Chiacchierando con Davide del Popolo Riolo

È da diversi anni che conosco e frequento Davide Del Popolo Riolo, apprezzandone sia la sua grande umanità, è una persona splendida, che mi ha dato tanto come amico, sia le sue doti da scrittore. Davide è uno dei pochi narratori capaci di rimettersi sempre in discussione, senza mai fossilizzarsi su personaggi, storie e scenari.

Ogni volta sorprende il lettore e senza mai annoiarlo, lo costringe a riflettere su quanto diamo per scontato, mostrandone le contraddizioni e stranezze, su cui spesso preferiamo chiudere gli occhi. Doti che sono sempre più apprezzate: Davide ha vinto tutti i premi disponibili nella Fantascienza Italiane e in quest’ultimo anno, è riuscito a raggiungere l’accoppiata tra Premio Italia e Premio Urania, insomma, il top del top.

Ovviamente, questo lo ha portato ha concedere interviste in quantità industriale: anche io, non potevo tirarmi indietro… Però, più che parlare del Premio Urania, il suo romanzo il Pugno dell’Uomo uscirà in edicola il prossimo novembre, che immagino sarà trattato in tutte le salse, ho preferito concentrarmi sul suo rapporto con la scrittura e sulla sua passione nel narrare storie…

Ciao Davide, chi sei? Come ti presenteresti a un estraneo? Quali sono i tre aggettivi che descrivono meglio la tua natura?

Ciao, mi chiamo Davide Del Popolo Riolo, ho 52 anni, sono nato ad Asti ma vivo a Cuneo e di professione sono avvocato. La mia grande passione sono i libri, non concepisco la vita senza la lettura. Per anni quando incontravo qualcuno cui volevo spiegare chi fossi gli dicevo che per hobby scrivevo fantascienza e che mi auguravo un giorno di riuscire a pubblicare ciò che scrivevo. Negli ultimi anni improvvisamente i miei scritti hanno trovato editori disposti a pubblicarli e qualche raro lettore disposto a leggerli e questo ha dato un nuovo senso alla mia vita… Tre aggettivi? È molto difficile descrivere una persona con tre parole, se poi si tratta di se stessi lo è ancora di più. Se proprio devo provarci dico: tenace, tollerante e sensibile.

Perché scrivi? Cosa ti spinge a narrare storie?

Credo che la mia sia una specie di patologia: non riesco a stare a lungo senza immaginare e scrivere storie. È stato così fin da bambino, a quanto mi ricordo. Se per un po’ non scrivo divento irrequieto e insoddisfatto. Le storie cominciano a bussarmi nella testa e non smettono fin quando non comincio a dipanarle, a raccontarle. A volte possono essere davvero invadenti! A prescindere dalla mia personale patologia, comunque, io penso che l’attività del narrare sia essenziale per l’essere umano. Immagino persone che tornano da una dura giornata di lavoro, stanche e affamate. Si radunano attorno al focolare e mangiano in silenzio, troppo esauste per parlare. Poi una di loro comincia a raccontare una storia: può essere di dei ed eroi, di draghi e stregoni o di astronavi o alieni ma ha sempre la stessa funzione, farli evadere dalla loro vita faticosa ma insieme far percepire che c’è altro nella vita e che il loro destino può essere diverso, che lo possono cambiare, e allora alcuni ci provano e qualcuno magari ci riesce. Questo per me è il narratore, credo, ed è questo che vorrei essere.

Immagino che ogni ti giorno ti vengano decide di idee e spunti narrativi: come riesci a distinguere il grano dal loglio, capendo quale vale la pena sviluppare e quale deve essere scartato?

Non è un processo razionale. Quando mi viene un’idea, che a volte è uno spunto di una riga, me la segno da qualche parte. Poi lascio che germogli. Se mi sembra che si stia sviluppando allora inizio a concentrarmi sulla possibilità che diventi un racconto: personaggi, ambientazione, sviluppo narrativo. Quando comincio a sentire nella mia testa i personaggi che si parlano, a immaginare i loro dialoghi, allora quello è il momento di mettersi a scrivere.

Dato che sei una sorta di “cannibale” della fantascienza italiana, che consigli dai a chi si vuole dedicare come scrittore a tale genere?

Cannibale! Esagerato, è quasi minaccioso detto così! In realtà ho fatto ben poco, fino a ora, quindi non mi sento di poter dare consigli dall’alto di chissà quale sapienza o successo. Se proprio insisti però posso provare a dare qualche consiglio ovvio, rivolto più che altro a me stesso perché sono consapevole di avere tantissimo da imparare. Il primo è leggere. Leggere tanto, leggere continuamente. Se volete scrivere fantascienza, leggete tanta tanta fantascienza. Non potete scrivere un genere se non lo conoscete bene. Ma non leggere soltanto il genere di cui volete scrivere. Leggete i grandi, quelli che scrivono davvero bene, quelli che vi lasciano a bocca aperta, e cercate di rubare i loro segreti e leggete saggistica, per imparare come funziona il mondo. Il secondo consiglio è: scrivete. Scrivete tanto, senza arrendervi e senza scoraggiarvi. Come ogni attività, la scrittura migliora più la si fa. All’inizio avrete l’impressione di scrivere male? Non importa: riprovate, riprovate, riprovate. Tenete duro. Terzo e ultimo consiglio: accettate, ricercate anzi, le critiche intelligenti, senza offendervi. Cercate sempre di imparare da chi vi critica, di migliorarvi. E con questo basta che mi sembra di essere Yoda che dà consigli a Luke!

Quale è il tuo metodo di lavoro? Sei istintivo, butti giù prima una scaletta, applichi un approccio agile, con tante revisioni in corso d’opera, oppure…

Ho una grandissima ammirazione per gli scrittori-architetti. Quelli che prima di iniziare a scrivere hanno già pianificato tutto, hanno lo storyboard con la descrizione di ogni ambientazione e personaggio e il riassunto di ogni capitolo. Li ammiro ma non riuscirei a scrivere così. Quando inizio a scrivere io ho di solito un’idea dell’inizio e della fine della storia e dei personaggi principali. Poi improvviso, invento, torno indietro per adattare quello che ho scritto prima a quello che ho inventato dopo, rileggo e aggiusto continuamente. Lo so che è un metodo dispersivo, che quell’altro è più produttivo, ma sono fatto così.

Perché proprio la fantascienza e non per esempio il giallo o il fantasy? In futuro tenterai anche qualche altro genere?

Quando voglio darmi un tono intellettuale dico che la fantascienza è uno strumento terribilmente acuminato per penetrare i gangli della realtà, per metterli allo scoperto come fosse un bisturi. Che KS Robinson sostiene che ai nostri tempi l’unico modo per descrivere il mondo così com’è è scrivere fantascienza. La verità però è che a scrivere fantascienza mi diverto tantissimo! Dedicarmi ad altri generi? Dal punto di vista pratico avrebbe un senso: nella letteratura di genere penso che la fantascienza sia quella che vende di meno. Però c’è il problema che a me vengono soltanto idee per storie di fantascienza! In ogni caso chissà, non mettiamo limiti a ciò che ci può riservare il futuro…

Quali letture, sia di fantascienza, sia di altro genere, hanno influenzato la tua scrittura?

È una domanda molto difficile questa. Amo e ho amato molti scrittori, ma è difficile dire se mi hanno influenzato, e quanto, nel mio modo di scrivere. Ci sono a volte autori o libri da cui ti viene da rubare, che so, una frase, un vezzo, una descrizione, un’invenzione stilistica. A volte sono quelli che nemmeno ti piacciono tanto! E magari usi ciò che hai rubato anni dopo, quando nemmeno ti ricordi più da dove arriva ciò che stai usando. Su questa domanda mi avvalgo della facoltà di non rispondere.

Quali esperienze della tua vita, si riflettono di più nei tuoi romanzi e racconti?

Credo sia inevitabile che tutto ciò che hai vissuto lasci tracce in ciò che scrivi, nel bene o nel male. Ho scritto per esempio alcuni racconti in cui ho usato la mia esperienza di avvocato, peraltro modesto e di provincia. Penso a Erasmo, a La mediatrice o a La pena di Chrys. Dopo che è mancato mio papà, quasi quattro anni fa, ho scritto tre racconti che hanno come tema il rapporto tra figlio/a e un genitore assente o defunto. Non l’ho fatto appositamente, è stato credo un modo inconscio per elaborare il lutto. Le esperienze della vita ti cambiano e questo inevitabilmente cambia la tua scrittura, i temi che vuoi trattare, la sensibilità con cui li tratti.

Quali sono le specificità della fantascienza italiana, a tuo avviso? Differenze con quella di lingua anglosassone? Potrebbe la nostra fantascienza piacere a lettori di altre culture?

Che domanda impegnativa! Meriterebbe che un pool di studiosi ci lavorasse per qualche anno! Se devo provare a improvvisare una risposta, la mia impressione è che la fantascienza italiana si caratterizzi forse per una più spiccata attenzione alla storia e in generale alle scienze umane. Con questo non voglio dire che gli scrittori italiani non ne capiscono di scienza, anzi, ce ne sono di molto competenti, o che gli anglosassoni non siano interessati alla storia, sarebbe una stupidaggine. È forse una questione di sfumature… o forse è soltanto una stupidaggine senza senso che mi è venuta in mente! Sinceramente, non vedo perché la fantascienza italiana non dovrebbe piacere all’estero. Tra gli scrittori italiani ci sono tantissimi autori pieni di talento, di cultura, di fantasia, certo che gli stranieri li potrebbero apprezzare! Ci vuole un editore coraggioso e lungimirante che li traduca e promuova.

Il Futuro ha ancora il suo fascino o siamo condannati a leggere solo distopie?

La fantascienza è stato il genere del futuro per decenni. Immagino riflettesse la società in cui veniva scritta, convinta che domani sarebbe stato migliore di oggi che era migliore di ieri. Questa fede, magari un po’ ingenua, nel miglioramento costante e inevitabile oggi è in crisi. Oggi molti sono spaventati guardando al futuro, e magari non hanno tutti i torti. E allora si scrivono distopico, post-apocalittico, climate e tutti gli altri sottogeneri che descrivono un futuro disastroso. Il pessimismo sta persino diventando manierismo, tanto da aver generato, per reazione, un sottogenere che si prefigge di essere ottimistico, il solarpunk. L’unica cosa che io so per certo del futuro è che non c’è ancora. E che spesso chi è convinto di saperlo prevedere sbaglia. Se dovessi tirare a indovinare, direi che il futuro sarà un po’ migliore delle descrizioni più pessimistiche e un po’ peggiore di quelle ottimistiche. Nel frattempo, leggerò con piacere sia le storie ottimistiche che quelle pessimistiche sul futuro a una condizione: che siano scritte bene.

Quale è il tuo rapporto con la tecnologia? Uno sfondo o un motore delle tue storie?

Ahimè pur scrivendo fantascienza – lo dico a bassa voce, non rivelarlo in giro – non sono affatto tecnologico. Cerco di usarla quando mi è utile ma non vivo per acquistare l’ultimo gadget. Per dire, il mio cellulare è un vecchio Galaxy A3… Se cerchi racconti scientificamente fondati sulle nuove tecnologie non leggere le mie storie. La tecnologia nella mia narrativa è un puro strumento di straniamento, serve per mettere i personaggi di fronte a situazioni inaspettate o per consentire loro di fare cose che altrimenti non potrebbero fare. Un po’ come la magia se scrivessi fantasy, insomma.

Come ti immagini la società italiana tra un quarto di secolo?

Mah, forse non troppo diversa da quella di oggi. Probabilmente un po’ più povera, magari un po’ più digitalizzata, con una divisione più netta tra chi sa usare la tecnologia e vive in un network internazionale e chi è rimasto indietro. Quasi certamente con più stranieri di oggi. Ma alla fine con gli stessi difetti che ci portiamo dietro dall’Unità, e che sarà ben difficile risolvere, soprattutto perché non ci proviamo neanche. Oppure, chi lo sa, ci sarà un crash tecnologico e allora sarà un’Italia agreste, con le città abbandonate e tutti i sopravvissuti che coltivano il loro orticello!

Infine, il peggior difetto e pregio di quel vecchio caprone che ti sta intervistando!

I tuoi? Il tuo miglior pregio secondo me è che sei una persona straordinariamente gentile e generosa. È la prima cosa che ho notato quando ci siamo conosciuti. Il peggior difetto è che sei troppo e incredibilmente colto: di qualunque argomento stiamo parlando ne sai più di me!

Per conoscere meglio Davide e passare belle serate in compagnia di ottimi libri, questa è la sua bibliografia…. Mi raccomando!

1. De Bello Alieno (romanzo), Delos Books, Milano, feb. 2014. Vincitore Premio Odissea e Premio Vegetti, 2° al Trofeo Cassiopea, finalista al Premio Italia

2. Erasmo (romanzo breve), Delos Digital, Milano, ott. 2015 (solo e-book). Vincitore Trofeo Cassiopea, finalista al Premio Italia

3. Silla e l’alieno (racconto breve) pubblicato in Delos SF (solo on-line), gen. 2016.

4. Non ci sono dei oltre il tempo (romanzo), Kipple Officina Libraria, Torriglia, apr. 2016. Vincitore Premio Kipple

5. L’ambasceria alessandrina (racconto breve) pubblicato nell’antologia Penny Steampunk (a cura di Roberto Cera), Torino, OttoEventi, giu. 2016.

6. La mediatrice (romanzo breve), Delos Digital, Milano, ott. 2016. Finalista al Premio Italia

7. Lontano da casa (racconto lungo), pubblicato in Robot n. 81, lug. 2017. Finalista al Premio Italia

8. Liberi dal bisogno (romanzo breve), Delos Digital, Milano, dic. 2017 (solo e-book). Nuova pubblicazione nell’antologia Italia futura presente (a cura di Giulia Abbate ed Elena di Fazio), Milano, Delos Digital, ott. 2019

9. Il giorno in cui il mondo di Ricky finì (racconto), pubblicato in Fondazione SF magazine n. 25, dic. 2017

10. La crisi del C.U.O.R.E. (romanzo breve), Delos Digital, Milano, apr. 2018 (solo e-book)

11. La pena di Chrys (racconto), pubblicato nell’antologia Futura lex (a cura di Gian Filippo Pizzo), Roma, La Ponga, set. 2018

12. Breve manuale di conversazione con i morti (racconto), pubblicato in Andromeda Lost Tales n. 2, nov. 2018. Vincitore del Premio Viviani. Nuova pubblicazione nell’antologia Altri futuri (a cura di Carmine Treanni), Milano, Delos Digital, ott. 2019

13. La villa stregata (racconto lungo), pubblicato in Robot n. 85, dic. 2018

14. Ubermensch (romanzo), Delos Digital, Milano, gen. 2019. Finalista al Premio Urania con il titolo Tutti i regni del mondo. Vincitore del Premio Italia

15. Il turismo spaziale come incontro tra culture (racconto), pubblicato nell’antologia Strani Mondi (a cura di Franco Forte), Mondadori, Urania, Milano, lug. 2019

16. Vita eterna (racconto), pubblicato in Andromeda Lost Tales n. 3, lug. 2019 (in cartaceo da feb. 2020)

17. Lo straniero arrivò di martedì (racconto), pubblicato in Delos SF (solo on-line), gen. 2020

18. Il rogo delle vedove (racconto lungo), Delos Digital, Milano, mag. 2020 (solo e-book)

19. Gli psicostorici (racconto), pubblicato nell’antologia Bicentenario (a cura di Paolo Arosio), Delos Digital, Milano, lug. 2020

20. La Prima Legge (racconto), pubblicato nell’antologia Assalto al sole (a cura di Franco Ricciardiello), Delos Digital, Milano, sett. 2020

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