Ignazio Fresu a Gradisca

Più invecchio, più sono convinto che l’Italia non meriti l’Arte Contemporanea. E quanto è successo a Ignazio Fresu a Gradisca d’Isonzo conferma sempre più la mia opinione.

Cerco di riassumere la vicenda per chi non la conosce. Ignazio, in collaborazione con l’associazione “Gradisc’Arte”, che gestisce la galleria d’arte La Fortezza ha realizzato lungo la via Bergamas, un’installazione di cinque pannelli, evoluzione di quanto presentò al Viandante e la sua Ombra, con protagonisti panni e indumenti adagiati come fossero stesi ad asciugare.

Pannelli che vogliono fare riflettere sulla caducità dell’uomo, sugli sprechi della società globale, sui drammi quali l’Olocausto, le vittime dell’amianto, l’immigrazione.

Non l’avesse mai fatto: il parroco della cittadina, invece di occuparsi della cura delle anime, ha aizzato una canea contro le opere d’arte, chiedendo la loro rimozione, al grido di

L’arte è anche provocazione, ma dovrebbe ispirarsi al bello e non alla depressione

Data la mia formazione, mi è già difficile introdurre il concetto di etica nell’Arte… Ma quello di depressione, secondo me, è veramente una forzatura…

Che avrebbe detto il parroco dinanzi alle opere di Grunewald, ad esempio, con tutto quel sangue e quel dolore ? Non è anch’essa deprimente ?

In verità, Ignazio, con i simboli archetipi che crea, apre delle finestre sugli abissi della nostra anima. Per guardarli, bisogna avere coraggio… Cosa che forse manca a chi lo contesta.