
Villa Trabia alla Terre Rosse, uno splendido parco al centro di Palermo, proprio sopra il Giardino Inglese, nasce nel Settecento, in seguito al progressivo mutamento della abitudini della nobiltà locale. All’epoca, infatti, villa si trovava ad un miglio circa dalla città murata, in un’area che era ben oltre l’estrema periferia e che era destinata sia all’agricoltura, sia alle cave di materiale edile.
Secondo quanto racconta Vincenzo Ostinelli, capo giardiniere della villa a inizio Novecento
non era che un fondo rustico in grande parte incolto, con alquante terre coperte di ulivi, sommacco e fichi d’india e con un piccolo appezzamento rivestito di agrumi ed altri alberi da frutta.
Le cose cambiarono nel Secolo dei Lumi: i principi palermitani decisero di adottare l’abitudine francese della villeggiatura, costruendo delle ville fuori porta, in cui trascorrere la bella stagione, che a Palermo va da Aprile a Novembre. Ovviamente, il motivo non era puramente edonistico: è il periodo in cui l’agricoltura siciliana, che era sempre destinata all’esportazione, cambia progressivamente tipologia, passando dai cereali alla viticultura e alla coltivazione degli agrumi. Il che implicava un diverso modello di gestione del latifondo, con il maggior coinvolgimento dei proprietari.
Questa corsa alla campagna, solo nell’area della Piana dei Colli, compresa tra i Monti Pellegrino, Gallo, Billiemi, nel Settecento furono costruite 72 ville, provocò una sorta di antecedente di quello che due secoli dopo sarà chiamato Sacco di Palermo, con speculazioni, lottizzazioni e truffe di ogni tipo.
Villa Trabia non fa eccezione: nel 1740, reverendo Nunzio Serio riuscì a ottenere dal convento di San Francesco di Paola a prezzo di favore il latifondo delle Terre Rosse, per il particolare colore del suo terreno ferroso, che lottizzò, speculando in maniera vergognosa.
Uno dei lotti, in cui vi era un casolare rustico, una casena, fu acquistato nel 1756 da don Paolo Spinelli, che decise di trasformare il tutto un una villa rococò con un giardino di gusto francese. Alla morte di don Paolo, i nipoti vendettero il tutto a Ignazio Gaetani, Principe di Cassaro, che ampliò il terreno comprando i lotti vicini, trasformandolo in una tenuta di campagna vera e propria e ingrandirono il giardino alla francese.
La casa, la fontana principale, il viale d’accesso (Viale della Catena, chiamato così per via di una catena posta all’ingresso su dei cippi…) e il ponte con un belvedere furono tutti allineati ad un asse centrale. Questo lungo e celebrativo viale d’ingresso alberato, che prelude alla dimora, la disposizione di un parterre a ridosso della stessa e la simmetricità generale nel disegno della villa seguiva lo stile del paesaggista francese André Le Nôtre di grande moda fra la nobiltà palermitana del Settecento. Per la ricca vegetazione e per la sua bellezza ,a quel tempo la tenuta era nota come Casina Villa fiorita. Alla morte del principe Gaetani, non avendo questo eredi diretti, la proprietà passò al cognato Ignazio Lucchesi Palli, principe di Campofranco, il quale, per pagare un grosso debito, la cedette nel 1814 a Giuseppe Lanza Branciforti, principe di Trabia, vinse l’intera proprietà al tavolo da gioco. Proprio dai principi di Trabia la villa prese il nome.
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I Trabia trasformarono gradualmente il giardino secondo lo stile inglese, rendendolo un vero e proprio orto botanico, famoso in tutto il mondo. Un inventario redatto da Vincenzo Ostinelli nel 1910 enumerava 2.790 specie di piante e nelle serre, ora ridotte ai minimi termini, si coltivavano rose, agrumi e più di 200 specie di orchidee.
Vi era in fondo alla tenuta una zona, le pirriere (cioè le cave), da cui fu tratto la calcarenite dell’Ucciardone, che, alla fine dell’800 ospitavano persino lo zoo privato dei principi di Trabia in grotte naturali; in più le gazzelle africane, che i Trabia cercarono di introdurre in Sicilia e di addomesticare, convinti che la loro carne fosse un’ottima alternativa a quella delle pecore e delle capre, vagavano liberamente tra le piante esotiche.
Al contempo, modificarono la villa padronale: il compito fu affidato al buon Giuseppe Patricolo, l’inventore del fantomatico stile arabo normanno, che nonostante meriterebbe di essere spernacchiato a oltranza dai posteri, è troppo simpatico per essere esposto a pubblico ludibrio.
La villa aveva, in origine, come la maggior parte dei palazzi di campagna di un tempo, una pianta ad U, costituita da un corpo centrale e due bracci laterali abbelliti da due rampe di scale che permettevano l’accesso al piano nobile. Nel suo progetto di ammodernamento Patricolo pose questo scalone all’interno della villa per dare un senso di eleganza e regalità all’ingresso. L’iscrizione latina “Una volta sotto il cielo, ora all’interno, decorate, le scale si innalzano” si riferisce proprio al fatto che lo scalone era stato trasferito all’interno.
Sopra l’apertura centrale, al primo piano, c’è il grande balcone del piano nobile con lo stemma del casato dei Branciforti, il leone rampante, e la statua di santa Rosalia. Sulla facciata e sulle ali laterali sono visibili motivi floreali. Le aperture del piano terra si affacciano su una terrazza rialzata rispetto al giardino, a cui si accede attraverso una gradinata. Le aperture del primo piano si affacciano su vecchi balconi costruiti con ringhiere in ferro battuto a petto d’oca. Le aperture sono completate da cornici. All’interno di ogni cornice si notano nuovamente motivi floreali: uva, rose, melagrane.
L’ultimo proprietario fu un personaggio da romanzo, Raimondo Lanza di Trabia che nacque in un paesino della Lombardia (oggi frazione di Erba), da una relazione clandestina tra il nobile siciliano Giuseppe Lanza Branciforte principe di Scordia (che fu deputato e sottosegretario alla Guerra) e la nobildonna veneta Maddalena Papadopoli. Per legittimarlo, la nonna, Giulia Florio, fece redigere da Mussolini una legge ad hoc.
Fu tenente del Regio Esercito durante la seconda guerra mondiale, fra il 1940 e il 1943. In quegli anni frequentò e fu amico del ministro degli esteri Galeazzo Ciano, di Curzio Malaparte e Gianni e Susanna Agnelli. Grazie ai suoi contatti con i servizi segreti inglesi, fu anche amante di una loro spia, provò più volte a organizzare un colpo di stato contro Mussolini, per giungere a una pace separata con gli Alleati e salvò la vita a numerosi ebrei.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, aderì al Regno del Sud, fu aiutante di campo del generale Giacomo Carboni al SIM, operando fino al giugno 1944 nella Roma occupata dai tedeschi, ottenendo una medaglia di bronzo al valor militare, e poi agì quale ufficiale di collegamento con le forze alleate fino al 1945.
Amante di Rita Hayworth e Carroll Baker e marito dell’attrice Olga Villi, Raimondo aveva un gran gusto, in fatto di donne, fu presidente del Palermo Calcio e corridore automobilistico: negli anni 1930-40 proprio alle Terre Rosse venivano esposte le auto prima della partenza della Targa Florio.
Il suo originario ingente patrimonio, inclusivo di attività minerarie e derivante in parte dalle sostanze dei Florio entrate a far parte del patrimonio dei Lanza di Trabia e Butera, si polverizzerà del tutto nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, subendo un colpo considerevole a causa della riforma agraria e della crisi delle solfatare.
Morì nel 1954 per un sospetto suicidio, in circostanze misteriose e mai acclarate, in seguito a una caduta da una finestra del primo piano dell’Hotel Eden di via Ludovisi a Roma. La sua morte, recentemente si è parlato anche di omicidio, ispirò Modugno, suo grande amico, il testo della canzone Vecchio Frack.
Dopo il 1960 gli eredi dei principi di Trabia,per motivi economici, tenteranno di lottizzare, cioè suddividere il parco in più lotti, per venderlo, suscitando non poche polemiche. Per qualche anno la villa venne ceduta al Banco di Sicilia. Nel 1980 il Comune di Palermo acquisterà una parte della tenuta messa all’asta e, nel 1984, anche la villa e il rimanente terreno: attualmente Attualmente la villa ospita una sede distaccata del comune di Palermo, una biblioteca pubblica, una videoteca, una biblioteca per bambini ed un internet point gratuito