Chiusura del Festival di Cerreto laziale

 

Sabato, dopo quattro mesi intensi, si è chiuso l’Art Festival di Cerreto Laziale. Esperienza, dal mio punto di vista, positiva e e di straordinario spessore umano.

Ho rivisto tanti amici e ne ho conosciuti di nuovi che mi hanno dato tanto…

Detto questo,il mio grazie va al buon Rodolfo Cubeda, il direttore artistico, se il cui impegno e fatica, tutto ciò non sarebbe potuto accadere.

Sfido chiunque a fare la stessa cosa: trasformare per un’estate un paesino del Lazio in una delle capitali dell’Arte Contemporanea Italiana.

Perchè è tanto facile criticare, per chi non ha mai messo su una mostra. Per chi non ha mai avuto a che fare con politici e burocrati. O che non conosce la fatica di allestire o i problemi del ricevere o spedire opere o del gestire la comunicazione.

O avere lo spirito di iniziativa per risolvere gli imprevisti più assurdi che a priori nessuno sarebbe capace di immaginare

Rodolfo è stato un grande. Merita tutti i miei complimenti e la mia riconoscenza.

 

Cronache da Cerreto

Ieri a Roma il caldo era soffocante. Credo di aver battuto il mio record personale di docce. Aggiungetevi pure una mattinata trascorsa a litigare con Equitalia… Insomma, potete immaginare in che condizione ero.

Così, appena ho avuto l’opportunità di fuggire a Cerreto Laziale, per la nuova puntata dell’Art Festival, non mi sono tirato indietro e ho fatto salti di gioia.

Per la possibilità di godermi il fresco. Perchè Rodolfo Cubeta è un ottimo anfitrione. Perchè come sempre, il livello degli artisti presenti è elevato.

Sono rimasto soddisfattissimo. Nella galleria espone Natascha Auenhammer, viennese. Vi risparmio le mie chiacchiere su come sono vissuto bene nella sua città, con i musei, i mercatini di Natale in cui libavo di vin brulè per difendermi dal freddo, le colazioni dolci accompagnate dal canto delle operette.

Natascha ha presentato due tipi di opere: i paesaggi urbani, costruiti su texture di ritratti, in cui si da evidenza concreta dell’antico aforisma di Tucidide

Gli uomini sono la città, non le mura né le navi vuote di uomini

La Polis, la comunità in cui trascorriamo ogni giorno, non è fatta di edifici, di tecnologia o di servizi astratti.

E’ fatta da persone, con le loro aspirazioni e i loro sogni. Solo se questi sono condivisi, può nascere qualcosa, altrimenti si avrà il caos informe.

La seconda serie di opere è invece un omaggio a De Chirico, con la scoperta del mistero nascosto nelle piccole cose che spesso preferiamo ignorare

Al Mamec invece Alessandra Carloni con i suoi quadri, pullulanti di vita, simboli e figure, come le opere del buon Bosch, mostra la complessa ambiguità della vita che ha senso soltanto se lo vogliamo.

Senso che nasce dalla capacità di stupirci ogni giorno, di conservare i sogni come cose preziose, dal coraggio di creare.

Il buon Luca Morici ha presentato il suo ciclo sulla Musica, la voce che ci dice che la razza umana è più grande di quanto lei stessa sappia

Quadri di qualche tempo fa, ma dove già si evidenzia la grande forza espressiva della sua pittura, in cui l’umanità lotta eroicamente per sollevarsi dai suoi abissi.

Maria Serra ha presentato le sue elaborazioni digitali sull’Apocalisse: il tempo ultimo che permette di togliere il velo sulla nosta condizione attuale, sul nostro distruggere noi stessi e ciò che ci circonda.

Per creare, bisogna crede: e in questa età oscura, le fiammelle degli ideali si spengono, portandoci all’estate senza fiori

Paolo Facchinetti ha il grande dono di stupirmi: ammiro la sua energia e il suo coraggio di sperimentare cose nuove e di rimettersi in discussione.

I quadri informali presentati al Mamec sono poesia di materia e di colore. E’ la forma che nasce dal caos, in un cantico di speranza. Nulla si distrugge, tutto muta

Rocco Manniello

Vedi, il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica, e chi scava. Tu scavi.

Parodiando la grande battuta battuta de Il Buono, il Brutto e il Cattivo, si potrebbe dire che il mondo è diviso tra chi ama Rothko e chi non lo capisce.

Non ci sono vie di mezzo. Chi lo ama, vede i suoi quadri come ricerca del divino che è in noi. Chi lo odia, li considera nulla più che macchie sulla tela.

appartiene alla prima categoria: la sua pittura condivide con quella del lettone il misticismo della luce e del colore.

Entrambi, seguaci di Plotino ritengono che l’oggetto materiale divenga bello soltanto

” in quanto partecipa del pensiero che discende dal divino “

E ciò avviene trascendo forma e materia, rendendolo pura e semplice luce.

Ma se Rotkho insegue un ordine razionale e classico nelle sue tele, con il dialogo proporzionale tra le campiture, nell’illusione che il mondo abbia ancora un minimo di senso razionale, Rocco va al di là di questo.

Il mondo non è conoscibile dalla mente, ma cuore, tramite l’intuizione. Così i suoi quadri, con i colori impalpabili e trascendenti, divengono finestre verso l’Assoluto, paesaggi interiori che riflettono ciò che di meglio siamo, oasi di pace nei nostri abissi

Un sabato a Cerreto

E’ sempre piacevole tornare a Cerreto, dando sollievo al corpo e all’anima. Al corpo, perchè permette la fuga da un’afa romana pestilenziale.

All’anima, perchè gli eventi dell’Art Festival, organizzati con amore e passione dal buon Rodolfo, riconciliano con l’Arte, in una realtà sempre più mercificata e avvelenata da beghe da cortile.

Mi sono goduto i quadri della Galleria, di Rosella Lenci, opere che il mio editore ha definito cyberpunk e connettiviste.

Rosella, anche se forse non è una grande lettrice di fantascienza, nelle sue opere rappresenta l’immaginario contemporaneo che è alla base della scrittura di Dick e Gibson.

Il frantumarsi del Reale nel virtuale, la Notte e la Città come entità viventi, substrati da cui prendono forma i nostri incubi e l’umanità confusa e spaventata che si agita in quel formicaio chiamato Futuro.

E’ sempre bello poi, rivedere le splendide opere nella Torre e apprezzare gli artisti che espongono al Mamec. I quadri del buon Rocco Manniello, finestre aperte sull’Assoluto e sull’Infinito. Le fotografie stranianti di Rita Izlai che mostrano il mistero dell’Inquietudine nascosta nel quotidiano.

I dittici di Momentè, poesie sull’incomunicabilità dell’Uomo e sul nostro affogare nella moltitudine informe.

I quadri, brulicanti di vita, di aforismi e dialettiche del buon Luca Piccini.

E ovviamente l’Evento Kipple. L’occasione non solo di parlare de Il Canto Oscuro, ma di presentare al pubblico tutto il lavoro e l’impegno del mio editore

Angolo promozionale

Il mio solito angolo dedicato alle segnalazioni. La prima riguarda l’uscita del numero 17 di Next, rivista dell’avanguardia connettivista, che ospita un mio saggio sul rapporto tra Caos e Cosmos nell’arte contemporanea italiana.

Il blog dei giochi ha segnalato Il Canto Oscuro, cosa che male non fa, e domani si torna a Cerreto Laziale, dove oltre che del mio romanzo, si chiacchiererà di Fantascienza in Italia e di ebook

Infine su Blib TV c’è l’intervista di l’intervista di Nicolas Veneri al buon Francesco Troccoli…

Officina Materica

Cercare adagio, umilmente, costantemente di esprimere, di tornare a spremere dalla terra bruta o da ciò ch’essa genera, dai suoni, dalle forme e dai colori, che sono le porte della prigione della nostra anima, un’immagine di quella bellezza che siamo giunti a comprendere: questo è l’arte.

Così scrive James Joyce, nel suo Dedalus. Non c’è sintesi migliore dell’Arte di Officina Materica, la scoperta della bellezza nascosta davanti ai nostri occhi e ai nostri polpastrelli che si libera in un’armonia di colore e di forma, di scultura e pittura.

L’Equilibro tra Macro Cosmo e Micro Cosmo, sempre incerto e instabile, ma desideriamo senza fine, per donare completezza alla nostra anima

Consigli per la settimana

Il solito angolo delle segnalazioni: la prima, riguarda la splendida iniziativa dell’Art Festival di Cerreto Laziale, dove oggi si apre la nuova tornata di mostre.

In in bocca al lupo a Rodolfo Cubeta e a tutti gli artisti presenti: Silvano Bruscella, il buon Marcello Toma, compagno di avventure nel mondo steampunk, a Giacomo Falcinelli, ad Alessandro Di Gregorio, Angela Vinci e Patrizia Montegrande.

Per chi ha occasione, consiglio di andare, per esplorare e ammirare quanto di meglio può esprimere il Contemporaneo… Poi, cosa che non guasta mai, a Cerreto si sta freschi e si mangia tanto bene.

La prossima settimana, poi nella nuova biblioteca di Cerreto sarà organizzato un evento di presentazione della Kipple Officina Libraria, in cui si parlerà anche de Il Canto Oscuro

La seconda segnalazione riguarda la galleria milanese Area 35, in via Vigevano 35, che sarà teatro della presentazione meneghina del mio romanzo.

Il 25 giugno dalle ore 19 alle ore 22 inaugurerà una mostra sull’arte aborigena australiana della comunità di Utopia, mostra organizzata in collaborazione con NINBELLA ART.

Un’esplorazione di un mondo estetico lontano nello spazio, ma così vicino alla sensibilità di noi moderni, che esplora l’inconscio e il Dreaming, lo Jukurrpa, lo origini e percorsi degli esseri ancestrali sulla terra e identifica i luoghi sacri in cui risiedono gil spiriti.

Esplorazione che descrive l’equilibrio, sempre incerto, dell’Individuo con il suo ambiente e la sua cultura.

Infine, l’uscita dell’antologia Biglietto, prego che affronta la difficoltà della vita dei precari in questa società sempre più cinica e decadente e i loro tentativi di ribellarsi a questo ordine distrorto e disumano

Antologia in cui sono presenti gli scrittori bravi precari Gianluca Liguori, Simone Ghelli e Luca Piccolino.

Valentina Majer

Sincerità e Verità non sono sinonimi. La Sincerità riguarda la comunicazione, il dire tutto senza ambiguità o reticenze. E’ connessa al dominio, retorico e impalpabile della parola.

La Verità, invece, riguarda la realtà stessa dell’Essere, l’epifania di ciò si è veramente. Cosa tragica, perchè spesso non riusciamo a reggere il peso della consapevolezza che la Verità ci causa e preferiamo sfuggirla, volgendo lo sguardo o nascondendoci dietro infinite maschere.

Cosa sublime, perchè ci permette di vedere il mondo così come è, nella sua semplice e stupefacente bellezza.

L’Arte di Valentina Majer, con i quadri materici e le sue installazioni basate sui libri è l’arte della Verità.

Perchè ci scava il cuore con la potenza estetica della Materia, trasfigurata dal lavoro alchemico dell’artista, e delle suggestioni potenti che associamo all’idea stessa del Libro.

La memoria e la saggezza che nascono dalla vita e trascendono la Parola

Quod est Veritas ?

Do evidenza al bell’intervento di Danilo Verticelli sulla Gnosi. Uno squarcio delle profonde riflessioni da cui è nata l’opera esposta nella torre di Cerreto Laziale

Troppo generoso. In realtà non sono né il primo né l’ultimo, anzi sono il “medio” di una già lunga serie di risvegliati che attraverso la gnosi, spesso e volentieri inconscia, cercano con dovizia e cura ciò che prima veniva accettato come dogma.

Hai detto bene: il passaggio di paradigma avviene dall’”esterno” all’”interno”, dall’Alto e basso al “Come in Alto così in Basso”. Dalla Dualità alla Polarità. In fondo cosa differisce il Dualismo dal “Polarismo”? Semplicemente il giudizio etico. Ciò che nella Dualità assume una valenza etica, morale, nella Polarità è solo un principio energetico che contribuisce all’Uno.

In tale contesto (ma anche al di fuori di esso) la Verità non costituisce sostanza esterna al nostro essere ma è connaturata al nostro “Sé”, velata dall’incoscienza del Tutto che l’Uomo, l’Adam ha liberamente scelto di intrerpretare (cosa altro è la Vita se non una interpretazione teatrale nella quale noi costituiamo solo olografici ruoli prestati alle anime per divertirsi?) per vivere la Materia, la Matter, Mutter, Mamma che di fatto lo presta a questa dimensione tattile, sottraendolo di volta in volta alla sua vera essenza “divina”.
Come in Alto così in Basso. Senza che esista un scala di valori, né una Stairway to Heaven. Perchè la dimensione paradisiaca è il noi stesso aldilà del velo. E non vi è alcun punto geografico a cui tendere se non il centro di se stessi ogni volta che ci liberiamo del velo, detto anche “maya”.

Se mai volessimo raffigurare la Verità, in una metonimia tipica dell’Arte, non potremmo he raffigurarla con un “noi stessi”, o un Adam o anche un cellulare o una cacca. La Verità non è “divina” in quanto separata da noi ma divina in quanto connaturata in essenza alla nostra esistenza. Esiste SE esistiamo noi. Ovvero noi siamo la Verità

Video di Valentina Majer sull’Art Festival di Cerreto Laziale

Sempre parlando dell’Art Festival di Cerreto Laziale, l’artista Valentina Majer ha realizzato uno splendido video che da un’idea di quella grande festa della Cultura anche a coloro che non hanno la fortuna di parteciparvi.

Aggiungo che probabilmente il 30 Giugno la Kipple, sempre in occasione del festival, organizzerà una presentazione de Il Canto Oscuro e di altri suoi libri