Tutela

Martedì sera, alla trasmissione Human Files si è parlato di quell’esperimento del futuro che è il Nuovo Mercato Esquilino: tra le tante cose, si è citato il murale di Mauro Sgarbi, al centro negli ultimi mesi, di tante polemiche.

Sarebbe semplice, da parte mia, sbeffeggiare i consiglieri Cinque Stelle del I Municipio, con il loro tempismo nel volere distruggere un’opera che diventata un simbolo della bellezza e della multiculturalità dell’Esquilino o la loro acutezza tattica, che ha permesso loro di inimicarsi tanti potenziali elettori del Rione.

Preferisco concentrarmi su una piccola riflessione, citando tre exempla, tratti dalla Storia

Il primo è Piero de’ Medici, uno dei principali membri della famiglia di banchieri fiorentini: aveva una biblioteca di testi antichi, ospitata in uno studiolo, chiamato gabinetto delle curiosità, ampio più di venti metri quadrati, con un soffitto a botte, di rosso porfido e verde smeraldo. Sulle pareti, dodici tondi in maiolica, che rappresentavano i mesi. Il pavimento era ricoperte di mattonelle invetriate, figlie di Luca della Robbia. Le gemme ed i cammei erano contenuti in armadi di legno intarsiato, mentre i manoscritti, dalle magnifiche rilegature di cuoio e velluto dorato, erano esposti distesi su scaffali inclinati.

Il secondo è Federico di Montefeltro, duca d’Urbino,che investì con grande magnificenza le ricchezze ottenute come capitano di ventura, in una famosa biblioteca. Il suo studiolo è sontuosamente decorato con tarsie a trompe l’oeil e con una serie di ventotto ritratti di uomini illustri. Per la parete della sala di lettura, un quadro di Giusto di Gand, che raffigura il duca con il figlio inginocchiato ai piedi delle Muse delle Arti e delle Scienze. E un’iscrizione:

” In questa casa c’è ricchezza, coppe d’oro, abbondanza di denaro, una moltitudine di servitori, gemme scintillanti, ricche gioie, catene e cinture preziose. Ma vi è un tesoro che supera molto di splendore queste meraviglie. In queste sale ci sono colonne di candido marmo e oro, figure dipinte in profonde nicchie; all’interno, le pareti sono decorate con la leggenda di Troia; all’esterno, vi sono odorosi giardini di fiori vivaci e verzure. La casa, dentro e fuori, è magnifica. Ma tutte queste cose sono mute; soltanto la biblioteca è eloquente”

Il terzo Gordiano II, che come disse Gibbon, aveva

” Ventidue concubine note e una biblioteca riconosciuta di sessantamila volumi, che testimoniavano la varietà  delle sue inclinazioni; e, dalla produzione che si lasciò dietro, appare chiaro che tanto le une quanto l’altra erano destinate all’ uso, piuttosto che all’ ostentazione “

Tre uomini con storie differenti, ma espressione di società, che, con i loro grandi difetti e contraddizioni, erano figli di società che sapevano apprezzare il Bello, la Ragione e la Cultura. Purtroppo, invece, la nostra ha dimenticato il significato più profondo e vero di tali parole.

Così la Campanini, i suoi colleghi al Municipio e chi a vario titolo la spalleggia in questa furia iconoclasta, sono forse sintomo di un malessere ben più ampio, il rifiuto della kalokagathìa: per combatterlo è necessario agire su due fronti: creare il Bello e il Buono e difendere quello che già.

Proprio per essere in linea con questo ultimo punto, le Danze di Piazza Vittorio si stanno impegnando per una battaglia a tutela di tutta Street Art dell’Esquilino, non solo di quella frutto dei suoi progetti,nella convinzione che, come per esperienze analoghe, sia la via maestra per rivitalizzare il Rione.

Per dimostrare quanto sia pressante questa esigenza, provo a citare un caso concreto.

Invader è un famoso street artist che incolla personaggi da e ispirati al videogioco arcade Space Invaders del 1978, formati da piccoli piastrelle colorate quadrate disposte a mosaico per formare sul muro un personaggio del gioco. Ha prodotto opere di questo genere in tutto il mondo a cui ha dato il nome di “Invasione”, con libri e mappe su dove trovare ogni opera.

Ebbene, nel nostro rione, vi erano quattro suoi lavori, a Via Mamiani, a Piazza Vittorio, a Via Gioberti e nel tunnel di San Lorenzo.

Nel resto del mondo, queste opere sono tutelate e valorizzate, da noi invece sono state distrutte e rubate, nel disinteresse generale.

Ladro

Proprio per evitare che situazioni del genere si ripetano vogliamo chiedere al Municipio un impegno concreto nella tutela della public art del nostro Rione !

3 pensieri su “Tutela

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