La diffusione della Realtà Aumentata

 

Come diceva bene mio nonno, per fare capire bene qualcosa, è meglio sbatterci il grugno, piuttosto che perdersi in mille chiacchiere.

Per cui, consiglio di dare un’occhiata al video delle Edizioni Il Galeone, che rende al meglio, più di qualsiasi mio post, cosa si intende per l’applicazione della Realtà Aumentata all’Editoria.

Una piccola nota a margine, però me la posso concedere… Nella narrativa di fantascienza, questa applicazione veniva realizzata con tecnologie più o meno esotiche, riconducibili alle interfacce neurali, che forse il buon Elon Musk riuscirà a industrializzare.

I tentativi di implementarla hanno portato allo sviluppo di apparati dedicati, esempio i Google Glass o il loro quasi defunto erede Project Aura, che per quanto mandassero in visibilio i nerd, non erano economicamente appetibili per il grande pubblico, né davano vantaggi tali, da poter essere competitivi nelle applicazioni industriali

Alla fine, come sempre accade, è prevalsa la soluzione più semplice, economica e a massima pervasività, che rende marginale il costo del servizio e permette di aggredire il mercato di massa, sfruttando un device già di uso comune, il nostro amato smartphone…

E questa disponibilità di massa, ha permesso alla creatività umana di sfruttarne a pieno le potenzialità, in ambiti inaspettati..

A 80 anni dalla morte di H.P.Lovecraft

Il tredicesimo cavaliere 2.0

Necronomicon Nyarlathotep Arkham Miskatonic Dunwich

Ma perché un “solitario” è oggi tanto noto? Se si cerca  “Lovecraft” con Google – come ho fatto io poco prima di scrivere questo articolo – il suo algoritmo, come una modernissima Lampada di Aladino, risponde: circa 13.700.000 risultati; se si cerca invece “H.P.Lovecraft” risponde circa 524.000 risultati e infine “Howard Phillips Lovecraft” risponde circa 481.000 risultati. Inutile provare con “HPL”, come è anche universalmente noto, perché con questa sigla ci sono molte altre cose in rete. Insomma, un effetto inusitato per uno che viene ancora chiamato Il Solitario di Providence e che a 29 anni scriveva La breve autobiografia di un povero scribacchino e a 43 anni Alcune note su una non-entità (testi entrambi in Parola di Lovecraft, Società Editrice La Torre, 2012). Tanta poca considerazione aveva di se stesso. E invece il tempo gli ha dato torto, e fosse ipoteticamente vissuto sino ai nostri…

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Editoria e Realtà Aumentata

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Nonostante la accuse, che spesso arrivano da persone ben più ignoranti del sottoscritto, di essere un tuttologo, ammetto di avere tante lacune. Per esempio, capisco poco di fotografia e non so andare più di un mi piace o non piace.

Per cui, benchè sia affascinato dalla potenza espressiva e dalla drammaticità delle immagini del libro In quel preciso istante. Retroscena di un reportage in Kenya di Guillermo Luna, che sarà presentato domani nella Sala Giuseppina del Palazzo del Freddo, poco altro in più saprei dire.

Preferisco quindi concentrarmi su un aspetto che conosco meglio, data la mia esperienza professionale di scrittore di fantascienza, che è la Realtà Aumentata. Sotto molti aspetti, la sua diffusione è un ottimo indicatore dell’evolversi della Singolarità, il mutamento epocale, dagli esiti imprevidibili, causato dalla crescita esponenziale della nostra capacità di gestire e processare quantità sempre più grandi di Dati.

Dieci anni fa, la Realtà Aumentata era tema di romanzi di fantascienza. Cinque anni fa, si cominciava a parlare delle prime applicazioni che uscissero dall’ambito militare. Tre anni fa, arrivavano le prime applicazioni commerciali. Ora sono arrivate al grande pubblico, sia nell’ambito dell’intrattenimento e pubblicitario, sia in quello culturale, si pensi alle mostre dell’Ara Pacis o quella prossima, della Domus Aurea.

E grazie a Guillermo e Enrico, l’editore che ha creduto nel progetto, ora arriva nell’editoria, in un esperimento che si potrebbe definire connettivista, non solo perchè lega Passato, la carta, e Futuro, il virtuale, o rompe i confini che esistono tra diversi media, ma soprattutto perchè, a suo modo, rompe la semantica tradizionale della Fotografia.

Semantica, che può essere declinata in infiniti modi, ma che è basata su un principio base: quando eseguo scatto, scelgo, consapevolmente, di isolare dal flusso del Reale un istante e una porzione di spazio, rendendola eterna, trasformandola in un’idea platonica..

Cosa che in dei casi, specie nei reportage, che dovrebbero narrare storie, può creare fraintendimenti nell’osservatore, che decontestualizza l’immagine, rileggendola tramite la propria cultura, il proprio vissuto, la propria sensibilità estetica.

Cosa che a volte arricchisce il messaggio, a volte lo impoverisce, ma in ogni caso lo cambia, trasformando ciò che vorrebbe essere un documento in un’opera aperta.

Con la realtà aumentata, questo fenomeno di decontestualizzazione, che non potrà essere mai eliminato, perchè centrato sull’essere altro dell’osservatore rispetto al fotografo, muta, sostituendo all’osservazione distaccata la condivisione dell’esperienza, al distacco l’empatia.

Questo Essere nel Tempo, questo confrontarsi con la propria finitezza, inglobando la storia rappresentata con la propria, aiuta a rivivere, in una sorta di catarsi, il messaggio del reportage, contestualizzandolo più di mille commenti e parole.

E immagino le infinite potenzialità di questo approccio, se applicato, ad esempio, ai libri d’arte o ai fumetti..

Ted Chiang, “Stories of Your Life and Others”

The Omega Outpost

223380Dopo la visione dell’eccelso film Arrival, era d’obbligo leggere questa raccolta di Ted Chiang!

Nelle mani di Chiang, la fantascienza diviene davvero “letteratura di idee“, speculativa, nel solco della tradizione dei grandi del genere ma con temi assolutamente nuovi, contemporanei, dirompenti.
Complesse questioni linguistico-glottologico, matematica, fisica forniscono il gancio narrativo per raccontare storie che fanno riflettere, partendo sempre comunque dall’uomo, quasi da un profondo senso di rinnovato (o nuovo) umanesimo, tanto che anche i più astrusi voli pindarici filosofici diventano risonanza emozionale, intessuti strettamente con la vita e l’interiorità dell’individuo.

Nell’universo di Chiang, questo umanesimo è inscindibile dalla razionalità, dalla scienza. Questo non fa sì che i personaggi siano distaccati o freddi, anzi, Chiang nel delinearli fa capire che è il razionalismo stesso che li rende umani, capaci di emozioni e di introspezione, e questa concezione lega tutte le storie.

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Bibbia d’Asfalto numero 8 esce per Kipple Officina Libraria

KippleBlog

Kipple Officina Libraria è lieta di presentarvi l’ottavo numero di Bibbia d’Asfalto – Poesia Urbana e Autostradale, la rivista aperiodica di poesia e narrativa che da oggi potrete leggere e acquistare su www.kipple.it e nelle principali librerie online. Fin dal suo esordio, prima come blog e successivamente come rivista, è sempre stata terra di sperimentazioni su strade alternative, abrasiva come l’asfalto e votata alla ricerca di nuove connessioni e collaborazioni. BdA rinasce come una fenice, qui, ora – dopo una lunga pausa di riflessione sulla scia del dibattito sulle riviste letterarie – come atto di volontà da parte della redazione e come luogo in cui custodire cose preziose per domani. La via è aperta, l’asfalto è bollente e le pagine sono incandescenti.

> La copertina è di Ksenja Laginja

Dall’editoriale

Il dibattito sulle riviste letterarie dura da oltre un secolo ma recentemente pare giunto ad una conclusione condivisa: tale forma…

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Presentazione de In quel preciso istante. Retroscena di un reportage in Kenya, photo book dell’ argentino Guillermo Luna.

 

La stagione letteraria della Sala Giuseppina entra nel vivo.

Venerdì 31 marzo, alle ore 18:30, il Palazzo del Freddo,  in Via Principe Eugenio, 65,  all’Esquilino,  ha il piacere di ospitare la presentazione del photo book di Guillermo Luna “In quel preciso istante, retroscena di un reportage in Kenya“, Edizioni Il Galeone.

Il libro racconta, perchè fa dialogare foto e narrazione, un reportage compiuto da Guillermo nel Wajir, regione poco conosciuta del Kenya nordorientale, situata a 750 km da Nairobi e a solo novanta dalla frontiera con la Somalia.

In questo territorio poverissimo, fortemente segnato da carestie e siccità, il Camillian Task Force, gruppo di intervento dell’ordine religioso dei Camilliani, ha focalizzato i propri sforzi per realizzare numerosi progetti, dal supporto medico ospedaliero, ai programmi alimentari, alla costruzione di serre e di pozzi d’acqua.

Guillermo non si limita a rappresentare questa realtà drammatica, che spesso sfugge allo nostro sguardo, abbagliato dai media, o raccontare le sue esperienze, arricchendole con qualche aneddoto o con lo svelare qualche trucco del mestiere, ma compie un esperimento che forse traccerà un nuovo sentiero nell’editoria, fondendo la tradizione, il fruscio della carta, con il virtuale delle nuove tecnologie.

Come in un racconto cyberpunk, le pagine acquistano vita, rompendo la cosiddetta quarta parete: il libro non è solo libro corredato da numerosi filmati extra che, tramite un codice QR abbinato ad alcune immagini, rimandano il lettore al momento, quel preciso istante, in cui il dito del fotografo ha scattato, ma viene utilizzata, forse per la prima volta in questo ambito, la Realtà Aumentata.

Tecnologia che consente alle fotografie di prendere vita, catapultando così chi le osserva all’interno della vita del Wajir.

Un reportage che diviene dunque un viaggio multimediale e che offre una scelta innovativa e democratica, poiché permette al lettore di ampliare e superare la scelta, il punto di vista, l’interpretazione del fotografo, stimolando attivamente partecipazione e immedesimazione nella storia descritta.

Di fatto, quello che vent’anni fa leggevamo nei romanzi di fantascienza o raccontavamo negli articoli di futurologia su Next, è diventato concreto e tangibile e può essere usato non per svago, ma per aumentare la nostra consapevolezza sul dolore e le tragedie del mondo, incitandoci a lottare affinché diventi un posto migliore.

In quel preciso istante è edito da Edizioni Il Galeone, casa editrice da poco affacciatasi nell’ostico panorama italiano, con l’obiettivo di dar voce a storie complesse e vicende scomode da raccontare. Una casa editrice che vede il mercato come un terreno di “battaglia” e che cerca di dar voce alla cultura popolare e a situazioni di marginalità. Vi sono all’attivo tre collane: All’arrembaggio!, Avvistamenti, Jolly Roger, tutte in pieno spirito piratesco, romanzi, reportage fotografici e graphic novel, come Lee Sergic e la Genesi contesa del buon Mauro Sgarbi, storie irriverenti di periferia, viaggi non convenzionali, pronti ad aprire una nuova visuale sulla realtà.

In quel preciso istante è frutto del lavoro di Guillermo Luna.

Classe 1970, argentino di Funes, Luna inizia a lavorare giovanissimo come fotoreporter, realizzando documentari e reportage in America Latina e in Europa. Nel 1996 realizza il suo primo reportage riguardante la raccolta del cotone degli aborigeni Pilagàs, nel nord dell’Argentina. Nel 1997 si trasferisce nella Terra del Fuoco, dove lavora per diversi giornali locali testimoniando la crisi argentina dai luoghi più estremi e isolati. Dal 2008 al 2015 ha documentato “La Casa della Nonna”, progetto dell’Ordine religioso dei Camilliani per il supporto educativo, alimentare, psicologico di bambini e adolescenti sfollati dopo il conflitto russo-georgiano del 2008. Ha realizzato reportage fotografici in Georgia , Brasile, India, Kenya, Italia e Argentina.

I primi 5 minuti di Ghost In The Shell da guardare adesso online

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Ghost In The Shell, film di fantascienza con Scarlett Johansson ispirato al franchise che include manga, cartone e videogioco, è uno dei live action più attesi del 2017. Paramount Pictures ha deciso di metterne online 5 minuti, una extended clip ricchissima di effetti speciali che ci fa immergere in un futuro distopico dove i confini fra macchina e uomo non esistono più. Il film verrà distribuito in tutte le sale italiane a partire dal 30 marzo. Segue il video, buona visione!

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Quello sporco ultimo LED

pensiero

Premesso che vorrei parlare di tutt’altri argomenti nel mio blog e che non mi aspettavo il successo del post di ieri sera, mi sono scordato di approfondire tra le argomentazioni dei complottisti, la tradizionale, nel senso che la usavamo tutti a quattordici anni, per giustificare qualche boiata detta in comitiva per farci belli

Me l’ha detto mi’ cugino

Ossia, per chiudere una qualsiasi discussione, si cita il presunto espertone, sperando che questo basti a intimorire l’avversario.

Ovviamente, questo non poteva non accadere anche per la questione LED, dove il gurù citato, persona che sarà sicuramente degnissima, oltre ad essere un attivista grillino, nella vita ha fatto il direttore tecnico per una società che affitta gazebo.

Rispetto la sua esperienza e le sue convinzioni, ma certo non può essere definito un’autorità mondiale nel tema…

Cito il suo parere sui LED, correggendo un paio di lapsus calami

In questi nuovi apparecchi di illuminazione il comfort visivo è insoddisfacente o per dire meglio: è pessimo assolutamente peggiorativo e poi i led come tecnologia sono già vecchi ci sono lampade con rendimento superiore del 30-40% con attacco a vite che si montano sui vecchi antichi lampioni senza dover smontare nulla e con spesa inferiore. Forse si sbrigano per evitare che gli salti l’appalto non appena si capirà che la sostituzione in atto è più onerosa, ci priva di apparecchi antichi che hanno dimostrato di resistere alla corrosione pur essendo montati in una atmosfera inquinata, a parità di potenza assorbita le lampade led in corso di montaggio fanno meno luce (produconoun flusso luminoso minore) e infine fanno perdere quella atmofera di città antica che è cosi importante per abitanti e turisti e fanno sembrare le strade squallide circonvallazioni di perferia. Insoma non c’è una sola ragione valida, men che meno il risparmio energetico. Sull’ inquinamento luminoso poi ne dobbiamo parlare visto che per i comuni c’è l’obbligo di fornire una Pubblica Illuminazione efficace per il transito a piedi senza cadute traumatiche e per la sicurezza. O dobbiamo rinunciare ad avere una illuminazione stradale notturna perché produce inquinamento luminoso?

Ora, esperto per esperto, senza fare domande su queste nuove e misteriose tecnologie, mantenendo il livello da chiacchiera da bar e di parole in libertà, cito il mio elettricista di fiducia, che non farà politica, ma nella vita ha a che fare più con le lampade che con i gazebo e che si è divertito a fare, come dice lui, du’ conti…

Ora, dato il suo braccino corto noto in tutto l’Esquilino, temo che manderà il conto, per la sua consulenza

Senti, io non sarò un uomo colto, ma a me pare che sto espertone la stia a buttà ‘n caciara, confondendo er flusso luminoso, che se misura in lumen, co’ la luminanza che è la grandezza usata per valutà l’illuminazione delle strade.

Luminanza che dipende da du’ fattori, la distanza e l’angolo co’ cui è emessa la luce: pe’ capicce, se metto una lampada da 100 W a 3 metri da me e a 20 metri, me arriva una quantità de luce differente.

Lo stesso vale pe’ l’angolo: se metto la stessa lampadina in una torcia o in un globo, l’effetto finale è differente.

Ora, perchè nun me torna il ragionamento, ma te ripeto, io so’ ‘gnorante, te faccio ‘n esempio a prova de scemo. Parlamo dei portici de Piazza Vittorio. Ora, una lampada a sodio stradale, di quelle ad alta pressione, fa sui 20000 lumen.

Consideramo una distanza de tre metri dalla sorgente: avremmo, spacca e pesa, 16800 candele circa de intensità luminosa, pe’ fa’ i conti sulla carta de formaggio. Senza uscì scemo con calcolà gli angoli, potemo ipotizzare che emettendo ste lampade le luci in tutte le direzioni, illuminando pure er soffitto, cosa che se nun sei Batman, non ti serve, che il valore utile sul pavimento è circa un terzo, 5600 candele. Sempre spacca e pesa, famo che illuminano 10 metri quadrati pe’ semplificacce i conti, ci avemo 560 nit

Pijamo un led,dando retta all’espertone: un 40% in meno de flusso luminoso, significa che mettemo uno da 12000 Lumen, che fa 10000 candele. Essendo er flusso del led direzionale, in media arriva a tera er 75% ossia 7500 candele. Sempre su li 10 mq, fa 750 Nit, insomma la differenza se vedrebbe, se perdoni er gioco de parole.

Poi se consideremo quelli a luce fredda, che rendono mejo li colori, se guagna un 10% in più e se arriva a poco più de 800 Nit.

Il tutto co’ una differenza de potenza notevole: 130 W circa, pe le lampade al sodio a fronte dei 72 W dei LED ( è ‘na stima sui modelli che conosco, prendila pe’ quella che è !)

P.S. per chi fosse interessato, qui un approfondimento sulle grandezze illuminotecniche…

Scontro di civiltà per un lampione a Piazza Vittorio

piccione

I nemici dell’illuminazione a LED, nel I municipio di Roma, si dividono in due categorie: la minoranza di persone razionali e la maggioranza, capeggiata dalla Sora Buggia, di complottisti.

Le persone razionali ammettono come la loro preferenza abbia motivazioni puramente estetiche e chiedono come la modifica del paesaggio urbano, invece che scendere dall’alto, sia frutto di un processo partecipato e condiviso.

I complottisti invece, consapevoli che l’argomento

Nun me piace

sia un poco deboluccio da supportare in qualsiasi discussione, in analogia a quanto avviene con le scie chimiche e con i vaccini, la buttano in caciara, con i seguenti artifici retorici

1) Sempre viva l’ignoranza

Sì, perché per i complottisti nemico dei LED, un minimo di conoscenza dell’argomento e qualche anno di illuminotecnica sul groppone, non contano nulla nei confronti del loro buonsenso, il modo elegante con cui definiscono il loro mix di mancata informazione e spocchia.

Se si cerca di chiuderli all’angolo, con domande specifiche sull’argomento, si evidenziano con dati reali le loro baggianate o si invitano a un pubblico dibattito, per discutere delle loro posizioni, o fanno i vaghi o alzano le spalle, facendo gli offesi, dando del saccente e del presuntuoso a chi ne sa un pochino più di loro.

2) Lo dice mi cuggino…

Ossia le fonti, queste sconosciute. I complottisti contro i LED, per rafforzare la loro tesi che quelle lampadine siano armi di distruzione di massa, o citano come massima autorità un sito bufalaro come Informare per resistere, o parlano di vecchi studi risalenti al 2011 e abbondantemente smentiti, oppure li citano parzialmente.

E’ vero che i LED al alta potenza, utilizzati per la trasmissione sulle fibre ottiche danneggiano la retina, ma ovviamente, cosa che si scordano di riferire, ciò avviene se ti spari il loro raggio dentro l’occhio.

E’ vero che l’AMA ha parlato dell’impatto della luce dei LED sui cicli cicardiani, ma lo studio è avvenuto sui gufi, che essendo animali notturni hanno una sensibilità alla luce, specie a quella blu, migliaia di volte superiore a quella degli umani

Ovviamente, i complottisti, dinanzi ai dati provenienti da enti di ricerca seri, improvvisamente dimenticano di saper leggere…

3) Me s’è morta la maestra…

Ossia i complottisti hanno un’idea assai vaga della fisica, cosa che li fa imbufalire se viene evidenziata… Faccio un esempio concreto: nei LED una temperatura di colore bassa, inferiore ai 3300 Kelvin corrisponde ad una luce calda, con sfumature che possono variare dal rossiccio, all’arancione, al giallo, fino al bianco caldo, mentre la luce fredda, che tende al bluastro, è originata da lampadine dalla temperatura colore compresa tra i 3600 e i 6500 Kelvin.

Ora, loro vorrebbero togliere le luci blu, per sostituirle con quelle gialle, però al contempo, affermano che i led a 3000 K, che generano quel tipo di luce, sono pericolissimi per la salute, cosa tra l’altro non vera… Se faccio notare che c’è un piccolo problema di coerenza, sono io che non capisco…

Inoltre cosa che spesso dimenticano è che come la temperatura di colore delle lampade a sodio che tanto difendono è, negli ultimi modelli, compresa tra i 2500 e 2800 kelvin, il che le renderebbe, se dovessimo dare retta alle loro paturnie, altrettanto pericolose dei led..

4) Tiramo du’ numero a caso...

Uno degli argomenti principali della Sora Buggia, è che i led siano stati tolti da 3000 comuni italiani. Ora in Italia, dato Istat, i comuni al 1 gennaio 2017 sono 7.983. Quindi, secondo quell’azzeccagarbugli, circa il 40% dei comuni italiani hanno eliminato tale illuminazione.

Si presupporrebbe come nell’ultimo anno ci sia stato un crollo significativo del mercato di tale lampade in Italia, al di là del fatto che tale notizia non sia apparsa da nessuna parte. Invece, i dati di mercato, affermano esattamente il contrario…

Insomma, la campagna dei complottisti, finalizzata all’ottenimento di meschini interessi di bottega, è basata sull’inganno e sulla malafede… Il che è la loro principale debolezza, perchè, come diceva bene Lincoln

Potete ingannare tutti per qualche tempo e alcuni per tutto il tempo, ma non potete ingannare tutti per tutto il tempo.

Rapporto sulla Periferia del Sistema Solare: Sedna e i Sednitos

Il tredicesimo cavaliere 2.0

L’articolo che segue riguarda eventi e scoperte avvenuti nel 2014-15, mentre un altro, o forse altri due, seguiranno per arrivare fino al giorno d’oggi. Sono i capitoli della ricostruzione di un’indagine scientifica tuttora in corso che ha come campo d’azione la Nube di Oort. Una serie di articoli a carattere divulgativo, per definizione non specialistici, rivolti ad un pubblico di appassionati. I nostri scarsi ma affezionati lettori potranno, spero, seguire passo passo il percorso di una indagine che potrebbe portare alla “definitiva” scoperta del fantomatico Pianeta X, dove con “definitiva” intendo il suo reale avvistamento nella volta celeste, documentato fotograficamente, e l’acquisizione dei parametri orbitali indispensabili. Spero che questo sia sufficiente a rassicurare quella parte dei lettori che ne hanno abbastanza dell’atmosfera di superstizione che ha circondato per decenni l’esistenza di questo ipotetico corpo celeste, che, dopo il nome originario (Planet X, appunto) coniato dal grande astronomo Percival Lowell, è…

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