Marx, Tor Sapienza ed Esquilino

Marxism-marx-brothers-9268845-400-500

Purtroppo ho un formazione vetero marxista: questo mi dona uno sguardo sulle cose disincantato sulle cose che molto definiscono cinico. Roma è sempre stata una città a forti diseguaglianze: la crisi economica non ha fatto che polarizzare queste differenze, creando “zone privilegiate” e “zone marginali”.

Nelle prime, il tessuto sociale non solo ha resistito alla crisi, ma ha addirittura sviluppato una capacità di organizzare forti gruppi di pressione, capaci di influenzare direttamente o indirettamente la politica comunale.

Nelle seconde, il tessuto sociale si è invece sfilacciato, rendendo difficile l’aggregazione e la possibilità di far percepire le proprie istanze al Potere.

Veltroni, Alemanno e soprattutto Marino hanno adottato una politica cinica: pur andando al potere con i voti delle zone marginali, nel governare si sono appoggiati alle zone privilegiate.

Queste hanno fatto la parte del leone nella ridistribuzione delle risorse, mentre alle marginali sono stati tagliati selveggiamente i servizi, scaricandovi al contempo tutte le potenziali fonti di conflitto sociale.

Un politica basata sul servilismo nei confronti dell’alta borghesia, del clientelismo nei confronti della piccola e sul disprezzo nei confronti del proletariato che Gramsci non avrebbe esitato a definire fascista.

Come risultato, se i privilegiati sono tenuti lontani dalle tensioni o le gestiscono tramite una flessibilità sociale, queste fioriscono nelle aree marginali: come avviene spesso nella storia, invece di scaricarsi sul Potere, queste tensioni colpiscono i più deboli, l’equivalente del sottoproletariato, perchè i penultimi sono convinti che gli ultimi possano essere un pericolo per quel tozzo di pane che guadagnano con fatica.

L’Esquilino, nonostante i continui piagnistei dei suoi abitanti, per una serie di motivi, dalla sua gentrificazione alla nascita di una borghesia cantonese, appartiene alle aree privilegiate: basti confrontare i fondi del Campidoglio destinati al rione con quelli a Tor Sapienza o i progetti per Piazza Vittorio rispetto a quelli di Piazza del Quarticciolo.

E come risolvere il problema alla radice ? Le reti antirazzismo e sceneggiate varie, appartenendo alla sovrastruttura, non incidono sulla struttura: al massimo servono a tacitare la cattiva coscienza dei privilegiati.

Per agire sulla struttura, è necessaria una nuova politica di equità sociale, con investimenti seri nelle aree marginali, nel tentativo di ricostruire un tessuto sociale: una politica che abbandonando biciclette e pande rosse raccolga l’eredità di Petroselli e di Vetere.

 

3 pensieri su “Marx, Tor Sapienza ed Esquilino

  1. Pingback: Io nun so’ ‘n politico | ilcantooscuro

  2. Pingback: Nel segno del rock | ilcantooscuro

  3. Pingback: Marino e Pareto | ilcantooscuro

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...