To dance with Jack o’ the Shadows

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No, non parlerò della Raggi… Perché mi sembrerebbe di maramaldeggiare, perché, nonostante le mie numerose perplessità spero che al Campidoglio smettano di giocare al Trono di Spade e si comincino a occupare seriamente dei problemi della città e perché, diciamola tutta, sto prendendo appunti da questa telenovela per usarla come traccia per un prossimo racconto… Sì, sono manie da scrittore.

Per cui, per una volta voglio parlare di un tema che tratto assai poco: la mia vita lavorativa. In queste settimane tra migrazioni di Data Center e risposte a bandi di gare senza capo nè coda, mi sono ritrovato a progettare lo start-up di un’ipotetica piattaforma di business analytics, basata su reti bayesiane e che integra diverse fonti di big data.

Sono molto scettico sul fatto che questa soluzione sia mai realizzata nel concreto e troppo vecchio e disincantato sulle sue ricadute sulla mia carriera.

Però mi ha dato la possibilità di conoscere cose nuove: dal Business Model Canvas ai modelli predittivi, cose che forse non mi serviranno mai, ma che hanno acceso la mia curiosità e hanno arricchito le mie esperienze.

Di rimettermi in discussione, sfidando i miei limiti e la mia pigrizia, magari solo perchè qualche amico aveva paura di fare una pessima figura.

Il 13 settembre, mi toccherà presentare il tutto… Comunque vada, ne è valsa la pena

Parlando di Mostrati

Dal 1 al 30 settembre 2016 la prestigiosa sede di Palazzo Trigona di Noto ospita  “Mostratì”, la mostra d’arte contemporanea, anche se forse è limitativo definirla così, curata da Marla Lombardo e a cui partecipano Garjan Atwood, Turi Calafato, Andrea Chisesi, Monia Merlo, Giuseppe Piccione, Corrado Roccaro.

Citando la presentazione

Mostratì presenta una serie di opere ispirate al concetto di “Ritratto”, in cui il comune denominatore attinge dall’immaginario collettivo per farsi portatore di segni, codici e valori.

I lavori proposti per Mostratì sono tutti inediti e manifestano chiaramente l’intenzione degli artisti di confrontarsi col proprio vissuto, in un dialogo fatto di rimandi continui alla propria dimensione artistica, secondo un proprio linguaggio estetico-espressivo e contaminazioni socio-culturali.

In questo ampio e vario contesto espositivo, in cui la fotografia torna protagonista, con tre fotografi di PhotoVogue, la mostra sarà arricchita da workshop, incontri ed eventi collaterali.

I giorni 8 e 9 settembre con “Fashion Icon”, Workshop di Fashion & Beauty Photography di Marcello Scrofani e Slowmotion Travels in collaborazione con il designer e retoucher Marco Pasqua.

Giorno 15 settembre per il ciclo “Incontri a Palazzo” si terrà l’incontro letterario con lo scrittore e giornalista Francesco A. Russo ed il fotografo siciliano noto a livello internazionale Aldo Palazzolo.

Giorno 20 settembre per il ciclo “Incontri a Palazzo” si terrà l’incontro letterario con la fotografa siracusana Maria Pia Ballarino ed il docente enogastronomico e chef Giovanni Fichera.

Giorno 22 settembre per il ciclo “Incontri a Palazzo” si terrà l’incontro-dibattito dal titolo: “CUMO: Opportunità per il Territorio”.

Infine, venerdì 30 settembre, il giorno del finissage della mostra, avrà luogo la sfilata del fashion designer palermitano Sergio Daricello, entrato ormai di diritto con il suo proprio Brand nel gotha della moda internazionale. Nel suo curriculum si annoverano collaborazioni e nomi come Dolce&Gabbana, Etro, Versace, Giuliano Fujiwara e la regina del pop Madonna.

Mostrati, come accennavo nel video, è l’epitome della mostra postmoderna: per la contaminazione tra linguaggi e media, per come fa dialogare Antico e Contemporaneo e per il tema affrontato, quello del ritratto.

Tema antichissimo, visto che è legato all’ambizione innata nell’Uomo di lasciare traccia di sé, nonostante l’oblio provocato dal Tempo, e contemporaneo, visto che i nuovi media, compresi i video, hanno riportato all’attenzione della riflessione estetica e filosofica il filo conduttore che ne lega le varie espressioni nei secoli, da  Thutmose a Lucian Freud.

La dialettica, a volte drammatica e contraddittoria, tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere,  tra come vorremmo apparire e come siamo percepiti.

Per cui, correte di corsa a Noto…

 

Lotta Politica a Roma

secessio

Gli antichi romani definivano il loro stato come una res publica, intesa non soltanto come una res populi, cioè come l’insieme di beni e rapporti del populus l’insieme dei cives che abitavano nello stesso luogo ed erano partecipi dell’ordinamento di quella comunità indipendente in quanto titolari di poteri e diritti.

Per citare il buon vecchio Cicerone, quanto l’ho odiato al liceo, il popolo è una comunità umana

iuris consensus et utilitatis communione

per consenso di diritto e comunanza di utilità.

Ma a differenza della concezione moderna, il popolo non era il diretto detentore del potere politico, ma fungeva da aggregazione di diverse strutture gentilizie verticali, che traevano forza dal perpetuarsi di una fitta rete di legami, legali e illegali con ampi settori della comunità.

Strutture gentilizie quindi pervasive e in perenne lotta tra di loro, con l’intrigo e la violenza, con l’obiettivo di appropriarsi e usare a proprio esclusivo vantaggio i beni collettivi.

Questa impostazione dello Stato e della lotta politica, pur cambiando le forme e le modalità di aggregazione, si è perpetuata nel tempo, sino ad arrivare ai giorni nostri.

Mafia Capitale, gli intrighi che hanno portato la caduta di Marino, le lotte che dilaniano la giunta Raggi, derivano proprio da questa forma mentis e dall’incapacità di utilizzare questa dialettica in maniera costruttiva.

Confronti tra Media

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Riprendendo il discorso di ieri, ciò che fa la differenza tra video e scrittura è la tempistica di esecuzione. Nel primo caso, dati i limiti tecnologici del mio cellulare, devo sfruttare al meglio i 4 minuti che ho a disposizione.

Nel secondo, nel caso riuscissi a vincere la mia leggendaria indolenza, un incubo per tutti gli editori che hanno avuto la sfortuna di collaborare con il sottoscritto posso allungare il brodo a dismisura.

Alla fine, tutto si riduce a un duello tra sintesi e analisi. Per rendere in concreto la differenza tra i due media, vi mostro come possa apparire la descrizione del mio universo narrativo in un video e nell’articolo che mi hanno pubblicato su Solaria.