Ieri sera stavo chiacchierando al telefono con un mio amico artista… Tra un pettegolezzo e l’altro, siamo finiti a parlare delle vicende del buon Max Papeschi, concordi nell’esprimere la nostra solidarietà per la questione Dismaland…
Ad un certo punto, il mio amico se ne esce con un
“Mi è piaciuto come hai reso omaggio a Max, in Navi Grigie“
Mi gratto la testa, aggrotto la fronte, assumendo un’espressione alla che diavolo stai dicendo Willy…
“Cioè ?”
“Ma come, con quel personaggio, il muride”
Accrocco due o tre parole di circostanza, per non dare dello scemo al mio amico e liquido la vicenda…
Però, il tarlo mi rode la mente: riprendo il mio libro e lo rileggo, scevro da pregiudizi.. E lo scemo sono. A mente fredda, devo dare ragione al mio amico. Le opere di Max hanno influenzato il mio immaginario e la mia scrittura…
Riflettendoci, sarebbe stato strano il contrario ! Max, con la sua arte intelligente, disincanta e sarcastica, racconta una società che priva di senso di sfalda, aggrappata alle sue contraddizioni.
Un mondo in cui i meme hanno sostituito il Reale, in cui una risata amara e grottesca è l’unica ribellione al vuoto multiforme..
Di fatto una cosa molto simile a a ciò che racconto in Navi Grigie… Senza le visioni di Max, il mio romanzo sarebbe stato senza dubbio diverso e peggiore…
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