Se i racconti di Utopia Pirata fossero stati scritti da un esordiente, probabilmente avrei parlato di un buon lavoro; però, da un fuoriclasse, mi sarei aspettato qualcosa di più e di diverso.
Per essere chiaro, Sterling è, come accuratezza storica, una spanna sopra a tanti scrittori che conosco. Per una volta, scrive con prosa leggera e divertente. Però in ogni racconto manca il colpo d’ala, il lampo di genio, quello che, per citare il Perozzi
È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione.
Di pastiche letterari, in cui si mischiano generi, stili, personaggi reali e di fantasia, in questi anni ne ho letti a bizzeffe e a costo di essere bruciacchiato come eretico, anche di ottimo livello, paragonabile a quelli buttati giù da Sterling.
I quali non mi hanno nè stupito, nè scosso, nè riempito d’entusiasmo; a volte danno l’impressione di essere impalpabili, di non posarsi sull’anima…
Però, è interessante interrogarsi su una cosa… Su quanto Sterling sia stato influenzato dall’ambiente narrativo italiano, portando all’eccesso quanto già presente ne La Macchina della Realtà, e su quanto lui abbia influenzato la scrittura e l’immaginario di tutti noi..