
La Borgogna dell’Autunno del Medioevo, così ben descritta da Huizinga, aveva due grossi problemi politici. Il primo la non contiguità geografica dei suoi domini, suddivisi in due nuclei principali: una relativa al ducato ed alla contea di Borgogna, l’altra ai futuri Paesi Bassi spagnoli (l’odierno Benelux). Tra le due, la Champagne ed i ducati di Lorena e di Bar. Divisione che ne aumentava la fragilità, dinanzi ai suoi nemici.
Il secondo, il titolo ducale, che la poneva sempre in secondo piano rispetto al re di Francia, che in teoria, avrebbe potuto sempre cancellarlo, per fellonia. Carlo il Temerario cercò in tutti i modi di risolvere entrambi i problemi: Lo scopo della sua vita fu di collegare territorialmente i suoi domini e di ottenere un’investitura reale, ricreando l’antico regno di Lotaringia.
Il primo obiettivo di tale ambizione fu l’Alsazia: nel 1469 ne ottenne parte dall’imperatore Federico III, che l aveva dato in pegno ed in garanzia a Carlo il Temerario a causa di un prestito di cinquantamila fiorini e che non fu in grado di restituire. Una strategia analoga fu seguita nei confronti di Sigismondo d’Austria, che aveva accumulato debiti ingentissimi nei confrnti della Borgogna.
Non riuscendo a ripagarli fu costretto con il trattato di Saint-Omer (9 maggio 1469) a cedere a Carlo il Temerario la contea del Sundgau (Alsazia Meridionale) insieme ad altre città, riservandosi peraltro il diritto di riacquisto: Sigismondo affidò a Carlo in ipoteca il territorio che aveva dato in pegno ai confederati (gli Svizzeri) e cioè le città di Laufenburg, Rheinfelden, Säckingen e Breisach, il langraviato dell’Alta Alsazia e la contea di Ferrette in cambio di 50.000 fiorini e la protezione contro i suoi nemici (i confederati).
Tuttavia la politica di embargo di Carlo il Temerario contro le città di Basilea, Strasburgo e Mulhouse, diretta dal suo magistrato Peter von Hagenbach, spinse le predette città a rivolgersi a Berna per ricevere aiuto; Sigismondo cercò di raggiungere un accordo di pace con la confederazione svizzera, firmato a Constanza nel 1474: l’indipendenza dei cantoni svizzeri (appoggiati da Luigi XI di Francia perennemente schierato contro Carlo di Borgogna), fruttarono a Sigismondo una pensione annua offertagli dal re di Francia. A questo punto il duca d’Asburgo avrebbe voluto ricomprare i domini alsaziani da Carlo I, il quale però rifiutò.
Nel frattempo, Carlo il Temerario era impegnato in due partite politiche molto complicate: estendere il suo potere nella valle del Reno, cosa che lo portò a una serie di crisi e rappacificazioni con l’Impero e trasformare la Lorena in uno stato satellite. Approfittando della giovane età del nuovo duca, Renato II, lo incontrò a Treviri e firmò un trattato in base al quale entrambi si impegnavano a non allearsi con Luigi XI secondo un’intesa che potesse nuocere alla controparte. In più, Renato II concesse a Carlo I il libero passaggio nei suoi possedimenti ed autorizzò l’acquartieramento di guarnigioni borgognone a Charmes, Darney, Épinal, Neufchâteau e Prény. Bisogna dire che Renato II non aveva molta scelta, poiché non poteva contare sull’aiuto di Luigi XI, il quale aveva appena firmato una tregua con Carlo I.
Questa situazione non era però molto gradita a Renato II, che si mise allora in contatto con gli avversari del duca di Borgogna: Luigi XI, gli svizzeri della Confederazione degli Otto Cantoni, minacciati dai progetti di espansione di Carlo I, le città dell’Alta Alsazia, che subivano gli abusi dell’amministrazione borgognona.
Luigi XI firmò parecchi trattati: con gli svizzeri (ottobre 1474), con Federico III (dicembre 1474), con Edoardo IV di Inghilterra (Trattato di Picquigny, 29 agosto 1475), che isolarono Carlo il Temerario. Nel frattempo, gli svizzeri dichiarò guerra a Carlo il Temerario. l giorno 8 novembre 1474 cinsero d’assedio la città di Héricourt. Carlo I, impegnato a combattere contro gli imperiali, non poté intervenire subito. Gli attaccanti, dopo aver bombardato intensamente la città, provocarono una breccia nelle mura e gli assediati, mal approvvigionati e vista la piega degli avvenimenti, decisero di arrendersi. Héricourt fu espugnata il 12 novembre 1474.
Nel frattempo il conte Enrico di Neuchâtel-Blamont, maresciallo del duca di Borgogna, si diresse in soccorso degli assediati. Egli era appoggiato dalle truppe di Giacomo di Savoia, conte di Romont e governatore di Borgogna (in totale circa 6800 uomini). Il conte di Romont aveva arruolato anche circa 5.000 mercenari lombardi, ch’egli aveava incitato a venire a ricongiungersi alle sue forze.Gli svizzeri individuarono la loro avanzata il 13 novembre, levarono il campo ed attaccarono. I mercenari italiani, affaticati dalle marce forzate attraverso le Alpi ed il Giura, fuggirono quasi subito. Le milizie della Franca Contea si ritrovarono quindi da sole contro 18.000 soldati nemici e furono mette in rotta.
L’avvicinarsi dell’inverno pose fine alla campagna militare in Alta Alsazia, ma nell’aprile 1475 i confederati, città di Berna in testa, lanciarono alcuni corpi franchi nei Paesi del Vaud. Le bande armate devastarono le campagne, massacrarono e violentarono, saccheggiarono e taglieggiarono. Non potendo Giacomo di Savoia venire in soccorso del suo territorio, queste “bande svizzere” fecero in fretta a conquistare la zona, impadronendosi di Grandson, Orbe, Montagny e di Echallens. Morat si unì alle collegate Berna-Friburgo. Vi furono massacri a Nyon, a Clées, a Jougne. Furono occupate La Sarraz e Cossonay. Ginevra e Losanna, sedi episcopali, furono pesantemente saccheggiate. Ad est le truppe bernesi misero le mani su Aigle e su una parte del Chiablese. In tutto furono sedici le città e quarantatré i castelli i cui abitanti, che non erano periti nei massacri, prestarono giuramento ai loro nuovi padroni.
In effetti il Paese di Vaud era un luogo strategico sia dal punto di vista commerciale che militare, porta aperta sui colli alpini e via di transito per il Mediterraneo e per l’Italia. I Bernesi volevano in questo modo fermare il transito dei mercenari italiani che attraversavano le Alpi per raggiungere le truppe di Carlo il Temerario.
Il 14 ottobre 1475 Berna, con futili pretesti (i bernesi si lamentavano dell’ostilità dichiarata delle popolazioni del Vaud che erano state da loro massacrate e taglieggiate), dichiarò guerra a Giacomo di Savoia. Le loro truppe invasero nuovamente il Paese del Vaud e massacrarono le guarnigioni che opponevano resistenza. Sapendo di non poter ottenere alcun soccorso, le altre città del Vaud capitolavano prima di venir attaccate.
Vista la situazione e forte di queste alleanze, Renato II lanciò la sua sfida allo scomodo vicino il 9 maggio 1475. Carlo cominciò col firmare una nuova tregua con Luigi XI, poi in autunno invase la Lorena. Tosto conquistò Charmes, poi Epinal ed infine Nancy il 24 novembre 1475, dopo un mese di assedio. Prudenti, gli stati della Lorena si ricongiunsero al vincitore e Carlo I si proclamò duca di Lorena. In data 11 gennaio 1476, Carlo decise di chiudere la partita, invadendo la Svizzera; a trarne vantaggio fu proprio Giacomo di Savoia, che visto il fuggi fuggi confederale dinanzi all’arrivo delle truppe borgognone, riuscì a recuperare quanto perduto…