Nonostante tutti i compromessi su cui si basava il Progetto 1 di Bramante, nel tentativo di non scontentare nessuno e di soddisfare al massimo le paturnie della committenza, questo fu rifiutato da Giulio II.
Probabilmente, il motivo non fu lo stesso che fece modificare, un secolo dopo, la proposta di Michelangelo, ossia la necessità di coprire l’intero suolo consacrato della vecchia basilica costantiniana; a Giulio II, di questa esigenza, poco importava.
Forse il Papa, che, nonostante avesse al libro paga i principali artisti d’avanguardia dell’epoca, era di gusti assai conservatori, riteneva la proposta bramantesca troppo radicale e data la mancanza di navate laterali, in cui collocare altari secondari e monumenti sepolcrali, poco adatta alle esigenze liturgiche della Curia.
Poi, diciamola tutta, la proposta di Bramante avrebbe richiesto la demolizione immediata di quasi tutta la vecchia basilica, cosa che Giulio II, sia per motivi di costi e di tempi, sia perché in fondo, voleva ammodernare la vecchia basilica, invece che di sostituirla con una costruzione totalmente nuova, riteneva inaccettabile.
Per cui, per non essere licenziato in tronco dal committente, Bramante dovette rielaborare un nuovo progetto, partendo dai rilievi che aveva effettuato sia sull’edificio costantiniano, sia sui lavori quattrocenteschi, appuntati nel foglio U 20A.
Bramante non rinunciò all’idea base del Progetto 1, ossia la pianta a quincunx, ma ormai la centrò sull’incrocio del progetto quattrocentesco, allargandone il quadrato all’ottagono del progetto U 1A, ispirato, come detto alla basilica milanese di San Lorenzo. Riprendeva poi l’idea della cupola come elemento fondante della costruzione, che veniva ingrandita sino ad avere un diametro di 200 palmi romani, 44,3 metri, uguale a quella del Pantheon; mentre la tomba di San Pietro, per fare contento Giulio II, che ci teneva tanto, venne a trovarsi fra l’ingresso al coro e il centro della cupola, che ha mantenuto sino ad oggi.
Verso oriente l’edificio doveva proseguire in una navata corrispondente a quella della basilica, ma con struttura a piloni e volte, che ampliava quella del corpo centrale, e di dimensioni colossali. Inizialmente, nella cosiddetta fase I, che appare nel quadrante nord-est (destro inferiore) del foglio, dal punto di vista strutturale Bramante non si distaccò molto dal Progetto 1, utilizzando la stessa tipologia di pilastri, molto esili.
Inoltre, concepì un’aula a cinque navate: quella centrale avrebbe coinciso con quella della basilica costantiniana, mentre quelle intermedie, possono essere paragonate a una sorta di corridoio porticato. Le esterne, invece, consistevano in una sequenza di cupole minori, cui centri coincidono con il muro esterno della navata vecchia.
In tutto, la navata nuova risulterebbe molto più larga di quella vecchia; per disegnarla, si sarebbe dovuto aumentare il foglio con una striscia di carta incollata, come poi è stato fatto ai margini sinistro e superiore. Qui invece, si rinunciò, evidentemente perché il progetto fu abbandonato. Così non sappiamo se dobbiamo immaginarlo già con deambulatori in questo caso assai stretti attorno alle absidi. Comunque i bracci di croce sarebbero coincisi con quelli del coro del Rossellino. Qualcosa, aveva costretto l’anziano architetto a ripensare per l’ennesima volta il suo progetto…
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