AmArte si è conclusa: sono stati due giorni intensi, vivi, faticosi, ma ricchi di soddisfazione.
Sono stato il primo a essere sorpreso dal successo di pubblico, il migliore premio per chi ha collaborato a questo progetto e la risposta migliore a tutti coloro che, per piccoli egoismi e misere beghe di bottega, hanno provato a metterci i bastoni tra le ruote.
Fare cultura in periferia è doveroso e possibile: a differenza di quanto predicano demagoghi, che si riempiono la bocca di tolleranza zero e repressione, ma in verità sono i migliori alleati del degrado, perché da questo ottengono voti e legittimità, la cultura non è alternativa alle legalità, ma la sua migliore alleata.
Perchè permette il recupero dello spazio urbano, ridando centralità al Cittadino.
La pittura, il teatro, la poesia e la musica non sono un di più, da tollerare e rinchiudere in un ghetto, ma linguaggi universali, che, se ben comunicati, riescono ancora a parlare all’Uomo comune coinvolgendolo.
Portare la cultura nella sala consiliare, il fulcro e la prima frontiera della democrazia, non è stato un capriccio, ma il voler riportare la Cultura al centro della Politica e delle Istituzioni
A chi ha storto il naso, vorrei ricordare come la nostra Costituzione, all’Articolo 9, così dice
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Negare gli spazi alla Cultura è violare i principi che a chiacchiare si dice di voler difendere e rappresentare.
Infine, se permettete, una tirata d’orecchie all’assessore Marinelli, che, nonostante i numerosi inviti, ha snobbato la manifestazione: suvvia, oltre le mure aureliane non vi è il deserto o i terribili Umpa Lumpa cannibali, ma tante realtà visionarie e creative.
Cerchi di dare importanza anche a loro, qualche volta… Detto questo, ci rivediamo alla prossima edizione