Negli ultimi giorni, ho ricevuto un paio di recensioni su Lithica. La prima, di un lettore molto connotato politicamente, che ha accusato il libro di essere sia uno strumento di propaganda del PD, sia omofobo.
Accuse che mi hanno lasciato perplesso: per quando è ambientato il libro, al massimo può essere accusato di fare propaganda occulta alla restaurazione del Papa Re… La seconda accusa, visto quanto accaduto oggi a Orlando, non la ritengo degna di essere presa in considerazione: sono fiero però di aver raccontato la storia con tutte le sue sfumature, rimpianti e contraddizione tra Alan Stuart e Thomas Edward Lawrence.
Alla fine, tale recensione non è che l’ennesima riprova che troppa campagna elettorale fa male ad alcuni cervelli…
Invece, degna di nota, è la recensione di un’affezionata lettrice che copio integralmente
Non sono certo un’esperta, né una letterata… purtroppo. Lo dico perché questo romanzo meriterebbe di essere esaminato pagina per pagina, tanti sono i riferimenti ed i rimandi a fatti, racconti, personaggi, veri o di fantasia, che presidiano ogni avvenimento. Presidiano, in quanto ad ognuno di loro viene assegnato il compito di far fluire il proprio pensiero, oltre ad essere presenti ed attivi.
Il punto di forza del libro è questa fascinazione culturale anche se sono preponderanti gli aspetti ucronico e dark. Non mancano la solita ironia, i dialoghi rapidi e divertenti, come le riflessioni filosofiche e un po’ di sofferenza. Una sofferenza umana e che svela a tratti il carattere empatico dell’autore. E’ la maschera che nasconde l’anima?
Ma è solo una breve occhiata, subito si torna al colpo di scena, al mistero, alla battuta. Una lettura che, una volta finita, ti fa desiderare di incontrare nuovamente i suoi personaggi. Un piccolo appunto: il mio latino è forse troppo arrugginito…una nota ogni tanto?