Una volta, quando ero giovane, in qualsiasi comitiva vi era il cosiddetto espertone da bar, colui che riteneva, per scienza infusa e per sentito dire, magari da un mitologico cugino, esprimeva i suoi giudizi trancianti su qualsiasi ambito dello scibile umano.
I temi che attiravano particolarmente l’attenzione dell’espertone erano essenzialmente tre: il calcio, la politica e come risolvere incancreniti problemi dell’Urbe. Ovviamente, dato che il contraddirlo produceva delle scenate isteriche, doveva assecondarlo e sopportarlo con santa pazienza.
Con l’evoluzione tecnologica, l’espertone da bar, che era un fenomeno essenzialmente locale, si è globalizzato e sempre nell’Urbe, ha trovato la sua apoteosi nel blog Roma fa Schifo, che per i casi della vita tratta, suppongo in buona fede e senza secondi fini, le stesse tematiche, con particolare passione per la gestione del traffico e dei parcheggi, ignorando, che le relative problematiche, sono tutt’altro che semplici e che per una trattazione corretta, implicherebbero una competenza specifica nell’ambito di materie complesse dal punto di vista matematico, come la teoria dei grafi, la teoria dei flussi e la teoria delle code.
Materie di cui gli autori di tale blog hanno dimostrato di non avere la più minima competenza. Altro problema dei suddetti espertoni da bar 2.0 è la totale ignoranza di come la tecnologia stia cambiando, dall’IoT a i modelli di servizio della sharing economy, i modelli di traffico urbano.
E che questo fenomeno, sarà ancora più accentuato, dalla prossima diffusione dei veicoli a guida autonoma.
A tal proposito, colgo l’occasione per dare evidenza di un interessante intervento pubblicato sul gruppo facebook dei Transumanisti, che ringrazio per gli spunti di riflessione che offre.
Le automobili hanno cambiato tutto, dalla progettazione della strada alla geografia di dove e come vivono le persone. Guardando al futuro, possiamo aspettarci cambiamenti altrettanto radicali nelle nostre città una volta che i veicoli autonomi (AV) diventeranno la norma.
Questi cambiamenti non avverranno durante la notte. Ma una volta che le AV saranno le uniche auto in circolazione, le nostre città appariranno e saranno percepite molto diverse rispetto a oggi.
Come gli AV trasformeranno la vita urbana
La proprietà del veicolo sarà molto diversa nell’era degli AV. Indubbiamente alcune persone continueranno a possedere veicoli personali. Ma la maggior parte degli AV funzionerà come taxi e navette che i passeggeri utilizzano in base alle necessità. È probabile che la maggior parte degli abitanti della città finirà per optare per questo come principale mezzo di trasporto.
Ecco alcuni degli altri cambiamenti che possiamo anticipare:
- Gli AV si muoveranno attraverso strade e incroci in modo più efficiente rispetto ai conducenti umani: ciò renderà i semafori largamente obsoleti, poiché i veicoli comunicheranno direttamente tra loro (e con l’infrastruttura della città rimanente).
- Le esigenze generali di parcheggio saranno notevolmente ridotte. I taxi e le navette AV non dovranno essere parcheggiati quanto i veicoli di proprietà privata. Questo libererà il parcheggio in strada e ampi parcheggi per altri scopi. Invece di ampi parcheggi, è probabile che vedremo piccoli “nodi” di parcheggio sparsi nelle nostre città. Questi “nodi” dovranno essere strettamente gestiti pure per garantire sia l’efficienza della flotta dei veicoli che il corretto utilizzo dello spazio per passeggeri.
- Le città stabiliranno punti designati per il ritiro e rilascio dei passeggeri degli AV. Ciò significa che i fanatici della corsa avranno più tempo per trovare le loro corse e salire in macchina, in contrasto con le sfide dell’attuale panorama Uber / Lyft.
- I nuovi edifici saranno progettati intorno agli atrii, rendendo più facile il ritiro e il rilascio dei passeggeri. I parcheggi non saranno più l’ingresso principale di un edificio e la nostra architettura si sposterà di conseguenza.
- Ci sarà molto meno segnaletica sulle nostre strade. Tale segnaletica è davvero utile solo ai conducenti umani, non agli AV che conoscono già le regole della strada (probabilmente incorporati nei loro computer di bordo sotto forma di aree geografiche e mappe ad alta definizione).
Perché abbiamo bisogno dell’interoperabilità per gli AV
Ci sono buone ragioni per essere entusiasti del futuro AV, ma ci sono anche sfide significative. Gli AV saranno probabilmente realizzati e gestiti da più società. Pensa al numero di diverse marche di auto sulle nostre strade oggi. Ma quando parliamo di AV, le cose si complicano. Affinché i diversi veicoli possano spostarsi in sicurezza, dovranno comunicare tra loro.
Per risolvere questo problema, avremo bisogno di una piattaforma open-source per regolamentare gli AV. L’open-source può funzionare in modo più efficiente rispetto all’utilizzo di più piattaforme proprietarie che richiedono che le API funzionino in tandem.
Dove le persone si adattano al futuro AV
Naturalmente, anche supponendo che la tecnologia AV sia open-source e interoperabile, ci sono ancora molte incognite sul futuro AV. La grande domanda, come sempre, è in che modo le persone risponderanno alla nuova tecnologia.
Possiamo fare proiezioni basate su come le persone hanno risposto ad altre tecnologie, come il ride-sharing. Ma alla fine dovremo aspettare che gli AV diventino dominanti per vedere la reale adozione.
Se dovessi dire la mia, ma è una sensazione opinabile, più che un’opinione, dato il potere di interdizione della lobby dei tassisti, è probabile che, a differenza di altri paesi, in cui Uber, se non fallirà prima, lancerà un servizio del genere come alternativa alle auto con conducente, in Italia i primi AV saranno utilizzato nell’ambito del trasporto pubblico.
Quindi, se concedete una battuta, sarà finalmente l’occasione per l’ATAC o chi per lei, di offrire ai romani un servizio decente. Poi si estenderà alle minicar, a tutela degli adolescenti e per la soddisfazione delle loro mamme ansiose, poi alle macchine private… I taxi rimarrano un mezzo residuale, una curiosità per turisti, come le botticelle che si vedono nel centro di Roma…
Ma si potrà sfrecciare sui 220? A guida postumana, dico…
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