I nomina sunt consequentia rerum
così racconta una frase latina
che riflette profonda sul linguaggio
e sulle catene che lo legano
a ciò che in apparenza ci racchiude.
Se un muro, un fiore o un’alba rosata
feriscono dure la percezione
nella lugubre e piena concretezza
che dire dell’evanescente amore
le cui piaghe uno scettico apostolo
non può contemplare stanco e impaurito ?
Impalpabile nebbia ci carezza
accompagnando nell’isola beata
i nostri sogni e ripide speranze
riempiendo il vuoto che segue rapido
ogni frammento della nostra vita.
La parola è uno specchio sporco e rotto
a cui sfugge il pio dono e la bellezza
del consacrarti stupito la vita.
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