Chiacchiere steampunk

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Oggi posto un poco di chiacchiere steampunk. Per prima cosa, complimenti al buon Roberto Cera, per Vaporosamente: è stato un successone… Non posso che ringraziarlo, per l’impegno che mette ogni giorno nell’organizzare “eventi a vapore”.

Tra l’altro pare che il raccontino su Beppe e Toro Seduto sia piaciuto: il che oltre a farmi pavoneggiare un poco, mi rende felice sull’aver dato un buon contributo a una buona causa.

Poi, ricordo come il prossimo mercoledì, il 21, ci sarà, alle ore 21, poi non dite che non sono appassionato di cabala, la presentazione del mio Lithica, presso la sede dell’associazione Il Cielo Sopra L’Esquilino, in via Galilei 57.

A farmi compagnia il buon Sandro Battisti e di Pier Luigi Manieri, che oltre ad essere saggista, è anche romanziere…

Vi raccomando però di venire un poco prima, dato quella sera, sempre nella stessa sede, in collaborazione con Noi di Esquilino, ci sarà anche l’inaugurazione di un angolo di Pagine Viaggianti, iniziativa dell’Associazione Libra che ha lo scopo di salvare i libri e rimetterli in circolazione.

Si potranno prendere, portare, scambiare libri e soprattutto, cosa, più importante, leggerli !

Per chi è interessato, ci vede alle 20.30: l’inaugurazione sarà accompagnato da un piccolo aperitivo…

Orchestraccia

Sabato scorso sono andato ad ascoltare un concerto dell’Orchestraccia: per chi non la conoscesse, è un gruppo folk-rock romano, in cui musicisti e attori revisionano e attualizzano le canzoni tradizionali dell’Urbe.

Una rivisitazione in termini sia di arrangiamenti, sia di drammatizzazione, che può piacere o non piacere, mio padre ad esempio non la gradisce, ma che ha il grande pregio di riportate alla luce tutta la forza espressiva e la drammaticità di testi che l’abitudine ha spesso nascosto.

In piccolo, penso che la mia narrativa fantastica faccia qualcosa di molto simile: non invento nulla di nuovo, sospetto che nella fantascienza sia stato scritto di tutto e di più, ma con lo steampunk recupero le idee di un secolo fa, mostrandole sotto altra forma, a volte pervertendole, ma cercandone di recuperarne la potenza espressiva…

Ci riesco ? Non so, ma almeno mi diverto a tentare…

pervertendole, ma cercandone di recuperarne la potenza espressiva…

Ci riesco ? Non so, ma almeno mi diverto a tentare…

L’origine di Lithica

Per dirla tutta, non avevo la minima intenzione di scrivere un seguito de Il Canto Oscuro... Temevo di non avere più nulla da dire e di essere monotono, riproponendo la stessa ambientazione e una trama più o meno simile.

Avevo paura di annoiarmi a morte, nello scrivere: e se l’avessi fatto io, chissà gli sbadigli da parte del lettore…

Però, non riuscivo a staccarmi da Andrea e Beppe: una coppia che replica una dinamica, quella servo padrone, che risale almeno ai tempi di Menandro…

Proprio per questo, l’incarnare degli archetipi letterari, ritenevo che potessero funzionare in ambientazioni e vicende diverse dall’originale… Lithica è stato il frutto di questa scommessa con me stesso… Se abbia avuto successo, tocca al lettore giudicare

Raccogliere immaginari

spoerri

 

Un buon amico, scherzando su Lithica, mi ha paragonato a un Verne al contrario.

Lui immagina il Futuro, tu il Passato…

Paragone che mi fa sorridere imbarazzato… Verne, molti lo dimenticano, rera un uomo coltissimo, amico dei principali scrittori del suo tempo.

E proprio questo, unito a una straordinaria immaginazione, gli permetteva di immaginare il futuro, portando agli estremi ciò che percepiva nel suo quotidiano.

Io invece appartengo alla categoria dei nani sulle spalle di giganti… Come Spoerri, recupero cascami di immaginari, legandoli alla meno peggio, sperando che venga fuori non dico qualcosa di un buono, ma un accrocco che stupisca e diverta il lettore…

 

Primo parere su Lithica

Dopo quasi una settimana, arriva, grazie al buon Davide Del Popolo Riolo, come al solito troppo buono con me…

Debbo anzitutto premettere che Alessio Brugnoli è un amico. Non nel senso che ogni tanto andiamo a prenderci un caffè o che ceniamo insieme, perché in effetti di persona non ci conosciamo. Nel senso però che lui ha scritto apprezzamenti persino imbarazzanti sul mio libro, e che ci scambiamo opinioni con una certa frequenza, e su molte cose la pensiamo nello stesso modo. Se volete sospettare che ciò che state per leggere è influenzato dalla mia amicizia per lui siete quindi ovviamente liberi di farlo.

Premesso ciò, ho appena finito Lithica, il suo ultimo romanzo, e volevo condividere alcune considerazioni.

In primo luogo, ho apprezzato il coraggio. Lithica è infatti il seguito de Il Canto Oscuro, che è sostanzialmente un giallo steampunk ambientato in una Roma d’inizio Novecento ancora sottoposta al Papa (il Risorgimento è fallito, in questa TL) eppure dotata di computatori a vapore. L’aspetto forse più affascinante del libro è proprio la descrizione di una Roma attraversata da macchine a vapore, ma eternamente ed inevitabilmente curiale. Uno scrittore pigro avrebbe semplicemente utilizzato di nuovo i due protagonisti, Andrea ed il suo valletto Beppe, come investigatori in un altro caso misterioso ambientato sempre nella stessa realtà alternativa.

Alessio invece ha completamente rovesciato le aspettative, trascinando i due non soltanto lontano da Roma ma, addirittura, in qualche modo anche lontano dall’universo razionale e scientifico del primo romanzo, e proiettandoli invece in un mondo attraversato da poteri occulti, di cui capiscono poco per la verità, in cui Lawrence (d’Arabia, ma non ancora, e forse mai) è una sorta di agente segreto che usa incantesimi contro esseri malvagi ed orrendi che giungono da altri piani della realtà.

Un altro aspetto che mi è piaciuto: il romanzo è (anche) un divertito pastiche che gioca con la letteratura d’intrattenimento dell’Ottocento. Qua e là fanno capolino Robur il conquistatore e Phileas Fogg, James Brooke e Yanez e naturalmente non potevano mancare Holmes e Watson (e Jack lo Squartatore). E poi c’è la presenza immanente di Lovercraft, con le sue creature antiche, innominabili, oscene e potentissime. Come già nel Canto oscuro, Alessio sfoggia la sua cultura enciclopedica, qui però non più limitata alla sola dimensione “romana”, con esiti davvero impressionanti.

Ultimo aspetto che mi ha colpito è il ruolo dominante della dimensione onirica. I personaggi sognano continuamente, e sono sogni fantasmagorici, surrealisti, che farebbero impazzire uno psicanalista. Sognano il proprio passato, ma anche altre realtà. Qui la fantasia di Alessio si è davvero sbizzarrita in una fantasmagoria di immagini affascinanti.

Finalmente Lithica….

Lithica

 

Finalmente è uscito Lithica, il seguito del mio primo romanzo, a cui è dedicato questo blog Il Canto Oscuro… Libro la cui scrittura mi è costata tanto tempo e fatica e che dedico a mio suocero, uomo coltissimo e grande lettore di fantascienza, che ci ha appena lasciato….

Come d’uopo, sperando si scriva così, mi dedico ai ringraziamenti… A mia moglie, Emanuela Cinà Brugnoli non solo per la pazienza che ha nel sopportarmi ogni santo giorno, ma per il suoi aiuto e la sua competenza nel melodramma, che mi ha fornito tanti e tanti spunti narrativi.

Alla mia famiglia, cugini e zii compresi, ineguagliabile fonte di ispirazione. A Sandro Battisti, paziente e instancabile editor. A Ksenja Laginja, per la splendida e onirica copertina.

A Giampietro Stocco, Davide Del Popolo Riolo e Pier Luigi Manieri, per le lunghe chiacchierate e i preziosi consigli… A Filippo D’Ascola e Michael Barbaro Calò senza i quali un paio di capitoli sarebbero rimasti lettera morta…

A Stefano Doglio che mi ha aiutato a creare un personaggio sopra le righe… E a Roberto Arduini e Marco Arduini, che, venticinque anni fa, mi hanno permesso di scoprire il solitario di Providence…

Per chi fosse interessato, qui può essere comprato il cartaceo e il formato .epub, mentre su Amazon si può trovare il formato Kindle

La Voce dell’Ossido

Approfittando di un attimo di pausa in queste convulse giornate, se hanno ragione gli indù, visto il karma che mi sta toccando, nella scorsa vita ero il cugino cattivo di Gengis Khan, ne approfitto per terminare la pubblicazione del mio brano teatrale la Voce dell’Ossido, magistralmente interpretato dalla Centoducati e rappresentato nelle visionari dipinti di Lunghini

Devo tenere a bada la mia boccaccia. Avrei evitato di stare a mezz’aria, al freddo e al vento. Non ho paura della morte. Da quando hanno scoperto la tisi, mi sto abituando all’idea di andarmene. Il problema è come: un conto tra i sogni indotti dall’oppio e dalla morfina, un conto bruciato vivo, per delle fisime ideologiche che neppure condivido. La rivoluzione non è un pranzo di gala e non si può fare una frittata senza rompere le uova… Va bene tutto, però non capisco perché i gusci debbano essere i miei. Il piano di Zerlina è semplice:  nello sgabuzzino della sala da ballo, tra tante cianfrusaglie, che paiono saltate fuori dal ballo Excelsior, vi era una chiave universale. Con un poco di fatica, grazie ai muscoli dei due toscani, l’abbiamo usata per aprire una porta di emergenza, per accedere a una passerella di servizio che sbuca  nella stanza del marconista. Con un poco di fortuna, non dovrebbe esserci nessuno; secondo Zerlina, per evitare che il fluido elettrico appiccasse fuoco all’idrogeno, è isolata rispetto al ponte comando. Qualcuno mi tocca la schiena. Sobbalzo, gridando.

“Nervoso, professore ?”

“Zerlina era sovrappensiero… Attenta a dove poggia i piedi”.

“Non si preoccupi … Per motivi di servizio, l’ho percorsa cento volte… Che ha, perché è impallidito ? Eppure poco fa si è vantato di non soffrire di vertigini !”

“C’è un mostriciattolo calvo sulla gondola che mi sta facendo boccacce ! Lei non lo vede ?”

“Ah, il mazzamurello… Anche un mio vecchio amico era convinto di vederlo… Professore, faccia come me: lo ignori… Tanto, più di insultarla non può fare “.

“Ma è impossibile ! Non esistono folletti !”

“Perché è normale che esista il fluido elettrico o i computatori ? Professore, come diceva il buon Amleto,

Ci son più cose in cielo e in terra, Orazio, che non sogni la tua filosofia.

Dobbiamo accettarlo, altrimenti usciremmo pazzi e sperare che si limitino a farci boccacce”

Ho l’impressione che il suo sguardo sia velato di tristezza…  Si ferma davanti a una paratia. Le passo la chiave

“Serve una mano, Zerlina?”

“No, Professore, dall’esterno si apre senza troppa fatica”

A me pare il contrario. Mi affianco a lei, dandole una mano nel tirare le maniglie. Dopo una lunga battaglia e parecchi colpi di tosse da parte mia ci riusciamo.

“Zerlina, fortuna che si apriva…”

“Quella bestia di Masetto il motorista… Pensasse meno a giocare a dadi e più alla manutenzione dell’aeronave”

Scivoliamo con facilità nell’ufficio del marconista; una volta sarei rimasto incastrato nell’apertura. Ho perso venti chili. A volte la malattia dona vantaggi imprevisti. Ci avviciniamo alla radio.

“Zerlina, sa usarla ?”

“Fa parte dell’addestramento base”

Alla parete vi è una rastrelliera per fucili, su cui è appoggiata una Conti mod 0.5; ne carezzo il calcio in ebano, decorato con l’aquila a scacchi, e le due canne in Nichel.

“Che diavolo…”

“Ah, ecco dove l’aveva messa il capitano Bartolozzi… Gliela aveva regalata il principe Conti, non so bene in quale occasione… Quel citrullo diceva sempre di averla persa”

“Zerlina, ci sono le munizioni in giro”

“Credo di no, mica è un’armeria questa…”

Mi avvento sullo scrittoio, aprendo tutti i cassetti. Trovo un paio di manette, un frustino, biancheria intima degna dei bordelli di via Panisperna. Con la coda dell’occhio, mi accorgo del sorrisino di Zerlina. Quando sto per perdere la speranza, trovo una scatola, piena di munizioni 9 mm della Ghislenti. E’ roba del Lombardo Veneto, non il massimo, ma me la farò bastare. In fretta e furia, riempio il caricatore.

“Zerlina, preghi per me”

Lei sospira, scuotendo la testa

“Professore, si calmi. Non è tempo di eroi, questo… Termini di mandare il messaggio in codice morse e ce ne ritorniamo buoni buoni nel salone da ballo… Si organizzeranno a Roma, per salvarci. Lasci fare le cose agli esperti”,

“Aiutati che Dio ti aiuta, dice il proverbio”

Zerlina allarga le braccia, guardando il soffitto.

“Ma almeno la sa usare ? Non è che quell’accrocco le possa esplodere in faccia…”

“Usavo il vecchio modello, nella legione straniera, giù in Algeria”.

La ragazza socchiude gli occhi..

“E’ una balla vero ? Non ce la so vedere, con il kepì blanc…”

Sullo scrittoio, c’è una bottiglia di calvados. La dimezzo, bevendo a canna.

“Da ragazzo, ero un unionista…”

“Capita a tutti, professore. E’ una malattia adolescenziale, come il morbillo per i bambini…”

“La mia baracca carbonara voleva sabotare uno degli altoforni di Mongiana, per protesta contro non so quale decisione borbonica. Andò tutto storto: morirono quattro poveri cristi. Non me lo sono mai perdonato. I miei mi fecero espatriare in Corsica, dove mi arruolai, per cercare la bella morte e l’espiazione.”

“E vuole trovarla proprio ora ?”

“No, Zerlina, alla fine si fa pace con se stessi. Voglio solo liberare il mondo da qualche idiota”

Sbuffa, mentre digita con nervosismo punti e linee.

“Mi raccomando, professore, stia attento che non è roba per lei…”

Avanzo per il corridoio, a passi leggeri, respirando il meno possibile.  Le scale per salire sul ponte di comando cigolano, ma nessuno sembra farci caso. La fortuna aiuta gli audaci o gli sciocchi. Sento delle voci. Mi infilo di corsa in una cabina, dove trovo tre membri dell’equipaggio, legati e imbavagliati. Riconosco un mozzo che non mi infastidiva mai con la richiesta di mance.  Libero lui.

“Aho, ma chi sei, Fantomas ?”

“Dove sono gli anarchici ?”

“Nell’appartamento de Bartolozzi, alla fine del primo corridoio a sinistra”

“Libera gli altri che a quei Robur in sedicesimo ci penso io”.

Il mozzo si carezza i polsi, poi mi scruta.

“Come te va…”

Mi avvicino all’appartamento di Bartolozzi. Da fuori sento russare. Do un calcio alla porta, mi fiondo dentro e sparo come non ci fosse domani. Farfuglio qualcosa, ma il crepitio dei colpi nasconde la mia voce. Terminano i colpi. A occhio dovrei aver fatto una strage. Da dietro una colonna, però, sbuca un bestione, dalla barba nera e incolta. Zoppica, per un colpo di striscio. Ha in mano un coltello. E’ pronto a sgozzarmi. Ho tentato… Spero non sia doloroso. Un colpo di pistola colpisce il mio assalitore in piena fronte. Mi giro, trovandomi davanti Zerlina. Mi fa l’occhiolino…

“Come le dicevo, certe cose le debbono fare i professionisti…”

Nella notte si sente il canto di un ubriaco…

La Voce dell’Ossido (Parte II)

ossido

 

Ed ecco a voi la seconda parte del testo recitato ottimamente a Radar da Maria Antonietta Centoducati e dipinto da Lunghini

Siamo tutti accalcati, come semi di melograno:  i passeggeri, compreso un vecchio prussiano che si regge a stento in piedi, le cameriere, i cuochi e persino la donna addetta al regolo calcolatore. Non abbiamo mangiato e l’acqua scarseggia.  Il parquet comincia a diventare scomodo. Guardare il ritratto che Boldini fece alla mamma di Andrea, gran bella donna, tra l’altro, né lui, né la sorella le somigliano, mi sta annoiando.  Francesca è seduta accanto a me. E’ più pallida del suo cappello parigino. Mi abbraccia.

“Marco chi sono ?”.

“Amici tuoi… Mazziniani, anarchici, forse…”

“Tesò, Non offendere ! Noi non crediamo nella violenza… Vogliamo l’Unità d’Italia tramite riforme federali”.

“Senti, Francesca, non mi va di litigare di politica… Ho fame, tossisco a non finire e mi hanno pure sequestrato… Fortuna che volevo concedermi una tranquilla vacanza in Grecia…”

La mia amica comincia a ridere senza ritegno… Tutti si girano, a guardarla perplessi. Io divento più rosso del sangue che macchia le maniche della mia camicia.

“Su, su, non ci stiamo facendo mancare nulla: il Partenone, la gita con i ciuchini e adesso un’avventura degna di Beppe e Andrea… Chissà che faccia  faranno, quando lo sapranno… Poi, almeno con i noi, i rapitori non fanno un grande affare… Io non ho gli occhi per piangere e tu…”.

“Francesca, pagherà tutto il principe Conti… Il dirigibile è il suo…”

“Meglio mi sento… Gli voglio tanto bene, al papà di Andrea, mi piace andare a teatro con lui, ma è una pinza e una tenaglia.. Se aspettiamo il suo riscatto, rischiamo di morire di vecchiaia…”

“Magari, vecchia mia, più che ai soldi saranno interessati a qualche concessione politica: un’amnistia, le dimissioni del Cardinal Colacchia…”

Non faccio in tempo a terminare con le mie elucubrazioni, quando due dirottatori entrano nel salone da ballo: uno ci tiene sotto mira con la pistola,  dall’esperienza che mi sono fatto nella Legione Straniera, dovrebbe essere una Luger 7,65 mm Parabellum, simile a quella usata nell’esercito svizzero.  Canticchia

Libertà l’è morta

L’altro, invece, apre il magazzino, con un mazzo di chiavi da fare invidia a San Pietro. Mi guarda, scuote il capo, poi punta due ragazzotti che dalla parlata, mi sembrano sudditi del Granducato.

“Tu e tu, prendete quei bidoni”.

Obbediscono, pur accompagnando i loro sforzi con bestemmie e coloriti insulti diretti alla maremma. Francesca si copre le orecchie, per non sentirli: eppure a lezione o durante gli esami, il suo linguaggio è anche peggiore. Rientrano dopo un quarto d’ora, portando con sé del pane, fette di carne fredda e bottiglie d’acqua. Tutti si accalcano attorno al cibo. Io invece, mi avvicino ai toscani.

“Allora, che cosa c’era nei bidoni ?”

Il più alto si batte la fronte con il palmo della mano

“O professore, quelli lì son proprio tocchi, vero Lorenzo ?”

Il suo compagno, basso e tozzo, annuisce

“Che bischerata ! Ci siamo spaccati la schiena per due cose degne di Calandrino e Gianni Schicchi…  In uno c’era solo ruggine, nell’altro una polvere grigiastra, fredda al tatto… E ce l’hanno fatta spargere in giro. Ma chi li capisce è bravo”

Aggrotto la fronte, evidenziando le troppe rughe.

“Cazzo…”

Francesca mi da uno scappellotto.

“Contegno, Marco, modera il linguaggio… Un poco di contegno”

“Vogliono bruciarci vivi, porca mignotta ladra”.

“Madre Santissima del Carmine, ma che stai dicendo ? Hai battuto la testa pure tu ?”

“No, Francesca, tu dedicati allo ius che la chimica è cosa mia… Idrogeno più ossido di ferro più alluminio, uguale boom ! Con il contorno di tante fiamme, per farci fare la fine delle lumache alla brace nella fiera di San Giovanni “

I toscani bestemmiano, gli altri piangono o, a cominciare da Francesca, si tracciano con il segno della croce. Mi trovo davanti la computatrice, Zerlina, mi pare si chiami, che si sistema i fregi che decorano la sua tunica azzurra.

“Professore, non sta esagerando ? Perché dovrebbero bruciarci vivi ? Fossimo papi, cardinali, baroni… Qui siamo tutti borghesi, poco più che immondizia… Va bene la lotta di classe, va bene tutto, però mi pare esagerato”.

Mi metto la testa tra le mani.

“Noi, non siamo noi l’obiettivo… Deve essere qualcosa di grosso, che può essere colpito da un dirigibile in fiamme… Ma cosa può esserci di simile a Roma”

Francesca tira fuori un rosario dalla borsetta e comincia a scorrere i grani

“San Gennaro, proteggici tu… La cupola di San Pietro”.

La computatrice si carezza di capelli.

“Sarà il caso di avvertire Roma… Signori, c’è qualcuno tra voi che non soffre di vertigini ?”.

Voci Steampunk

3storie

Tra i tanti eventi di Radar, due, entrambi domani all’Elsa Morante, mi stanno particolarmente a cuore.

Il primo è l’incontro con Dario Tonani, alle 11.00: io ho letto io suoi romanzi da ben prima che mi dedicassi alla scrittura della fantascienza, ho letto e apprezzato i suoi romanzi barocchi e visionari, che esplorano il lato oscuro dalle nostra realtà contemporanea, dalle periferie urbane alle pervasività delle macchine e all’inquinamento dei media nel notro immaginario, trasfigurandola in icone barocche e spiazzanti.

Prima o poi lo costringerò a firmarmi tutti i suoi libri…

Il secondo evento è la performance 3Storie del pittore Daniele Lunghini e dell’attrice Maria Antonietta Centoducati.

Tre storie di tre autori differenti, il sottoscritto, Augusto Gintama Chiarle e Daniele stesso. Mentre Antonietta interpreterà i testi, io, davanti ad una microscenografia costruita con i miei disegni, improvviserò le immagini suggerite dai racconti.

Performance che rende attuale il sogno vittoriano dell’opera d’arte totale, capace di fondere in un’armonia più ampie i diversi linguaggi dell’Uomo

Radar sta arrivando

Radar

 

Questa sera si inaugurerà a Euroma2, la seconda edizione di Radar, Esploratori dell’Immaginario, il salone dell’Editoria per Ragazzi.

Evento che ha lo scopo aprire una finestra sull’Immaginario, recuperando la capacità di ognuno di sognare e di guardare il Mondo con occhi differenti.

La manifestazione ideata da Pier Luigi Manieri curatore di eventi culturali, saggista e scrittore e curata dalla giornalista Valeria Arnaldi, autrice tra l’altro del bellissimo Hayao Miyazaki. Un mondo incantato, dal famoso scrittore noir  Sam Stoner, e parola grossa, dal sottoscritto, visto il suo modesto contributo, con la collaborazione del dj Sergio Crestini. L’evento è organizzato con AsiCiao Coordinamento Provinciale di Roma ed ha ricevuto il patrocinio del Municipio IX.

Il ricco programma di eventi comprendera: reading letterari e incontri con scrittori, tra cui Dario Tonani e Francesco Troccoli, pietre miliari della fantascienza italiana, workshop di scrittura creativa con docenti d’eccezione, come il grande Altieri, mostre d’arte, banchi espositivi delle case editrici, spettacoli dal vivo, proiezioni cinematografiche, sessioni di videogiochi.
I temi della 2° ed. andranno dal rapporto sempre più stretto tra letteratura, cinema, e altri media, alla riscoperta degli archetipi letterari, fino alle ultime tendenze culturali come la sottocultura Steampunk e non mancheranno i momenti di dibattito con risvolti sociali su tematiche vicine all’universo giovanile come il disagio e le prospettive lavorative.

Nell’ambito dell’evento si svolge anche l’iniziativa del Concorso letterario indirizzato agli studenti delle scuole medie e superiori “Scrivi Il tuo capitolo finale”, al fine di avvicinare i ragazzi alla scrittura attraverso la lettura di romanzi che hanno per protagonisti i loro eroi. Il contest intende coinvolgere i giovani studenti nella lettura di un classico della letteratura: Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle. I vincitori potranno vedere i propri testi pubblicati in un volume edito dalla Giulio Perrone Editore e distribuito nelle librerie del circuito Arion.

Sono partners di Radar: Arion, Warner Bros Medusa, VIGAMUS – Museo del Videogioco di Roma, Elara, AsiCiao, Iocero.com, Giulio Perrone editore, Aditinet Consulting Spa, Codemotion,

Gli espositori: BAKAMONO LAB, DEMEA CULTURA, ELARA LIBRI, INTERCULTURA, NERO CAFÈ, GIULIO PERRONE, PONTE SISTO, TUNUE’.

La location della seconda edizione di “Radar Esploratori dell’immaginario” sarà anche per questa edizione, il Centro Culturale Elsa Morante – spazio promosso da promosse dall’Assessorato allo Sviluppo delle Periferie, Infrastrutture e Manutenzione Urbana di Roma Capitale, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura -dove l’evento si declinerà tra l’aera espositiva che diverrà il salone/fiera, il cinema/teatro e la sala conferenze, a cui si aggiunge una nuova location dell’Eur, il Centro Commerciale Euroma2 che contribuirà a rendere l’evento ancora più importante attestandosi come grande vettore della cultura capitolina.

E questa sera a Euroma2 vi sarà uno splendido reading musicale, con Poison Garden, tre le più innovative band italiane e l’attrice Alessia di Pasquale. Il tema sarà Steampunk tra musica e letteratura.

Tra i tanti brani letti, vi saranno alcuni di Augusto Gitama Charlie e del mio Canto Oscuro