
Può sembrare strano, ma come scrittore, a differenza di alcuni colleghi, meno fortunati di me, ho avuto a che fare di rado con i troll: ma quei pochi che ho incontrato, sono a modo loro personaggi da romanzo.
L’ultimo con cui ho avuto a che fare, strano a dirsi, l’ho incrociato nello strano mondo delle ucronie che per chi non lo sapesse, per pigrizia scopiazzo da Wikipedia
è un genere di narrativa fantastica basata sulla premessa generale che la storia del mondo abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale
Il mio troll, che citando Tolkien chiameremo Maso, bazzicava con alterne fortune un gruppo su Facebook dedicato alle ucronie di cui, in teoria, sono amministratore: dico in teoria, perché, per mancanza di tempo e pigrizia, mi ci dedico ben poco. Maso, convinto di essere il massimo esperto mondiale di Fascismo e Seconda Guerra Mondiale, spesso polemizzava senza costrutto con gli altri membri del gruppo, alcuni dei quali, dotati di poca pazienza, o lo sbugiardavano o stanchi del suo tono da Furio Zoccano, lo mandavano al diavolo con poco garbo.
Finchè, un giorno, preso a pernacchioni nella sua convinzione che alla Germania Nazista fossero mancate solo delle chiatte fluviali per portare a buon fine l’Operazione Leone Marino, decise di crearsi, come monumento al suo ego, un suo gruppo dedicato alle ucronie, che ha oggettivamente meno successo dell’originale.
Forse vittima di un immotivato complesso di inferiorità, decise di rientrare nel gruppo primigenio, per applicare quello che secondo lui era un machiavellico e geniale piano per portare iscritti nel suo dominio: alimentò ad arte una polemica sull’Olocausto, dichiarò di essere perseguitato dall’amministratore e dai suoi sodali, se ne andò sbattendo la porta, per poi reiscrirsi sotto un’altra identità, con un intervento che invitava tutti a passare al suo gruppo su FB, lodandolo come democratico e pluralista.
Dato che Maso ha un mediocre rapporto con la lingua italiana, vista la tendenza a ripetere un certo errore, fu subito identificato e sbertucciato come d’uopo. Pensavamo, io e altri amici, che tale lezione gli fosse bastata: ahimè, in realtà avevamo contribuito a creare un mostro.
Offeso nel suo amor proprio, Maso si creò una serie di false identità su Facebook: Hubert, la sua versione francese, Tom, quella inglese, Masa, quella femminile, Masolino, il suo presunto braccio destro nel mai dimostrato lavoro, Masovic, la sua versione russa e tante altre. Con queste si iscrisse a tutti i gruppi di FB che trattavano della Seconda Guerra Mondiale et Similia, polemizzando a destra e manca, dandosi manforte e applausi con i vari nick.
Infine, forse preso da nostalgia per il mio gruppo, si riscrisse, ovviamente con un falso nome, ma, ahimè riprese subito le vecchie abitudini, questionando a destra e manca. Essendomi accorto della sua presenza, dopo averlo espulso, ridendoci su, ha cominciato a riempirmi di insulti in chat dalle ore 14.00 alle ore 22.35, forse battendo una sorta di record mondiale, tra cui
Forse ti da fastidio che ci siano anche altri a sapere scrivere ucronie?
Visto che hai litigato con mezzo mondo, nel settore, sembrerebbe che quello che teme la verità sia tu, non io!
Alla fine, essendo in ferie e avendo altre cose a cui pensare, l’ho bloccato. Però, dopo tutte queste sceneggiate, mi rimane però una domanda assai seria: ma quanto è vuota la sua vita, per sprecare tanta energia, tempo, rabbia in cose che detto fra noi, sono così futili…