying to question our ability to speak about the future in the present world. “Future perfect,” in fact, is a tense describing events and activities that will be completed (or not) before, after, or at some point in the future. The tense can also be used to predict events and is one of the more enigmatic forms of describing time. From this perspective, the works that constitute the exhibition pertain to the issue of an uncertain future and what can create it – in relation to the past and present. The future becomes a concept, an object of speculation and predictions, an attempt to escape from the patterns of thinking, but also a reference to contemporary struggles and thoughts about possibilities and impossibilities.

The opulence of the ideas is portrayed in the form of their presentation. The artists, who contribute their creative output to the exhibition, use a variety of media: film, photography, sculpture, painting, installations, and collages. The artists encourage the public to employ the same creative approach, as they did in their works, to the interpretation of the past and thinking about what may possibly lay ahead of us. Perhaps a joint creative activity is just what we need to reduce the fear of a vague tomorrow?

Future Perfect is the most recent touring exhibition from the ifa(Institut für Auslandsbeziehungenwww.ifa.de). Thanks to cooperation from the Goethe-Institut and CCA Ujazdowski Castle, the exhibition will be presented in Warsaw for the first time within the frame of its world tour.

The Goethe-Institut in Warsaw supports the exhibition with a rich program of collateral events.

The exhibition is accompanied by a publication in German and English.
Co-organiser: Goethe-Institut

Executive producer: ifa (Institut für Auslandsbeziehungen)

CCA’s media patrons: TOK FM, Elle Decoration, Harper’s Bazaar, KMAG, Aktivist, Warsaw Insider, Hiro, Stolica, Label Magazine,artinfo.pl, PURPOSE

Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle Warsaw is a National Cultural Institution supported by Ministry of Culture and National Heritage.

For further information, press kit and images please contact:

Zofia Chojnacka, CCA Press Office
mobile  +48 510 160 637
tel. / fax +48 22 625 05 22
e-mail: biuroprasowe@csw.art.pl

Max Fuzowski, Business&Culture Agency
mobile +48 791 919 109
e-mail: csw@businessandculture.pl
+48 22 464 83 97

Lara Facco, CCA International Press Office
Mobile: +48 510 160783+39 349 2529989
tel: +48 22 628 12 71 ext. 132
e-mail: pressoffice@csw.art.pl

Magical Mistery Blues

Magical Mistery Blues

martedì 4 febbraio ore 21.00

Teatro di Tor Bella Monica

Indirizzo: Via Bruno Cirino, 00133 Roma
Telefono:06 201 0579

coro Gospel Joy To The World, dirige Lia Somma
voci Lia Somma, Remo Simoncelli, Elena Di Nisio
chitarre Andrea Renzi, Dario Fiori, Emanuele Desideri, Fabrizio Cordasco, Remo Simoncelli
piano e tastiere Fabrizio Cristiani, Marco Abbondanzieri
basso e contrabbasso Maurizio De Simone, Maurizio Longo
batteria Antonello De Simone, Dario Sorgiovanni
voci recitanti Claudia Caoduro, Fabiola Giuliano, Stefano Viezzoli
testi Marco Abbondanzieri
Clamacults

“La possibilità di esibirsi su un palco o solo davanti pochi amici non è altro che il desiderio, neanche tanto latente, di ogni musicista che si rispetti. Le musiche nere per eccellenza il Gospel, il Blues e il loro parente stretto il Jazz, hanno questa prerogativa: coinvolgono i musicisti e il pubblico nella spirale delle note e dei suoni prodotti nelle performance dal vivo. Lo spettacolo è lo scorrere dei suoni, ora vincolati da rigidi schemi armonici e dal canto, ora liberati in una improvvisazione pura, sempre però col rispetto del pubblico e della forma dove i richiami alle grandi composizioni del genere sono d’obbligo. Alcune narrazioni esplicano le performance dei musicisti con riferimenti ora tecnici, ora storici, con gli intrecci di personaggi che hanno reso questa musica più affascinante, dalla sua radice fino alle forme più moderne.”

Marco Abbondanzieri

Buchi neri o colini grigi ?

Uno dei temi più sfruttati e affascinanti della fantascienza è quello dei buchi neri, tanto che il concetto di singolarità, nato come termine tecnico relativo alla soluzione di Karl Schwarzschild alle equazioni di campo di equazioni di campo di Einstein, è diventata metafora del cambiamento epocale, al di là del quale il futuro è imprevedibile.

Come molti sanno, se il concetto di buco nero va bene per la relatività generale, fa a pugni con la meccanica quantistica.

Negli anni Settanta, Hawking cercò di risolvere il problema, ipotizzando che per una serie di effetti quantistici i buchi neri possano emettere una radiazione termica analoga a quella di un corpo nero dalla temperatura inversamente proporzionale alla massa del black hole.

Tale radiazione termica deriva dalle fluttuazioni quantistiche del vuoto che avvengono nei pressi dell’orizzonte degli eventi; queste creano delle coppie particella-antiparticella che rimarrebbero virtuali, se non fosse per la gravità del buco nero che attira a sè una delle componenti della coppia, mentre l’altra fugge nel vuoto cosmico.

Per rispettare il principio di conservazione dell’energia complessiva, la particella che è precipitata nel buco nero deve avere energia negativa (rispetto a un osservatore che si trovi lontano dal buco nero). Mediante questo processo il buco nero perde massa e a un osservatore esterno sembrerebbe che il buco stesso abbia appena emesso una particella.

Quindi il buco nero “evaporerebbe” con il Tempo, dissolvendosi in fine in un violento lampo di raggi gamma… Tutto bene, quindi ?

Mica tanto, perchè la meccanica quantistica impone un altro vincolo: la conservazione dell’informazione.

La radiazioni di Hawking è come un rumore bianco: qualsiasi cosa entra nel buco nero, da un fotone all’astronave di Galactus, uscirebbe sempre la stessa cosa, impedendo quindi di conoscere il passato. Come fare quindi per salvare capra e cavoli ?

La fantascienza classica non si porrebbe il problema: l’informazione finisce in un universo parallelo o un altre porzioni dello spazio tempo, così riusciamo ad andare più veloci della luce.

Purtroppo la fisica non è una puntata di Star Treck, nè un capitolo di un mio romanzo, indi per cui, applicando il rasoio di Ockham, ci si è orientati ad una soluzione più semplice.

Un paio di anni fa, un team di fisici con a capo Joseph Polchinski sviluppò un nuovo modello di orizzonte degli eventi, ipotizzando come il buco nero fosse circondato da una zona spaziotemporale ad alta energia, chiamata firewall (anche i fisici, oltre che gli informatici, da ragazzi hanno giocato a D&D… Gary Gygax è uno dei misconosciuti padri del contemporaneo, altro che Derrida e seguaci).

Embè che cambia ? Senza perdersi in formule astruse, questa soluzione permette di conservare l’informazione (per chi è interessato, qui viene spiegato l’arcano…)

Tutto risolto ? No, perché la soluzione di Polchinski contraddice infatti il principio di equivalenza di Einstein, alla base della relatività generale.

Stiamo quindi a punto e accapo ? No perché Hawking propone una soluzione di compromesso: per usare una metafora poetica ipotizza come l’orizzonte degli eventi non sia piatto come una tavola, ma simile all’acqua del mare, increspata da onde.

In sostanza gli effetti quantistici attorno ai buchi neri provocherebbero fluttuazioni imprevedibili nella struttura spazio-tempo, così da non permettere l’esistenza di una vera e propria linea di confine, ma orizzonti apparenti dominati da processi caotici, regioni turbolente, ma non nette.

Dal punto di vista della Relatività generale i due orizzonti sarebbero identici, conservando così le leggi fisiche di Einstein. Ma, da un punto di vista quantistico, l’orizzonte apparente in alcuni casi può anche sparire, lasciando così fuoriuscire radiazioni dal buco nero.

Possiamo stappare lo spumante ? Purtroppo ancora no: se i processi sono caotici, non possiamo fare alcuna previsione su cosa uscirà fuori dal buco nero, al limite definire degli attrattori strani, il che rende assai complicato stabilire a priori delle previsioni verificabili che possano invalidare o confermare l’ipotesi di Hawking. Per farla breve, siamo passati dal “Non abbiamo informazione” a “Non possiamo capire l’informazione”.

In più, gli astronomi non sarebbero in grado di rilevare alcuna differenza nel comportamento dei buchi neri rispetto a ciò che hanno già osservato fino a oggi.

Ritorniamo così alle solite antinomie kantiane, a cui bisogna credere per fede, non per prove concrete.

Ammettiamo però che Hawking abbia ragione, cosa cambierebbe nella narrativa di fantascienza nel passaggio dai buchi neri classici ai colini grigi ?

La nascita di tante idee nuove, come ad esempio ipotizzare razze di “rigattieri spaziali”, che vivono a distanza di sicurezza dall’orizzonte degli eventi e le cui civiltà sfruttano la radiazione di Hawking come fonte di energia, con l’economia basata sul riciclo e ricostruzione dell’informazione emessa dal buco nero.

Sul fronte della scrittura

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Ogni tanto mi dedico allo Stato Avanzamento Lavori come scrittore, per fare il punto di quanto sto combinando…

Lithica

Ho consegnato all’editor la seconda versione. Di fatto, ho accentuato la componente sperimentale e connettivista, secondo le seguenti linee guida:

  1. Moltiplicare e intrecciare le voci narranti, per dare l’impressione della soggettività e dell’incomprensibilità del reale, omaggiando Ian McDonald. Di fatto, la lettura del Fiume degli Dei mi ha illuminato.
  2. Trasformare il tempo in un origami, con l’uso di visioni e flashback, per sfuggire all’unità aristoteliche e rendere la complessità del caos quantistico.
  3. Citare e riscrivere, in maniera più o meno esplicita, i classici della letteratura dell’Ottocento, da quella colta (Flaubert, Proust, Verga) a quella popolare (Verne, Conan Doyle, Salgari ). Un gioco letterario, per omaggiare il buon Philip José Farmer. Tanti hanno chiacchierato di postmoderno, lui lo ha realizzato concretamente nella scrittura
  4. Mischiare i vari tono narrativi, dall’ironico allo splatter, per rendere la complessità contraddittoria della vita.
  5. Se ne Il Canto Oscuro ho creato un cattivo scialbo, per rendere l’idea della banalità del Male, qui invece seguire una strada differente, per mostrare gli incerti confini dell’etica…
  6. Applicando il consiglio di Giampietro Stocco, accentuare le atmosfere new weird, già presente in diversi miei racconti

Insomma di carne al fuoco ne ho messa, speriamo non bruci !

Noè

Grazie a Marco Vecchi, più per gioco che per altro, ho partecipato alle selezione di Writers Magazine per l’antologia 365 RACCONTI SOTTO L’OMBRELLONE.

Inaspettatamente, hanno scelto il mio racconto. Devo dire che scriverlo, asciugando la mia prosa, è stata una bella sfida

Hafgufa

Ho cominciato la riscrittura, tagliando dei pezzi ridondanti e cambiando il POD, dal narratore onnisciente alla prima persona

Navi Nere

Finalmente, mi sto dedicando al progetto a quattro mani con Giorgio Sangiorgi, relativo al first contact tra terrestri e Alieni, in cui vorrei far comparire personaggi citati in altri miei racconti, come  quelli de Il Vecchio Jo

Spero di finirlo entro l’anno !

29 gennaio

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Il 29 gennaio è un giorno che mi fa sempre riflettere e mi riempie di malinconia, perché ricco di lutti personali.

Conosco il dolore di vivere, so razionalmente che l’Universo è un paradosso privo di senso e la che coscienza è un epifenomeno del sistema nervoso, emergente da processi caotici.

Eppure non riesco a rinunciare alla speranza, forse infantile, che qualcosa esista oltre la morte. Non per la sopravvivenza del mio Ego, poco mi importa… Ma per la possibilità di rivedere le persone care.

Oggi ricordo la nonna materna, la cui personalità, a volte ingombrante, ha lasciato un vuoto nella mia famiglia: spesso mi capita di sorridere al pensiero che mio padre, che tanto la criticava, con il tempo tende ad assomigliarle sempre più, con pregi e difetti…

E il buon Massimo Prizzon... E’ strano come il Tempo il tempo non calmi il Vuoto, ma lo renda più sottile e traditore. Sei convinto di essere sceso a patti con lui e poi all’improvviso salta fuori, colpendoti quando sei più indifeso. Basta un gesto, una foto, un ricordo.

Non so che fine abbiate fatto, tu e mia nonna: dovunque siate, Paradiso, Nirvana, Verdi Praterie, vi auguro ogni felcità… Mi mancate tanto…

 

Il Sole Forse

il sole

Daniela Basti
Presenta
“Il Sole Forse”
I Sogni e i malesseri e i progetti dei detenuti attraverso una voce poetica
Casa Editrice Lietocolle ed 2013
A cura di Olga Garofalo

7 febbraio 2014
Ore 18:00
Presso associazione “Antico Lavatoio Contumaciale”
Piazza Perin del Vaga 4- 00196 Roma
Relazioni: Mirella LoIacono e Fortuna della Porta
Partecipa il Tenore: Pino Ingrosso
Con
Canti dal carcere

Daniela Basti, infatti, laureata in Lettere Moderne e in Psicologia, ha insegnato per più di un decennio presso la Casa di Reclusione romana di Rebibbia, dove ha realizzato diverse proposte educative e culturali (tra cui quella che si è concretizzata nella pubblicazione del libro Ricette d’evasione), e continua a rapportarsi tuttora all’ambiente carcerario operando nel Centro Clinico di Regina Coeli e presso Rebibbia con progetti a carattere psicologico e con una costante attività di volontariato.
Buffet
Info e contatti:
email: tomasobinga@fastwebnet.it
http://www.lavatoiocontumaciale.it

tel: 0636301333 cell:3343708222

La figlia del poeta

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E’ il silenzio
dell’estate amara
interrotto dalle lagne
di grilli e cicale

E’ la solitudine
di un padre assente
schiavo di libri
e troppe parole

Non gli chiedo
che un gioco
o un poco
dell’attenzione
che regala
ai suoi versi

Non ottengo
che uno sbadiglio
o un gesto sgarbato

Lo invito
a liberarsi dai fogli
per scoprire
il fiore e il vento
ma nei suoi occhi
non leggo che vuoto

Dimentica biglie
nelle buche del Tempo.

In Egitto
l’Angelo della morte
non uccise i figli
ma i cuori dei padri

Non so se ho più paura
Della morte o della vita
Che mi resta

Piazza Venezia

venezia

 

Alcuni amici, leggendo dell’ipotesi originaria del Vittoriano, mi hanno chiesto come sarebbe cambiata Piazza Venezia…

Domanda a cui è difficile rispondere, perché, tecnicamente, Piazza Venezia, ai tempi del Papa Re, non esisteva !!!

Infatti essa era la semplice “corte” del Palazzo di S.Marco che si veniva a creare nello spazio lasciato libero dalla “L” formata dal grande palazzo e dal viridario-palazzetto. Questo piccolo slargo prendeva il nome di Platea Nova cui si aggiunse il nome di Piazza della Conca, quando nel 1466 venne qui posta una vasca marmorea.

Di fronte al complesso paolino sorgeva Palazzo Torlonia che continuava la serie di palazzi sull’asse di via Lata (via del Corso) in modo che questa, con l’eccezione della piazzetta marciana, giungesse fino alle pendici dell’Ara Coeli.

Paolo III Farnese negli anni trenta del XVI secolo collegò il viridario di Palazzo S. Marco all’Ara Coeli tramite un lungo camminamento merlato che prese il nome di Torre di Paolo III.

E’ probabile tuttavia, pur salvandosi dai Savoia, questo complesso urbanistico non sarebbe sopravvissuto alla mania mussoliniana del piccone risanatore…

La Pulce Fumetti

pulce

 

La Pulce Fumetti, attualmente in via Alatri 18, è il punto di riferimento di tutti gli appassionati di comics e di manga di Centocelle e d’intorni.

Io mi ci sono fatto grande da loro e anche se non ci entro da anni, seguo sempre le loro belle iniziative.

Negli ultimi anni hanno cominciato ad acquisire tavole e disegni originali, rendendo il negozio una sorta di galleria d’arte libera e gratuita…

Un luogo da visitare, per comprare bei fumetti e ammirare quanto di meglio può offrire il mondo dell’illustrazione.. Non posso che ringraziarli per ciò che fanno…

P.S. nell’immagine è presente il loro ultimo acquisto, un’illustrazione di Gabriele Dell’Otto