S. Laurentii ad Taurellum

Eusebio

Dai cataloghi medievali, appare come vicino a Sant’Eusebio vi fosse una chiesa dedicata a San Lorenzo, che in alcuni casi, è definita ad Taurellum, appellativo forse derivato dagli Horti Tauriani o dalle Terme di Traiano

Sappiamo che papa Adriano I ne fece riparare il tetto. Il Liber Pontificalis dice

tectum basilicae S. Laurentii ad Taurellum, dum nimis vetustissimum iam esset . . . . restauravit

Da cui appare come già ai tempi di Carlo Magno sembrasse antichissima e che fosse coinvolta negli stessi lavori di ristrutturazione che riguardarono Sant’Eusebio, il che fa sospettare come la sua data di costruzione fosse compresa tra il IV e V secolo

E’ possibile poi che fosse costruita riutilizzando in parte un precedente padiglione di pertinenza  di qualcuno dei numerosi palazzi imperiali presenti nel Rione. In Roma antica di Famiano Nardini, infatti, quando si parla del Campus Esquilinus vi è scritto

“Presso S. Eusebio nel Convento ed Orto contiguo furono scoperte varie camere sotterranee dipinte, e la colonna di alabastro orientale scanalata a spira oggi esistente nella Libreria Vaticana”.

Resti che però non sono saltati fuori negli scavi umbertini e di cui sembra essere scomparsa ogni traccia

Ma che fine ha fatto questa chiesa ? A quanto pare, in un giardino presso S. Eusebio, coincidente con quello citato dal Nardini, poco prima del 1708 (forse dagli “scavi Vitieri 1706” segnati sulla FUR. del Lanciani f. 23) tornarono alla luce gli avanzi di una chiesa antica, insieme con quelli di un edificio attiguo forse una diaconia, a circa quattro metri sotto il livello del suolo e quindi dati gli sterramenti di fine Ottocento, molto prossimo al nostro piano di calpestio.

Vi furono trovate delle colonne ed un cornicione che portava l’ iscrizione:

AVXILIANTE DNO DO NRO XPO ORANTE BEATO LAVRENTIO MARTYRE HILARVS ARCHIDIAC FECIT.

Il che fa pensare a papa Ilario , arcidiacono prima della sua elezione nel novembre 461, che, oltre a essere un grande costruttore, fu anche molto devoto a San Lorenzo, tanto da essere sepolto nella Basilica del santo presso il Verano.

Se tale ipotesi fosse valida, come sostenuto dal Vizzi, allora avremmo una data per la costruzione della chiesa, compresa tra il 455, quando Ilario fu consacrato arcidiacono e la sua nomina a papa. Il che renderebbe la chiesa contemporanea a quella di Sant’Agata dei Goti, voluta da Ricimero: il tentativo di creare un polo ortodosso, centrato su Sant’Eusebio, alternativo alla rete di chiese ariane diffusa nell’Esquilino e che trovava proprio in Sant’Agata il suo fulcro.

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