Esiste la Catalogna ?

Catalogna

Piccolo post antipatico, relativo alla questione catalana. Che Madrid, negli ultimi anni, abbia avuto il pugno duro, nel reprimere ogni tipo di protesta, è purtroppo un dato di fatto: i primi a farne le spese, malmenati a sangue dalla polizia, furono gli operai, gli impiegati e i disoccupati che protestarono contro le politiche di austerity, di riduzione dei diritti dei lavoratori e delle tutele sociali.

Ma essendo queste richieste dall’UE e funzionali a un modello economico che vuole contrastare la concorrenza cinese non con l’innovazione tecnologica, ma con la creazione di una classe di working poors, intellettuali e opinionisti preferirono guardare dall’altra parte,

Cosa che non avviene adesso: il collasso economico che potrebbe verificarsi con l’indipendenza di Barcellona, viene visto come un’opportunità dalla speculazione internazionale, per cui non questo argomento, sui media, non è più tabù.

Il problema, però, è che la Catalogna, come nazione, è tanto inesistente quanto la Padania. Dal punto di vista culturale e linguistico, non è che la periferia dell’Occitania. Se parlare un dialetto provenzale è un giusto motivo per aver l’indipendenza, allora ne avrebbe diritto anche il comune di Guardia Piemontese, in provincia di Cosenza.

Poi, se la lingua è così determinante, perché Palma di Maiorca, in cui la maggioranza degli abitanti è castigliofona, non dovrebbe chiedere la secessione dalla Catalogna ? Perché Valencia o Minorca, in cui si parlano dialetti occitanici diversi dal catalano di Barcellona, non dovrebbero essere indipendenti  ?

Dal punto di vista storico, la Catalogna non è indipendente dal 1137, quando la contea di Barcellona e del regno d’Aragona si fusero come conseguenza del matrimonio di Ramon Berenguer IV, conte di Barcellona, con Petronilla d’Aragona.

Ramon Berenguer che, senza troppi problemi di identità nazionale, si sbrigò ad assumere il titolo di re d’Aragona: certo, la cortes, il parlamento locale di Barcellona, ebbe un ruolo importante, ma questo valeva per tutte le città spagnole,sino alla rivolta dei comuneros, in cui tra l’altro, Barcellona, per pagare meno tasse, si schierò con Carlo V.

Lo stesso motivo che portò, durante la guerra dei trent’anni alla rivolta del 1640, Corpus de Sang, che nonostante la retorica indipendentista, aveva motivazioni più economiche e sociali, che politica. Tanto che, per tenere a bada le richieste dei contadini e dei creditori, i nobili catalani decisero di allearsi con il re di Francia, Luigi XIII, il peggior nemico di Filippo IV, concedendo ai francesi l’accesso ai porti catalani. Il cardinale Richelieu, desideroso di logorare la potenza spagnola, inviò immediatamente tremila uomini in Catalogna, per pattugliare il contado.

La paura della rappresaglia di Madrid, che avrebbe fatto piazza pulita di tutta la nobiltà locale convinse poi l’ambiguo e intrigante presidente della Generalitat de Catalunya, Pau Claris i Casademunt, sempre pronto a vendersi al migliore offerente, prima alla proclamazione di repubblica indipendente sotto il protettorato del regno di Francia, poi alla sua annessione a Parigi. Alla faccia dei separatisti odierni, si trattava quindi di una Catalogna non indipendente, ma con un diverso padrone, ben più esoso del precedente.

Luigi XIII nominò un viceré francese e riempì l’amministrazione nazionale di filo-francesi. L’esercito francese costava ai catalani molto più di quello spagnolo e in più si comportava nei confronti delle popolazioni come una forza di occupazione. Anche dal punto di vista economico i mercanti francesi furono favoriti rispetto a quelli catalani. Per tutti questi motivi, uniti alla situazione continua di guerra, alle epidemie e alle carestie, si sollevò un enorme malcontento verso il nuovo governo, che favorì la riconquista da parte di Madrid nel 1652 e la proibizione da parte di Luigi XIV, di parlare il catalano nel Rossilione.

Sentimento antifrancese, che ai tempi della guerra di successione spagnola portò Barcellona a schierarsi con gli Asburgo, invece con i Borbone, che dopo la vittoria e la presa della città del 1714, portarono a conclusione il processo di centralizzazione amministrativa cominciato dalla precedente dinastia.

Ora, se queste sono i motivi storici per cui avere l’indipendenza, il ducato di Massa e Carrara, autonomo sino al 1829, ne avrebbe allora assai più diritto… Il problema è che a Barcellona, dall’inizio del Novecento in poi, vi è stata una classe dirigente egoista che, per mantenersi aggrappata al potere e al contempo contenere il malcontento delle classi popolari nei suoi confronti, si è creata un nemico immaginario, la Castiglia, riscrivendo la Storia a proprio uso e consumo

Un’operazione degna di Orwell: ciò che sta accadendo questi giorni, con la disoccupazione che continua a crescere e i lavoratori sempre più poveri, è l’ennesimo atto di questa politica sconsiderata e avventurista…

2 pensieri su “Esiste la Catalogna ?

  1. Pingback: La Storia come strumento di lotta politica | ilcantooscuro

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