Il cuore di Athanasius

Oltre al cuore di Innocenzo XIII, alla Mentorella vi è sepolto anche quello del gesuita Athanasius Kircher, l’Emmett Brown del barocco romano, figura troppo spesso dimenticata e che grazie al cielo, visto il suo fascino, comincia ad essere recuperata nella narrativa fantastica italiana.

Athanasius, in suo onore ho chiamato così il computatore dei gesuiti ne Il Canto Oscuro, nel Collegio Romano insegnò matematica, ebraico e siriaco.

Inventò miriadi di cose, alcune utili, altre semplicemente assurde, dalla lanterna magica ad un prototipo di calcolatrice meccanica.

Compilò la prima rappresentazione cartografica delle correnti marine, fu il primo ad osservare il sangue umano al microscopio, fu il primo a decifrare la grammatica copta, ma anche ad inventare una creativa intepretazione dei geroglifici.

Fu il consulente iconografico di Bernini, sue le idee della Fontana dei Fiumi e del Pulcino di Minerva, ma anche colui che tentò di convincere i romani ad allevare armadilli, convinto della bontà della loro carne…

Ma un personaggio del genere che c’entra con il santuario della Mentorella ?

Lasciamo la parola alla sua autobiografia

Nel 1661 il Signore mi fece dono di una nuova prova della sua bontà, Egli volle che io non operassi solo per il progresso della scienza, ma anche per la salute spirituale dei miei fratelli.

Quando, quell’anno mi recai a Tivoli per recuperare le forze,e allo stesso tempo per cercare antiche vestigia in vista della pubblicazione del mio Latium, sentii dire che sulla montagna vicina si celavano i resti della città di Empoli (per i romani… quella che da il nome alla via Empolitana), spesso citata da Livio.

Con un compagno di ventura intrapresi la difficilissima spedizione per andarli a visitare.

Non avevamo ancora percorso molta strada che scorgemmo il tetto di un edificio. Ci avvicinammo e scoprimmo che si trattava di una chiesa in quasi completa rovina.

Entrai e mi resi conto che era stata una chiesa magnifica.Rimasi stupito al pensiero che fosse stata costruita in quella terra spaventosamente desolata, e supposi che vi si nascondesse un segreto.

E così scoprì il santuario della Mentorella, all’epoca totalmente abbandonato. Tra le tante cose, pare abbia ritrovato anche una lapide in cui si raccontava la conversione di Sant’Eustachio e il fatto che la chiesa fosse stata fondata da Costantino (una leggenda, sicuramente, anche se il ritrovamento di colonne del III secolo, sembra indicare come vi fosse almeno un sacello pagano…)

Preso dall’entusiasmo, dopo aver definito l’iconografia del miracolo, provò a chiedere alla famiglia Conti, feudatari di Guadagnolo, di restaurare il Santuario, ma questa rispose picche.

Allora Athanasius tanto ruppe le scatole ai principi tedeschi che questi fecero una colletta per restaurare la chiesa.

E fu tanto innamorato di quel luogo che decise di donargli, di fatto il suo cuore, facendolo seppellire sotto un pilastro accanto all’altare della Madonna delle Grazie