La salma errante di Pio IX

Pio IX, nel suo testamento, aveva dato specifiche disposizioni per la sua sepoltura

“… Il mio corpo divenuto cadavere sarà sepolto nella Chiesa di S. Lorenzo fuori le mura, e precisamente sotto il piccolo arco esistente contro la la così detta graticola, ossia pietra nella quale si designano anche adesso le macchie prodotte dal martirio dell’illustre Levita (San Lorenzo). La spesa del monumento non deve eccedere quattrocento scudi. Fuori del modesto monumento si vedrà scolpito un triregno con le chiavi: poi una epigrafe concepita nei termini seguenti: – Ossa et cineres Pii P.IX Sum: Pont: vixit ann: … in Pontificatu an: … Orate pro eo – Lo stemma gentilizio sarà un teschio di morte.”

Tuttavia il Papa non aveva fatto conto con i posteri: Di fatto era diventato un simbolo di troppe cose.

Così, dopo i suoi funerali in San Pietro, a cui parteciparono più di 300.000 romani e si svolsero senza grossi problemi, cominciarono ad arrivare offerte da ogni dove, per costruirgli un mausoleo monumentale nella basilica di San Lorenzo.

Mentre si costituiva una apposita Commissione per l’ “Opera del Sepolcro di Pio IX” che ebbe per Presidente il conte Giovanni Acquaderni e per consulente artistico il celebre archeologo G. Battista De Rossi, l’ultimo Papa Re fu posto nel loculo delle sepolture provvisorie dei papi, che fino al 1920 circa si trovava da secoli sopra la porta dei cantori, alla sinistra della Cappella del Coro in San Pietro.

Qui i papi giacevano fino alla morte del successore o finchè non fosse stato ultimato il monumento funebre destinato ad accolgierne definitivamente il feretro. Il loculo dei “provvisori” sarà tappato dalla statua marmorea di papa Pio X, e spostato quindi a lato della vicina Cappella dell’Annunciazione: li fu deposto, ultimo papa, Leone XIII, in attesa di partire per il Laterano, sua ultima dimora. Negli anni ’60, anche questo secondo loculo sarà tappato: dall’enorme altorilievo bronzeo di Manzù, raffigurante papa Giovanni XXIII.

I lavori della tomba di Pio IX, situata accanto a quelle di papa Zosimo, Ilaro e di Sisto III, durarono tre anni: il 13 luglio 1881 fu deciso di trasferire nella basilica presso il Verano. Su richiesta del Prefetto di Roma, per evitare incidenti, il tutto avvenne di notte.

Alle 23, il feretro papale fu estratto dalla sua tomba provvisoria nelle Grotte Vaticane e deposto sul carro funebre. A mezzanotte, il carro, parato di rosso e trascinato da quattro cavalli, comparve in Piazza San Pietro, seguito da pletora di carrozze piene di cardinali.

Ovviamente, passare inosservati era una pia illusione. Un fuoco di bengala, come se fosse un segnale convenuto, illuminò la piazza. Appena arrivata alla spina del Borgo, il carro si trovo circondato da migliaia di romano con torce accese che avevano improvvisato un corteo funebre.

D’un tratto le finestre di piazza Rusticucci a di via Borgo Nuovo si illuminarono. Una folla di persone, un’altra folla, cominciò a dirigersi verso il feretro, al grido

” Il Papa nel Tevere”

I papalini non gradirono e cominciò così una delle più lunghe risse della storia umana, tra Borgo e Verano di strada ce ne è parecchia, con i poveri carabinieri costretti a prendere schiaffoni da tutte le parti.

Come picchiatori si distinsero in particolare modo i Padri Teatini di Sant’Andrea della Valle, uno spaccò un grosso cero in testa al povero Depretis, che con le mani nei capelli non sapeva che pesci prendere, il tutto nei pressi di Palazzo Braschi, e nel campo avversario alcuni domestici di Adriano Lemmi.

Alla fine, dopo tanti occhi neri, il feretro arrivò a destinazione…. I cappuccini di San Lorenzo, temendo il ripetersi degli incidenti, fecero una mandragata: nel 1883 presero Pio IX dalla tomba, e lo seppellirono in un punto anonimo della cappella funeriaria, una decina di metri sottoterra

Precauzione esagerata: pochi giorni e, come succede sempre a Roma, le acque si calmarono. Però, o per pigrizia o per il fatto che la prudenza non sia mai troppa, i cappuccini non tirano mai fuori la salma dal suo nascondiglio. Questo però ufficialmente…. Da chiacchiere che girano per San Lorenzo, sembra che negli anni Trenta, la bara del Papa fosse tirata fuori e portata in processione nel quartiere, sino alla Basilica dell’Immacolata.

Comunque sia andata, passarono gli anni e se ne perse memoria, finchè, dopo il bombardamento del 1943, fu deciso di controllare le condizioni del corpo di Pio IX… Immaginatevi la faccia di chi si trovò davanti la tomba vuota.

Grazie al cielo, un cardinale, all’epoca informato della vicenda, aveva segnato l’esatta posizione della sepoltura provvisoria nel suo diario. Nel 1947 un suo nipote, mentre sistemava l’archivio di famiglia, trovò tale indicazione e la comunicò ai cappuccini.

Nel 1948 furono eseguiti dei sondaggi e fu ritrovata la bara, ma per le emergenze del restauro, non fu spostata.

Nel 1956, fu deciso di provvedere finalmente al trasloco nella tomba vera. Notizia che però all’epoca sembra essere passata inosservata.

Nel 2000, in occasione della beatificazione, il corpo di Pio IX fu di nuovo tirato fuori  ed esposto provvisoriamente in una sala sopra al chiosco: a quanto pare, l’archiatra pontificio dell’epoca sia era fatto trasportare dall’entusiasmo, nell’imbalsamarlo… Così il cadavere risultava incorrotto: viso e mani furono coperte da una sottile lamina d’argento.

Subito dopo, l’ultimo Papa Re fu piazzato di nuovo nella sua tomba, trovando, si spera, il suo riposo definitivo.

Un pensiero su “La salma errante di Pio IX

  1. è possibile sapere dove riposa oggi Pio IX? Alcuni anni fa era il suo corpo, dopo essere stato esposto, era stato tolto dalla cripta
    grazie

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