La chiesa di San Mattia dei Crociferi

Un altro luogo, molto suggestivo, ma poco noto di Palermo è l’auditorium dell’ex noviziato di San Mattia dei Crociferi, alla Kalsa. Il complesso nasce per volontà di Pietro Balsamo e Francesca Ventimiglia, principi di Roccafiorita, nel 1630, sull’area di risulta di palazzo Valguarnera, che i quali decisero di realizzare un complesso, che oggi chiameremmo polofunzianale: da una parte un convento, per guadagnarsi il paradiso, dall’altra un ospedale, per assistere i malati di uno dei quartiere, all’epoca, tra i più poveri di Palermo.

Per questo, con l’appoggio del solito arcivescovo Giannettino Doria, impegnato nel ridisegnare secondo le sue idee, a volte anche bizzarre, la religiosità palermitana, i crociferi, l’ordine fondato da San Camillo de Lellis, furono costretti, anche malvolentieri, dato che la nuova sede era assai spartana a trasferirsi dallo loeo convento vicino a Porta Termini.

Le cose cambiano ulteriormente nel 1686: la principessa Francesca Balsamo, venendo da una parte incontro alle lamentele dei crociferi, pare che nel noviziato piovesse dentro e fosse pieno di spifferi, i costruttori erano andati al risparmio, dall’altra intenzionata a trasformare la chiesa di San Mattia nel mausoleo di famiglia, decise di avviare i lavori di ristrutturazione del complesso. Come architetto, fu scelto Giacomo Amato: essendo l’architetto ufficiale dell’ordine dei crociferi, la principessa ipotizzava di massimizzare il risultato, minimizzando i costi, dato che Giacomo non avrebbe voluto fare brutta figura con i confratelli. Inoltre Giacomo, in generale, era impegnato nella ristrutturazione urbanistica di via Torremuzza, dato che era impegnato in quasti tutti i cantieri presenti su quella vita.

L’idea di Giacomo, nel ristrutturare la via principale della Kalsa, era di realizzare un pezzo di Roma Barocca nel Centro di Palermo: per cui il suo progetto prevedeva, oltre all’ampliamento della Casa del Noviziato e il consolidamento dell’intero complesso, per evitare il linciaggio da parte dei confratelli, la realizzazione del seicentesco scalone elicoidale costituito da 111 gradini atto a raccordare i vari livelli della costruzione, la ristrutturazione della cupola e della facciata della chiesa

Dal 1886 chiesa e il noviziato sono di proprietà comunale, in seguito all’entrata in vigore della legge sulla soppressione degli ordini religiosi, l’intero complesso fu tolto ai legittimi proprietari ed assegnato allo Stato, il quale, dopo aver mutato la destinazione d’uso del sito, lo assegnò, negli anni successivi, ad istituzioni pubbliche o sociali. Fra essi la Croce Rossa, poi il comando dei vigili urbani ed oggi il settore amministrativo della riqualificazione urbana e delle infrastrutture del Comune di Palermo. Attualmente è sede dell’Assessorato al Centro Storico e adibito ad uffici e spazi espositivi per ospitare mostre ed eventi culturali: la chiesa funge sia da auditorium, sia da luogo per la celebrazione dei matrimoni civili.

La facciata presenta il reticolo di paraste e cornicioni – marcapiano in conci squadrati di pietra viva con tre ingressi,le coppie di paraste centrali lievemente aggettanti. Tre finestre sormontano i portali nel primo ordine, altrettante al secondo – quella centrale è un grande oculo. Il timpano superiore include una apertura esagonale. Caratteristico del periodo il medaglione in stucco al di sopra del portale principale, che raffigura San Mattia Apostolo sorretto da due puttini alati. All’interno, la chiesa ha una pianta ottagonale, sovrastato da una enorme cupola circolare. L’interno è essenziale e scarno ma molto suggestivo definito da colonne, pilastri e raccordati da cornicione, quattro palchetti per la musica – due per parete laterale a delimitare le cappelle – pochi affreschi rimasti e una semplice scala a chiocciola che conduce ai corridoi dell’ex convento.

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