Considerazioni su Street Attack

Gaetano16

La prima fase Street Attack 2.0, con la realizzazione del nuovo murale e il restauro delle vecchie opere, ha suscitato un buon dibattito on line, con molti applausi.

Le considerazioni più interessanti, a mio avviso, sono due: la prima è di chi è rimasto sorpreso o ha commentato con un

“Finalmente un poco di colore”.

Il che potrebbe sembrare positivo, ma il fatto che alcuni si siano accorti solo ora di un progetto cominciato nel 2015, deve indurre tutti a una piccola autocritica: è stato fatto molto per promuovere e fare conoscere l’iniziativa, ma si deve e si può fare di più, in modo che l’Arte pervada il quotidiano.

La seconda considerazione

“Però per vederli ci vuole la scorta”

può essere la base di un’altra riflessione, che, causa chiacchiere da bar sport, è assai difficile da fare su Facebook.

Se noi consideriamo i dati statistici sui reati di macro e microcriminalità, tenendo anche conto del tasso dei non denunciati, che molti sociologi stimano un 8% in più rispetto alla media nazionale, il che fa pensare come in passato qualcosa si sia inceppato nel rapporto tra cittadini e forze dell’ordine, il trend è in linea con la media europea, con un trend in complessiva diminuzione.

Ovviamente, all’Esquilino la situazione è a macchia di leopardo, ma risulta in media più sicuro di zone come San Lorenzo o Monti. Se poi, nell’analisi statistica, togliamo l’anomalia dell’area Stazione Termini, che come tutte le stazioni centrali svolge un ruolo attrattivo per la microcriminalità, si ottiene il dato, che tanto lascia perplessi parecchi aborigeni di Piazza Vittorio, di come il rione sia ad esempio mediamente più sicuro dei Parioli.

Se invece parliamo di sicurezza percepita, le cose cambiano: al di là dei razzisti, che vedono in ogni straniero un criminale, è ovvio che il degrado dei palazzi, la scarsa illuminazione possano creare una situazione psicologica di insicurezza.

Per cui in qualche modo bisogna intervenire sul territorio, per diminuirla: sia in maniera reattiva, esempio con opportune ordinanze, ad esempio contro la vendita indiscriminata dell’alcool e una maggiore visibilità delle forze dell’ordine, sia in maniera proattiva, considerando ad esempio il Baobab una risorsa da aiutare e non un problema, con una migliore illuminazione tramite Led e con la riqualificazione dello spazio urbano.

E su questo ultimo punto, la Street Art è una risorsa importante, combattendo la bruttezza dei muri sporchi e abbandonati.

Però, per fare questo, è necessario compiere un lavoro continuo, che consideri il murale una base di partenza e non un punto di arrivo.

Questa è la filosofia di base delle Danze di Piazza Vittorio: rendere il vivo il territorio, con ogni linguaggio artistico, dal più antico al più futuribile, per creare un’identità sociale e uno spazio di dialogo condiviso…

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