
Sino al 4 novembre sarà possibile visitare nel Foro Romano uno dei più interessanti monumenti dell’arte bizantina a Roma, la chiesa di Santa Maria Antiqua che riadatta un edificio pagano esistente, di pertinenza del Palazzo Imperiale.
Edificio costruito da Domiziano, di cui, dopo un secolo di scavi e discussioni, non si ha ancora un’idea chiara della sua funzione. Comunque sia, nel VI secolo fu deciso di trasformarlo nella chiesa di servizio per i funzionari e i soldati bizantini che era di stanza sul Palatino.
Nel IX secolo Santa Maria Antiqua venne abbandonata e rimase sigillata sotto i crolli del terremoto dell’847 D.C. per più di 1000 anni, fino alla sua riscoperta con gli scavi di Giacomo Boni nel 1900.
L’importanza di questa chiesa è legata alla sua decorazione, testimonianza dell’arte bizantina di quel periodo, dato che la quasi totalità delle pitture dell’epoca furono distrutte durante la disputa iconoclasta.
Le prime pitture, che decoravano le pareti del presbiterio e della navata centrale, risalgono ai tempi di papa Martino I (649-653), forse ucciso in Crimea per ordine dell’Imperatore Costante II, a causa della sua opposizione al monotelismo
Il ciclo decorativo fu ampliato su commissione di papa Giovanni VII (705-707), affezionato alla chiesa perché cresciuto sul Palatino come figlio del custode dei palazzi imperiali.
Giovanni VII fece decorare nuovamente il presbiterio e fece inoltre eseguire i nuovi cicli pittorici nella Cappella dei Santi Medici, decorata con grandi figure di santi anargyroi o guaritori che non accettano denaro. Grazie alla presenza di queste figure, secondo uno studio recente la cappella veniva utilizzata da malati in cerca di guarigione che vi meditavano durante la notte.
Sotto Zaccaria (741-752), durante il quale venne eseguita la Cappella di Teodoto, che prende il nome odierno dal donatore, un nobiluomo romano, che come ambasciatore del Papa stabilì i primi contatti con la corte dei Franchi, futuri alleati nel distacco politico da Bisanzio, in cui è rappresentata il martirio dei santi Quirico e Giuditta
A Paolo I (757-767), che ordinò l’ultima decorazione dell’abside e fece eseguire estesi cicli pittorici lungo le pareti delle navate laterali.
Gli ultimi dipinti furono eseguiti sotto Papa Adriano I (772-795). Poi, una cinquantina d’anni dopo, venne l’oblio