Videobloggando

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Come forse alcuni avranno notato, in questi giorni sto sperimentano il meccanismo dei vblog. Il motivo è molto banale: in questi mesi, per un accavallarsi di impegni lavorativi di ogni genere e risma, non ho avuto nè tempo, nè testa per scrivere post. l video mi permettono di ridurre sia la fatica, sia il tempo necessario per comunicare.

L’altro grande vantaggio che ho constato in questi giorni è nella flessibilità: posso fare vedere i luoghi in cui ambiento le mie storie, associandoli alle mie riflessioni.

Inoltre, i video mi costringono a rimettermi in discussione: mi costringono ad essere sintetico, cosa complicata per un logorroico come me, e a vincere la mia naturale timidezza.

Quindi è tutto oro ciò che luccica ? Direi di noi: la necessità di essere veloci e stringati, va scapito della complessità e della pluralità dell’analisi, tipica della scrittura. Per cui, per quanto possibile, cercherò di alternare le due modalità di comunicazione

P.S. Su Solaria si parla di Lithica. Colgo l’occasione di ringraziare Giampietro Stocco per l’attenzione

Io e il mio troll

troll

Può sembrare strano, ma come scrittore, a differenza di alcuni colleghi, meno fortunati di me, ho avuto a che fare di rado con i troll: ma quei pochi che ho incontrato, sono a modo loro personaggi da romanzo.

L’ultimo con cui ho avuto a che fare, strano a dirsi, l’ho incrociato nello strano mondo delle ucronie che per chi non lo sapesse, per pigrizia scopiazzo da Wikipedia

è un genere di narrativa fantastica basata sulla premessa generale che la storia del mondo abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale

Il mio troll, che citando Tolkien chiameremo Maso, bazzicava con alterne fortune un gruppo su Facebook dedicato alle ucronie di cui, in teoria, sono amministratore: dico in teoria, perché, per mancanza di tempo e pigrizia, mi ci dedico ben poco. Maso, convinto di essere il massimo esperto mondiale di Fascismo e Seconda Guerra Mondiale, spesso polemizzava senza costrutto con gli altri membri del gruppo, alcuni dei quali, dotati di poca pazienza, o lo sbugiardavano o stanchi del suo tono da Furio Zoccano, lo mandavano al diavolo con poco garbo.

Finchè, un giorno, preso a pernacchioni nella sua convinzione che alla Germania Nazista fossero mancate solo delle chiatte fluviali per portare a buon fine l’Operazione Leone Marino, decise di crearsi, come monumento al suo ego, un suo gruppo dedicato alle ucronie, che ha oggettivamente meno successo dell’originale.

Forse vittima di un immotivato complesso di inferiorità, decise di rientrare nel gruppo primigenio, per applicare quello che secondo lui era un machiavellico e geniale piano per portare iscritti nel suo dominio: alimentò ad arte una polemica sull’Olocausto, dichiarò di essere perseguitato dall’amministratore e dai suoi sodali, se ne andò sbattendo la porta, per poi reiscrirsi sotto un’altra identità, con un intervento che invitava tutti a passare al suo gruppo su FB, lodandolo come democratico e pluralista.

Dato che Maso ha un mediocre rapporto con la lingua italiana, vista la tendenza a ripetere un certo errore, fu subito identificato e sbertucciato come d’uopo. Pensavamo, io e altri amici, che tale lezione gli fosse bastata: ahimè, in realtà avevamo contribuito a creare un mostro.

Offeso nel suo amor proprio, Maso si creò una serie di false identità su Facebook: Hubert, la sua versione francese, Tom, quella inglese, Masa, quella femminile, Masolino, il suo presunto braccio destro nel mai dimostrato lavoro, Masovic, la sua versione russa e tante altre. Con queste si iscrisse a tutti i gruppi di FB che trattavano della Seconda Guerra Mondiale et Similia, polemizzando a destra e manca, dandosi manforte e applausi con i vari nick.

Infine, forse preso da nostalgia per il mio gruppo, si riscrisse, ovviamente con un falso nome, ma, ahimè riprese subito le vecchie abitudini, questionando a destra e manca. Essendomi accorto della sua presenza, dopo averlo espulso, ridendoci su, ha cominciato a riempirmi di insulti in chat dalle ore 14.00 alle ore 22.35, forse battendo una sorta di record mondiale, tra cui

Forse ti da fastidio che ci siano anche altri a sapere scrivere ucronie?
Visto che hai litigato con mezzo mondo, nel settore, sembrerebbe che quello che teme la verità sia tu, non io!

Alla fine, essendo in ferie e avendo altre cose a cui pensare, l’ho bloccato. Però, dopo tutte queste sceneggiate, mi rimane però una domanda assai seria: ma quanto è vuota la sua vita, per sprecare tanta energia, tempo, rabbia in cose che detto fra noi, sono così futili…

Raggi o non Raggi ?

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Dato il poco tempo trascorso dalla sua elezione, non pretendo di tirare un bilancio provvisorio della giunta Raggi: però, se mi è concesso, vorrei evidenziare come, nonostante i proclami “rivoluzionari” dei grillini in campagna elettorale, vi sia una sorta di continuità tra l’amministrazione Marino e quella Cinque Stelle.

Continuità nel bene, penso a quanto fatto ad Ostia, al tram 8 o al Grab e purtroppo nel male, cosa che a medio termine potrebbe fare incorrere la Raggi nelle stesse difficoltà del precedente sindaco. Per cui, preferisco concentrarmi nell’analisi di questi punti di attenzione.

Rifiuti: La situazione della “Mondezza” è senza dubbio complessa: per decenni è stato applicato, da amministrazioni di qualsiasi risma e colore, il modello Malagrotta: ossia, utilizzare per lo smaltimento dei rifiuti un soggetto privato, che oltre a guadagnare cifre notevoli, ha avuto un potere sovradimensionato di inferenza sulla città, visto il suo regime di monopolio, invece che investire sul riciclo e sulla differenziata.

Al contempo, si è impoverita di competenze e risorse l’AMA, per renderla uno strumento di gestione del consenso elettorale e delegare all’esterno alcune sue attività, alimentando il circolo vizioso di “Mafia Capitale”.

Con Marino, sicuramente in un modo non eccellente, pieno di contraddizioni ed errori, si è cercato di proporre un modello alternativo, più moderno ed europeo.

La Raggi invece, sta dando segnali molto contradittori sull’argomento: da una parte la nomina della Muraro, che secondo Li er Barista

“è come se l’Alleati avessero messo Goering a fare il pubblico ministero a Norimberga”

è un segnale di controrivoluzione, visto che l’assessore, organico al vecchio modo di gestire i rifiuti, ha riproposto, con la scusa dell’emergenza, dimenticando che ad Agosto il problema si sarebbe risolto da sé, con la diminuzione fisiologica del calo dei rifiuti il vecchio approccio di privatizzare gli utili e socializzare le perdite, dall’altra la nomina di un ottimo professionista come Stefano Bina all’AMA e i nuovi investimenti promessi sui TBM indicano la volontà di continuare con la strada tracciata dalla precedente giunta.

Burocrazia: non entro nella questione stipendi e costi della politica, anche se, devo evidenziare come a fronte di un 11% di tagli realizzati da Marino, con tutta la zavorra di Mafia Capitale, abbiamo un 6% di tagli promessi, il che è un presa per i fondelli per gli elettori, visti i proclami elettorali, come per la precedente giunta, si è evitato di valorizzare le risorse interne, che non sono tutte mele marce, per coinvolgere personalità esterne che forse non hanno le competenze e la conoscenza più adeguata della realtà romana, per svolgere al meglio il loro compito.

Lo stesso caso Romeo, con tutte le sue sfumature,  non contribuisce certo motivare e diminuire il tasso di scontento di impiegati, senza la cui collaborazione non si può gestire una città complessa come Roma

Cultura: Senza ombra di dubbio, la Cultura è stata la cenerentola della giunta Marino. La Raggi con una nomina di spessore, ha probabilmente cercato un cambio di passo. Tuttavia, è indubbio che, in queste settimane, Luca Bergamo non abbia lasciato molte tracce di sè. Speriamo che questa evanescenza finisca con l’arrivo dell’autunno

Comunicazione: E’ indubbio che, come Marino, la Raggi abbia i media romani contro: ciò dipende sia dagli interessi degli editori, sia dal fatto che entrambi siano “Sindaci di Minoranza”. A differenza di Marino, la Raggi sta però tentando di lanciare una narrazione “inclusiva”, capace di dialogare con le diverse realtà della società romana, con una serie di gesti simbolici, come ad esempio il pranzo di Ferragosto alla Caritas di Colle Oppio.

Il problema della Raggi è nei suoi sostenitori, tanti rumorosi, quanto irritanti, degni dell’Istituto Luce del Ventennio, che, con una visione manichea della realtà, aliena da ogni sfumatura, rischiano di alienarle quella parte del corpo elettorale romano, che pur non essendo pienamente convinto di Grillo, le ha dato fiducia per mancanza di alternative.