Strana parola, suono
immagine che affoga
in crepe di ricordi.
Un televisore bombato
verde, su un carrello
pacchiano, facile a scaldarsi.
Mio padre che bestemmia
cambiando una valvola
un pugno all’alimentatore
e la nebbia sullo schermo
muta in un cane folle
e nell’amico sempre affamato
che come il tempo
tutto divora
Mia madre mi porge
pane e marmellata
mentre i nonni giocano
una partita infinita
Sul tavolo danzano
i nomi dei morti
sospiri, santini
un grigio elenco
da cui ogni giorno
spunto un nome