Josef Koudelka

Non smetterei mai di ammirare le foto di Koudelka, dalla sua testimonianza sulla Primavera di Praga ai suoi lavori più recenti.

E’ un poeta che emoziona e un saggio. Ogni suo scatto è una meditazione sul dolore di vivere, sulle ferite che subiamo ogni giorno, sulla morte che giunge inevitabili e sugli abbandoni e tradimenti di chi amiamo.

E i lavori che ha presentato quest’anno a Fotografia a Roma, terre desolate, in cui sopravvivono fabbriche corrose dal Tempo, reliquie dell’Umano, sono tra i più nobili memento mori che abbia mai incontrato.

Del nostro agitarsi e delle nostre ambizioni, non rimangono che inutili gusci vuoti

Riflessioni autunnali

In questi giorni, in cui Urania arriva a sessant’anni e la Feltrinelli si è decisa a riconoscere al buon vecchio Lovercraft lo status di classico della letteratura, ricomincio a discutere con gli amici dello status della fantascienza in Italia.

Sospetto che sia un inevitabile male di stagione: tra piogge e primi freddi, al raffreddore si associa il crescere di pensieri vaghi e inutili, utili soltanto a riempire pomeriggi uggiosi.

Per diletto, elenco i vari luoghi comuni di cui si parla

Gli italiani non sanno scrivere fantascienza…

Premesso che qualche difficoltà culturale c’è, a causa di una scuola che ha difficoltà a insegnare le materie scientifiche e per l’idea che non si è scrittori veri se non si rappresenta il banale quotidiano, retaggio del neorealismo, non è vero che non sappiamo scrivere fantascienza.

A volte i nostri testi sono approssimativi, manca la palestra delle riviste, ma come idee non siamo secondi a nessuno

Gli italiani non leggono fantascienza

Gli italiani non leggono. E molto dipende dai problemi del cartaceo, dai costi all’ingombro e dalla scuola che tende a costringere gli alunni a sciropparsi noiosissimi mattoni con la conseguenza che, per il sentire comune, leggere un romanzo è considerata una forma di tortura, da evitare come la peste.

Per la fantascienza, c’è anche l’aggravante che l’italiano medio ne ha un’idea distorta: genere da adolescenti, con tanti alieni e astronavi.

Non sapete quante espressioni perplesse mi sono apparse davanti, quando definivo di fantascienza Il Canto Oscuro.

Però, in compenso, mi sono trovato davanti anche settantenni che non hanno la più pallida idea di chi sia Asimov o Dick, ma che in compenso si sono divertiti da morire nel leggere il mio romanzo

I grossi editori non investono in fantascienza

E’ il punto dolente della situazione: in Italia manca il successo editoriale capace da fare da traino al movimento.

Senza di quello, nessuno investe. Ma senza investimenti, il bestseller non salta fuori. Un cane che si morde la cosa, da cui si può uscire soltanto sperando nell’editore coraggioso, virtù ormai rara in Italia, o nel proverbiale colpo di fortuna

Crux Lux

 

Lo Pseudo Dionigi l’Aeropagita affermava come l’Arte non fosse imitazione del reale, ma specchio dell’ideale, con il compito di mostrare la verità delle cose, oltre l’apparenza dell forme.

Ciò avviene grazie alla sensibilità dell’artista che deve cogliere ciò che della Realtà sfugge allo sguardo distratto che le dedichiamo ogni giorno.

E questa sensibilità, tesa al Trascendente, genera la bellezza, figlia di consonantia e claritas, armonia e luce.

Bellezza che nutre l’arte digitale di Dorian Rex.

In Crux Lux essa rappresenta l’esperienza primaria del Sacro che precede qualsiasi religione rivelata: l’irrompere del numinoso nella Vita, del totalmente Altro che genera fascinazione e terrore, facendoci riflettere su ciò che siamo, sui limiti che ci definiscono e sulla possibilità di oltrepassarli

 

Festival Fotografia 2012

Ieri pomeriggio, approfittando di un attimo di quiete, sono andato al Macro Testaccio, per visitare Fotografia, il festival internazionale di Roma.

Nei prossimi giorni, parlerò di ciò che mi ha colpito e di ciò che mi ha deluso. Tracciando un bilancio generale, Fotografia rispecchia perfettamente i nostri tempi di crisi.

E’ stato meno fracassone e visionario degli anni scorsi, ad esempio la parte sul rapporto tra social network e fotografia mi ha deluso molto, e si è concentrato sul tema del lavoro.

A volte con pathos drammatico, a volte con insopportabile retorica o con sciatteria.

Però, il tentativo di tornare a far dialogare Arte e Vita è sicuramente da apprezzare

Nemo propheta in patria

 

L’artista digitale Francesco Mai, visionario nel fondere in un vitalismo fluido carne e metallo, parteciperà alla quarta edizione di Gemluc Art nel Principato di Monaco, presso Auditorium Rainier III,Boulevard Louis II,98000 che si terrà dal 1 al 15 ottobre.

In vernissage, per chi è così fortunato da potervi partecipare, si terrà il 2 Ottobre alle 18.00

Come per le scorse edizioni, l’evento benefico, sotto il patronato della Principessa Carolina di Hannover raccoglierà fondi per la ricerca clinica in campo oncologico.

L’opera di Francesco, uno dei 100 artisti provenienti da tutto il mondo coinvolti nell’evento, è stata scelta da una giuria internazione di critici e curatori.

Detto fra noi, è l’ennesimo caso di

nemo propheta in patria.

L’arte digitale italiana coglie successi nel Mondo, mentre da noi è ancora considerata una cenerentola, utile solo per riempire qualche buco in un mostra…

L’ennesima testimonianza di una cultura allo sfacelo

 

Sulle querele letterarie

Il bello di essere diventati scrittori è nel diventare improvvisamente un guru. Quasi ogni giorno mi arrivano messaggi di lettore, con complimenti, stroncature e richieste di pareri sugli argomenti più strani, da come si cucina l’amatriciana alle vicende letterarie italiane, tra cui la disputa Carofiglio vs. Ostuni.

Premetto che non ho letto il romanzo in questione e che quindo non posso dare ragione a chi lo stronca, la vicenda mi ha lasciato perplesso sotto tanti aspetti.

Io cresco come critico d’arte e curatore: in quell’ambiente, insulti pesanti sono all’ordine del giorno, ma soltanto una volta ho saputo di una querela (e il denunciato se l’è veramente cercata…)

Perchè gli artisti non sono intenzionati a regalare agli avvocato il poco che guadagnano. Perchè hanno poca fiducia nella giustizia italiana. Perchè, in fondo, le polemiche, anche aspre sono sempre una forma di pubblicità.

E se cadi nel dimenticatoio, sei finito. Immagino che nella letteratura sia la stessa cosa. Di polemiche e persino di duelli ne è cosparsa la storia, però arrivare alla querela… Costituisce un precedente pericoloso

Anche perchè se la moda si diffonde tra gli scrittori di fantasy e fantascienza italiani, parecchi blogger che leggo con piacere se la passerebbero bruttina.

Detto questo, non me la sento di santificare Ostuni, trasformando un gesto di stizza in una campagna per la libertà

Gli ebook non mangiano i bambini

Sempre per tornare sull’annosa polemica tra formato cartaceo e formato elettronico dei libri, segnalo un brano che ho letto sul gruppo dell’Edizioni Scudo che fa sorridere e riflettere

Eh, signor mio, questi giovani… (by Luca A. Volpino)

2012 d.C.: Eh, signor mio, questi giovani non sanno cosa vuol dire leggere. Con i loro lettori di ebook si perdono il meglio… La consistenza della rilegatura, l’odore della carta, il gusto di maneggiare un libro… Signor mio, questi giovani…

1462 d.C.: Eh, signor mio, questi giovani non sanno cosa vuol dire leggere. Con le loro presse Gutenberg si perdono il meglio… La consistenza del vello di pecora, l’odore degli inchiostri colorati, il gusto del manoscritto… Signor mio, questi giovani…

412 d.C.: Eh, domine meu, iste iovini ignoran quid est legere. Cum manuscripta loro, de lo melior se privano… La cunsistenzia de li pergameni, la fragrantia de li rotoli, l’elegantia calligraphica… Domine meu, iste iovini…

88 a.C.: (tradotto dall’Egizio): Mio Faraone, questi giovani non sanno cosa vuol dire leggere. Con le loro pergamente si perdono il meglio… La consistenza del papiro, l’odore vegetale, la fine arte del geroglifico… Mio Faraone, questi giovani…

1772 a.C.: (tradotto dall’Accadico) Eh, mio Sire, questi giovani non sanno cosa vuol dire leggere. Con le loro tavolette d’argilla si perdono il meglio… La consistenza del granito, l’odore della pietra, l’abilità dello scalpellino… Mio Sire, questi giovani…

5.000.000 a.C. (circa): (tradotto dallo pnakotico): Eh, mio Grande Antico, questi Esterni non sanno cosa vuol dire leggere. Con le loro pitture rupestri si perdono il meglio… La consistenza del Pensiero Sognante, l’odore putrescente degli incubi, il gusto della magia del Dormiente… Mio Grande Antico, questi Esterni…

La crisi dell’Europa

Il problema dell’Europa non è la moneta unica, lo spread o il debito sovrano. E’ invece il lento collasso della democrazia, con il Potere che invece che sul Popolo, ha deciso di fondare la sua legittimità sull’appoggio della Finanza.

In Italia, la transizione sta avvenendo senza troppi scossoni, per i nostri difetti e per una classe politica inguardabile.

In Spagna, Francia e Grecia, invece, è una polveriera. Ad esempio a Madrid siamo arrivati al punto che i politici spacciano quello che doveva essere un pacifico sit in di protesta per un tentativo di colpo di stato. Insomma, siamo quasi tornati ai tempi di Franco, dove esprimere il dissenso era un reato

In Germania, infine, le tensioni sociali, che ve ne sono, basti pensare alla questione dei mini job, sono nascoste con un’opera di proganda degna di Goebbels, scaricando le colpe sui partner europei.

Propaganda che a volte è paradossale: faccio un esempio. Quando mi sento dire da parecchi tedeschi, anche di notevole intelligenza e cultura, che le proteste di Madrid non sono figlie del disagio sociale, ma dell’uso della droga e degli psicofarmaci da parte dei borghesi spagnoli, qualche dubbio, sul fatto che qualcuno li stia indottrinando e stia uccidendo il loro senso critico, mi viene.

Disincanto

L’italiano medio ha due grossi difetti: il primo la nostra elevata soglia di sopportazione, che gli permette di subire dal Potere angherie che in altri paesi porterebbero alla rivoluzione un giorno sì e l’altro pure.

Questa capacità di incassare lo porta a voler evitare lo scontro diretto con lo Stato, per difendere i suoi diritti, e trasformarsi in guerrigliero, contrapponendo furberia a furberia, nella speranza di tirare avanti.

L’altro difetto è il nostro contemplare l’ombelico. Convinti di essere il centro del mondo, preferiamo ignorare ciò che accade ai nostri vicini.

E così, il potere ha facile gioco a censurare ciò che non gli fa comodo, dalle proteste a Madrid agli scioperi greci, ribadendo la menzogna che il suo non è il migliore, ma l’unico mondo possibile

Macchie di Rorschach

Su Scrittevolmente, una bella recensione del mio romanzo.

Per una volta, non faccio il vecchio brontolone… Però ribadisco quanto detto a un lettore, sulla soggettività della critica.

C’è il recensore che definisce la trama complicata e quello che la definisce equilibrata, chi considera i personaggio retrogradi e chi aperti mentalmente.

La verità è che forse un romanzo è un gran test di Rorschach, dove il lettore leggendo, non indaga sullo scrittore, ma su se stesso