Come Zoroastro ha influenzato Ebraismo, Cristianesimo e Islam ? Per capirlo diamo un’occhiata alle gāthā, i cantri sacri che costituiscono la parte più antica della religione iranica.
In una di queste, si legge chiaramente
Riconosco, o Mazda, nel mio pensiero, che tu sei il Primo e anche l’Ultimo, l’Alfa e l’Omega; che tu sei Padre di Vohū Manah, perché io ti ho fermato nel mio occhio, Tu sei il vero creatore di Aša, e tu sei il Signore dell’esistenza e delle azioni della vita attraverso il tuo operare
Per cui, lui è il primo a fondare una religione con l’idea di venerare un Dio Unico, Onnipotente e Onniscente, da cui derivano, non è chiaro se per Creazione o Emanazione tutte le cose.
Da Egli procedono gli Spiriti del Bene e del Male, che non per Natura, ma per Libero Arbitrio, hanno scelto il loro destino
I due Spiriti primordiali, che (sono) gemelli, (mi) sono stati rivelati (come) dotati di propria (autonoma) volontà. I loro due modi di pensare, di parlare e di agire sono (rispettivamente) il migliore e il cattivo. E tra questi due (modi) i benevoli discernono correttamente, non i malevoli. Allora, il fatto che questi due Spiriti si confrontino, determina, all’inizio, la vita e la non vitalità, in modo che, alla fine, l’Esistenza Pessima sia dei seguaci della Menzogna, ma al seguace della Verità (sia) l’Ottimo Pensiero
Così Zoroastro, asa il suo mondo spirituale sulla continua lotta tra Bene e Male, tra Ordine e Caos, in cui l’Uomo, con le scelte etico del suo quotidiano, non è oggetto, ma soggetto attivo; la via del bene e della giustizia (Aša) porterà alla felicità (Ušta), mentre la via del male apporterà infelicità, inimicizia e guerra.
Di fatto, quanto sintetizzato in versetto del libro di Giobbe
Militia est vita hominis super terram et sicut dies mercenarii dies ejus
Questa tensione etica dona significato alla Vita e alla Storia. Alla Vita, poiché Zoroastro afferma come, dopo la morte corporale, l’anima della persona attraversi un ponte (Chinvato Peretu) sul quale le sue buone azioni sono pesate con quelle cattive. Se prevalgono le prime, l’anima giungerà nella Regione della Luce, dominio dello Spirito del Bene, se invece vincono le seconde, sarà destinata alla Regione delle Tenebre e del Male. E di fatto lo Spirito del Male, notevolmente similare al concetto di Satana, come lo intendiamo comunemente: sovrano del mondo delle tenebre, col compito di punirele anime peccatrici.
E alla Storia, poichè Zoroastro è il primo, come conseguenza della battaglia tra Bene e Male, ad abbandonare una concezione ciclica del Tempo, legata ai cicli agricoli ed affermare invece una lineare, che parte dalla Creazione, per arrivare allo scontro finale, la nostra Apocalisse, uando, alla fine dei giorni, il male sarà definitivamente sconfitto, il cosmo verrà purificato in un bagno di metallo fuso e le anime dei peccatori saranno riscattate dall’inferno, per vivere in eterno, entro corpi incorruttibili, alla presenza di Ahura Mazda, l’Eterno Creatore.
Come questi concetti siano penetrati nell’Ebraismo e nelle religione da lui derivate, lo descrive assai bene Gerhard Schweizer
L’incontro con Zarathustra portò a una svolta religiosa di grande importanza presso uno dei popoli sottomessi: gli ebrei. Gli effetti furono di importanza storica mondiale. Gli ebrei di quel tempo passarono attraverso la più grande crisi della loro storia. Nell’anno 587 a.C. Nabucodonosor re di Babilonia aveva fatto distruggere la capitale ebraica Gerusalemme fino alle mura di cinta e deportato soprattutto uomini di lettere, sacerdoti, funzionari dell’amministrazione, commercianti e soldati nelle regione del Tigri ed Eufrate. Lo stato ebraico non esisteva più, l’intera élite intellettuale, e con lei una parte del popolo, viveva sotto il dominio di governanti stranieri, molto lontano dalla patria nativa. Quell’epoca – che è entrata nella storia col nome di prigionia babilonese – ebbe fine per mano di Ciro, il Grande Re dei persiani; egli fece tornare gli ebrei nella terra dei loro padri dopo aver conquistato il regno babilonese.
Ma idee e indirizzi spirituali di coloro che tornarono a casa erano diversi da quelli dei loro diretti antenati: nella loro permanenza in terra straniera erano stati influenzati dall’incontro e scontro con una cultura assolutamente nuova e, per certi versi, affascinante. Messi alla prova da quell’esperienza, profondamente disorientati, i sacerdoti ebrei cominciarono a riflettere intensamente sulle grandi questioni religiose, sul senso dell’esistenza; anche il popolo si mostrava ricettivo a nuovi messaggi profetici. Durante quel periodo storico vennero formulate parti fondamentali del Vecchio Testamento ispirate al patrimonio culturale straniero.
Innanzi tutto a Babilonia: da li gli ebrei presero il mito della creazione della prima coppia di uomini dal fango e la leggenda del diluvio Ma impararono molto anche dai persiani. Come possiamo però dimostrare che gli ebrei furono influenzati proprio dalla dottrina di Zarathustra? A questo riguardo siamo in possesso di un documento illuminante. Si trova nel Vecchio Testamento: il libro di Daniele. Non ne conosciamo gli autori, probabilmente il libro è stato scritto uno o diversi secoli dopo la morte del profeta ebraico. Deve poi trattarsi di una commistione di elementi leggendari e di avvenimenti realmente accaduti; ciononostante possiamo tirare alcune importanti conclusioni dal testo. Se proviamo a seguire la biografia di Daniele – per come la si può ricostruire con l’ausilio della tradizione biblica – ne rimaniamo sorpresi. Daniele visse alla corte del re babilonese Nabucodonosor; era stato destinato a una posizione di rango dagli alti funzionari che avevano avuto il compito di scegliere tra gli ebrei prigionieri i più belli, i più intelligenti e i più capaci per il servizio di corte.
Daniele fece carriera a corte grazie alla sua capacità di interpretare in maniera convincente i sogni di Nabucodonosor, e ciò non era poco in un paese in cui dai sogni si leggeva il futuro. Egli diventò addirittura alto funzionario. Quando Ciro conquistò Babilonia, l’esperto di riguardo andò a corte a Susa e diventò per decenni un importante consigliere del Grande Re Dario. Fin qui la sua biografia. Di importanza decisiva sono le parole che gli autori biblici a lui posteriori attribuiscono a Daniele. Nel dodicesimo capitolo del libro che porta il suo nome leggiamo: “E molti, sicché‚ giacciono dormienti sotto la terra, si sveglieranno, certuni per la vita eterna, altri per l’umiliazione e la vergogna eterne… Tu però Daniele (e’ Dio che parla) vai pure finché‚ arriverà la fine; e sii tranquillo, che tu risorgerai nella tua terra alla fine dei giorni”. Frasi simili non si erano mai trovate negli scritti del Vecchio Testamento.
Sono pensieri attribuiti a un ebreo al servizio dei persiani e che a Susa ebbe senz’altro contatti quotidiani con seguaci di Zarathustra. Per la prima volta un ebreo annuncia la resurrezione dei morti nel giorno del giudizio universale. Nello stesso libro si legge, per la prima volta, che il divenire storico ha una meta precisa nella fine del tempo: la necessaria scomparsa del nostro mondo imperfetto e l’inizio raggiante di un eterno regno di Dio. Il libro di Daniele dimostra l’influenza della religione di Zarathustra sul pensiero ebraico. Non deve trattarsi certo dell’unico caso. Nel corso del III e II secolo a.C. gli ebrei si appropriarono anche della dottrina degli angeli e dei demoni, di Dio e Satana quali antagonisti universali in questo mondo terreno.
Gli ebrei non credettero più che sia il bene quanto il male provenivano in uguale misura da Dio e che in quanto tali dovevano essere accettati. Da quel momento tutto il male era da ascriversi a forze demoniache che operavano da un ben definito regno delle tenebre e contro le quali bisognava opporre un’energica resistenza. Nel II secolo a.C., la religione ebraica si configurava così come Gesù la conobbe. Il Redentore accolse poi diversi aspetti fondamentali di quelle nuove idee. E non solo lui. Seicento anni dopo, Maometto diede vita all’islamismo prendendo le mosse dal patrimonio ebraico e cristiano: anche quest’ultimo predicò che gli uomini erano posti in questo mondo per scegliere tra Dio e Satana; anche lui insegnò la resurrezione dei morti nel giorno del giudizio universale, anche lui annunciò il paradiso quale ricompensa per gli uomini retti e l’inferno come punizione per i peccatori.
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