Angkor (Parte I)

2016_06_13_6398_1465817586._large

Uno dei sogni della mia vita è visitare la Cambogia: viaggio la cui prima tappa, in maniera alquanto banale, da Yaśodharapura,in Sanscrito la “Città che porta Gloria” la grande capitale dell’impero Khmer, nei giorni del massimo splendore era una vasta conurbazione a bassa densità,intervallata da campi di riso ed ampia più di 1.000 km², con una popolazione di diverse centinaia di migliaia di abitanti, che noi europei, per pigrizia, chiamiamo Angkor, deformazione di come i locali pronunciavano il termine sanscrito nagara, città

Impero Khmer che fu fondato da un personaggio assai affascinante, Jayavarman II. il quare era un principe che viveva presso la corte dei Sailendra, nell’allora potente Regno di Giava, probabilmente come ostaggio. Ritornato in patria nell’anno 800 come loro vassallo, messo a capo del regno di Vyadhapura,vi importò l’arte e la cultura giavanesi.

Jayavarman da una parte cominciò un complesso gioco politico e diplomatico con il regno di Champa, che avevano tutto l’interesse a ridurre lo strapotere di Giava nell’area, creando uno stato satellite. Così, l’appoggio di questi vicini, cominciò a riunificare i vari staterelli in cui si era suddiviso il regno cambogiano di Chenla, finché neli’ 802 si fece proclamare Chakravartin (“Re del Mondo”, secondo un rito della tradizione indù) sul monte Mahendra, identificato come l’odierno Phnom Kulen, attestando contemporaneamente l’indipendenza del regno da Giava e da Cham

Il problema è che mancando nella tradizione locale una precisa regola per definire la successione, ogni morte di sovrano scatenava una guerra civile, alternando così periodi di frammentazione politica a periodi di centralizzazione: in uno di questi Yasovarman I, dopo aver sconfitto i fratellastri nel 889 decise di spostare la capitale dalla semidistrutta dalla guerra civile Hariharalaya in un nuovo sito, più ricco di risorse idriche e meno soggetto alle inondazioni e alle incursione degli Cham.

Angkor_Phnom_Bakheng

Fondò così Yaśodharapura, unita alla vecchia capitale con una strada rialzata di una quindicina di km, fece scavare il bacino idrico artificiale del Baray orientale, di forma rettangolare, con il lato maggiore orientato in senso est-ovest, i cui argini sono lunghi 7,5 km per 1,8 km, per una capacità complessiva di circa 50 milioni di metri cubi, per rifornire d’acqua la nuova città. Poi, essendo alquanto tollerante in materia religiosa, eresse una serie di templi, tra cui il Phnom Bakheng, dedicato a Shiva, la cui forma onorava il Monte Meru, per gli induisti l’immensa montagna sacra al centro dell’universo in cui si rifugiavano gli dei e in cui risiedevano. La base del tempio ha un lato di 76 metri, ed era strutturata a forma di piramide composta da 7 liveriginariamente il tempio aveva anche diverse piccole torri (108 circa) attorno alla struttura principale al piano terra, e altre torri sui piani successivi.

800px-Baksei_Chamkrong

Alla morte di Yasovarman, la città rischiò di essere abbandonata, finché non salì al trono Rajendravarman, il quale,per le parentele incrociate che caratterizzavano le famiglie khmer dominanti, di sapore quasi bizantino, era contemporaneamente zio e cugino di primo grado del suo predecessore, che vi riportò la corte reale.Per prima cosa, per dimostrare la legittimità della sua ascesa al trono, completò il Baksei Chamkrong è un piccolo tempio induista dedicato al dio Shiva, uno dei primi costruiti con materiali capaci di resistere al tempo, mattoni e laterite e con decorazioni in arenaria,

Il nome Baksei Chamkrong significa letteralmente “L’uccello che dà rifugio sotto le sue ali” e deriva da una leggenda che parla di un re che provò a fuggire da Angkor durante un assedio e in questo venne aiutato da un enorme uccello che lo trasportò e gli diede protezione sotto le sue ali. L’iscrizione con cui Rajendravarman, esagerando il suo ruolo, si prende il merito della fondazione del tempio riporta una lunga lista di regnanti, senza discontinuità alcuna, a partire dal probabilmente mitico fondatore del regno di Kambuja Śrutavarman, passando per re di Funan e Chenla, a supporto del suo diritto a regnare. Iscrizione, i cui contenuto contrastano sia con i dati archeologici, sia con le cronache cinesi e che uno dei tanti esempi di come il potere ricostruisca la memoria a suo uso e consumo.

Poi fece costruire il Pre Rup, un altro tempio montagna, dedicato al dio Shiva, le cui iscrizioni riportano una lunga eulogia a sostegno del suo diritto a regnare. Descrivono inoltre diverse scene di battaglia, anche contro i Chăm, a testimoniare un accesso al trono ottenuto e mantenuto per vie non pacifiche.

Eastmebon

Al contempo, il suo ministro architetto Kavindrarimathana su un isolotto artificiale preesistente del Baray orientale fece costruire il Mebon orientale è un tempio Shivaita, in cui le otto torri santuario in mattoni, che circondano le torri centrali in corrispondenza dei quattro ingressi, secondo le iscrizioni ospitavano otto linga e diversi idoli in pietra, raffiguranti Shiva, Parvati, Vishnu e Brahmā secondo le fattezze dei genitori del re, per cui il tempio fu probabilmente concepito come un santuario dedicato alla memoria degli antenati deificati del re, sempre per affermarne la legittimità.

Ta_Keo,_Angkor,_Camboya,_2013-08-16,_DD_04

Alla morte di Rajendravarman, gli succedette il figlio Jayavarman V, di appena dieci anni: per sua fortuna, i ministri e generali del padre, temendo un’epurazione se il trono fosse stato usurpato da qualche altro parente, fecero quadrato in sua difesa.Però, in cambio del loro appoggio fu costretto a cedere loro parte del potere ed enormi latifondi, sottratti al demanio reale. A questo si affiancarono sia generose generose donazioni ai templi, come pure la gestione amministrativa del territorio, affidata ad alti funzionari noti come vrah guru, che svolgevano anche funzioni religiose (come l’invocazione della pioggia).Donazioni che avvengono perlopiù secondo le modalità caratteristiche dell’induismo, ma risulta evidente la diffusione del buddismo nelle classi superiori.

Jayavarman V fece costruire un nuovo palazzo reale, lo Jayendranagari (che in significa “capitale del re vittorioso”), di cui abbiamo pochissime tracce archeologiche e il suo tempio di stato, il Ta Keo, il primo tempio khmer completamente in arenaria, dedicato a Shiva e che rimase incompiuto, nonostante sua maestosità, forse proprio per mancanza di fondi. Yogisvarapandita, un prete di alto lignaggio che divenne ministro di Suryavarman I e “ricevette in dono” il tempio dal Re molti anni più tardi, racconta nelle iscrizioni che un fulmine colpì il tempio ancora in costruzione, un pessimo presagio,
cosicché i lavori furono interrotti.

800px-Banteaysreimandapa

Al contempo furono costruiti, entrambi da alti funzionari, a testimonianza del loro crescente potere, il tempio buddhista di Bat Chum, eretto nel 960 d.C. da Kavindrarimathana, potente ministro e architetto di Rajendravarman e il Tribhuvanamahesvara, dedicato ad un grande condottiero e vi si esercitava sia il culto di Shiva (nella torre centrale e nelle sezioni est-ovest) che il culto di Vishnu (sezione nord), fatto erigere da Yajnyavahara, consigliere del re Rajendravarman e insegnante di Jayavarman V.

Secondo le iscrizioni rinvenute il consigliere Yajnyavahara era un grande studioso e filantropo e si prodigava molto per aiutare le persone vessate da eccessive sofferenze e quelle in condizioni di eccessiva povertà.La maggior parte del tempio è costruito in arenaria rossa e le colonne e le pareti interne presentano un numero incredibile di accuratissime decorazioni ammirabili ancora oggi. Gli edifici stessi sono miniature in scala, molto particolari nell’ottica degli standard delle costruzioni khmer.

Dopo la morte di Jayavarman V seguì un decennio di conflitti. I diversi re duravano pochi anni, ed erano spodestati con la violenza dai successori, finché Suryavarman I (che regnò nel periodo 1010-1050) non salì al trono. Il suo governo fu segnato da ripetuti tentativi dei suoi oppositori di spodestarlo e dalle sue conquiste militari….

Un pensiero su “Angkor (Parte I)

  1. Pingback: Angkor (Parte II) | ilcantooscuro

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...