Ci sono due modi per confrontarsi con Berlusconi. Il primo è discutere di politica ed economia, facendogli domande mirate: il perché non riesce a tenere in piedi una coalizione, qualunque essa sia, perché non accettato la sfida della elezioni quando ha rotto con Fini, vivacchiando per parecchi mesi e provocando danni a iosa o perché diavolo non è intervenuto subito contro le manovre speculative tedesche.
Oppure chiedergli il conto delle mancate politiche espansive, della mancata semplificazione burocratica, dei falliti investimenti nell’innovazione.
O di una sanità sempre più costosa e scassata o di una scuola che è diventata una fabbrica di ignoranza.
E soprattutto chiedergli che intenzioni ha, al di fuori delle chiacchiere elettorali, nel governare l’Italia: decisioni sull’economia, sul lavoro, sulle infrastrutture.
Insomma, di materiale con cui confrontarsi e dibattere con il Cavaliere, anche con durezza, ce ne è a iosa. Però, per far questo, è necessario impegno, competenze, fatica.
Significa studiare e documentarsi: non basta chiedere a Deutsche Bank,
afere foi speculato zu titolen di Stato italianen ?
versione moderna de
L’oste,il vino è buono ?
ottenendo pure una mezza, imbarazzata, ammissione, ma è necessario anche studiare i rapporti economici, l’andamento dei mercati, bilanci
Più facile, è buttarla in caciara, come ha fatto Servizio Pubblico. Mica ci vuole tanto. Si prende la plebe, come quella che applaudiva i gladiatori al Colosseo, un paio di belle statuine che ripetono a pappagallo la lezioncina, il solito tartufo con i suoi scheletri nell’armadio ( tra l’altro secondo me è più essersi laureato otto anni fuori corso in Storia Contemporanea è assai più grave di tutte le condanne in sede civile… E ieri sera di ignoranza se ne vista tanta) e si crea un’attesa da duello western, utile per aumentare gli ascolti, ma non per far riflettere sui contenuti.
Risultato, Berlusconi è andato nozze, perché sarà anche un mediocre stratega, ma come tattico non lo batte nessuno e la caciara è il suo elemento naturale ed è riuscito, con la colpevole complicità degli interlocutori, a trasformare la discussione in avanspettacolo, a tratti anche straordinariamente divertente.
Così Berlusconi ha colpito l’immaginario dell’italiano medio, ottenendo un enorme spot elettorale, e ha oscurato Bersani: di tutte le sue soporifere chiacchiere da Vespe, l’unica cosa che si ricorda è la sua dichiarazione sulla patrimoniale